Startup, la Sicilia non spicca il volo - QdS

Startup, la Sicilia non spicca il volo

Liliana Rosano

Startup, la Sicilia non spicca il volo

sabato 27 Dicembre 2014

Unioncamere: a settembre 2014 erano state registrate nella nostra Isola 112 nuove imprese innovative. Lontani dalla tecnologica Lombardia (625 neo aziende hi tech) e dall’Emilia Romagna (313)

CATANIA – Non basta solo un’idea, per quanto innovativa, geniale e brillante. Occorre essere veloci, prepararsi a trasformare quell’idea in un’impresa, studiare il mercato e avere capacità sia manageriali con competenze nell’area problem solving.
Oggi va di moda e sembra essere la soluzione alla crisi. Ha permesso a molti giovani di fare le valigie ed andare all’estero ma anche di tornare a casa portandosi nella stessa valigia, competenze e successo.
Parliamo del mondo delle start up, tra tendenza, moda ma anche molta competenza.
Il manuale delle start up dice che una start up su dieci riesce a diventare un’impresa e a trasformarsi in una realtà aziendale. Le altre si perdono strada facendo.
In America, nella dorata Silicon Valley, le start up sono il laboratorio del futuro: incubatori, grants, fucine dove si crea, sperimenta. Da li sono nati uber, twitter e facebook.
In Europa la capitale dell start up è Londra mentre in Italia il primato spetta a Milano.
La Sicilia, nonostante sia stata piú volte ribattezzata la nuova Hi-tech Valley, numeri alla mano, è lontanissima da modelli americani e lontana da quelli lombardi.
Secondo gli ultimi dati delle Camera di Commercio, aggiornati allo scorso settembre, in Sicilia, 112 start up sono state registrate nell’elenco delle start up innovative contro le 625 della Lombardia che stacca tutti con un ampio margine. Segue l’Emilia Romagna (313) e il Friuli Venezia Giulia (283 start up innovative).
Eppure in Sicilia, soprattutto a Catania, ci sono realtà che negli ultimi anni sono emerse portando alla ribalta la scena catanese come unica nel panorama.
Tra queste, spiccca il programma Working Capital della Telecom che, dal 2009, anno di avvio nel capoluogo etneo, ha supportato circa 30 giovani imprese innovative siciliane con grant da 25 mila euro ciascuno. Supporto che è cresciuto di anno in anno, fino a includere anche un periodo di accelerazione all’interno dell’acceleratore d’impresa WCAP di Catania, unico nel sud Italia con oltre mille metri quadrati di spazi di coworking e box per le startup più mature.
“L’investimento di un’azienda come Telecom in Sicilia, spiega Antonio Perdichizzi di Working Capital Catania, cresciuto esponenzialmente nell’arco degli anni, è dimostrazione di un territorio che sa esprimere creatività e voglia di mettersi in gioco. Sempre più giovani, preparati e con ottime idee, colgono l’opportunità di realizzarle nella propria terra anziché andare all’estero alla ricerca di un lavoro. Un trend che, nonostante indubbie difficoltà inziali, in una terra che di certo non ha brillato negli ultimi anni per opportunità occupazionali, soprattutto per i giovani, sta crescendo grazie soprattutto ai successi di queste startup nate e cresciute nel territorio, che hanno in poco tempo iniziato ad assumere e che fanno parlare bene di sé non soltanto in Sicilia ma anche al di fuori dei confini nazionali”.
è stato messo a punto inoltre un imponente programma che prevede lo stanziamento di 4,5 milioni di euro nei prossimi 3 anni per investimenti Seed, la nuova piattaforma di crowdfunding, per aiutare le startup a farsi conoscere a livello nazionale e internazionale e raccogliere investimenti, e il Basket Innovazione con 1 milione di euro.
Ma quando una start up diventa un’idea vincente? “Sarebbe riduttivo, oltre che sbagliato, dire che la sola idea basta”, dice Perdichizzi.
“Avviare una startup significa creare un’azienda, e non tutti sono in grado di fare gli imprenditori. L’elemento che pongo sempre all’attenzione di chi vorrebbe avviare una startup, soprattutto oggi che il tema sembra essere diventato una moda, riguarda la preparazione e la disponibilità a fare sacrifici. Le startup di successo sono composte da giovani molto preparati, che studiano il mercato, le dinamiche, in veloce evoluzione, che lo contraddistinguono e che riguardano il proprio servizio o prodotto; si tratta di giovani che analizzano i bisogni dei potenziali clienti e che fin dalle prime fasi si confrontano con i grandi competitor su scala globale”.
 


È il Nord la patria delle neo imprese innovative
 
CATANIA – Danilo Campisi, responsabile marketing di Airhelp, start up che oggi è diventata una importante realtà imprenditoriale, sostiene che “nonostante iniziative come Start&Smart, con la quale il Mise ha promosso il sostegno alle start up innovative in Sicilia e nelle altre regioni del Mezzogiorno con una dotazione finanziaria pari a 190 milioni di euro, i dati mostrano ancora un triste distacco nei confronti di altre regioni italiane”. Le startup innovative sono per il 50% localizzate al Nord, per il 36% al Centro e per il 14% al Sud. Recentemente, e quindi ad un anno di distanza, una ricerca pubblicata da Wired Italia, non fa altro che confermare la medesima situazione: il Nord supera il Sud sia in termini di start-up innovative, così come di incubatori (con la Lombardia che la fa da padrona), strutture ancellari che servono a creare un buon contesto di sviluppo per le aziende innovative e, infine, fondi di investimento e piattaforme di crowdfunding, con una differenza rispettivamente di 61 e di 50 punti percentuale. “In sintesi, continua Campisi, ci si rimbocca le maniche ma non basta ancora e questo non riguarda solo le istituzioni o imprese, ma anche le business school, spesso con programmi troppo accademici che vengono rimpiazzati, post laurea, da società come dPixel, che forniscono una formazione mirata come advisor in progetti come Working Capital, lanciato da Telecom Italia per finanziare ricercatori e start up, oggi presente anche a Catania”.

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