Società partecipate, altro che tagli quasi tutte andrebbero eliminate - QdS

Società partecipate, altro che tagli quasi tutte andrebbero eliminate

Rosario Battiato

Società partecipate, altro che tagli quasi tutte andrebbero eliminate

sabato 27 Dicembre 2014

Rapporto Istat 2012: censite oltre 11mila imprese pubbliche, soltanto 7.685 di esse sono risultate attive. Nell’Isola sono più di 300 per 30mila occupati. Grave la situazione nel trasporto

PALERMO – Nei giorni scorsi l’Istat ha provato a mettere ordine nella giungla delle partecipate, censendo un settore che si diffonde disordinatamente da sud a nord: nel 2012 sono state registrate oltre 11mila unità per le quali si registra una forma di partecipazione pubblica (maggiore di 0 e fino al 100%) con un peso in termini di addetti pari a 977mila. Le imprese attive, però, sono soltanto 7.685. La Sicilia non è esente da questo pericoloso male che aggredisce i conti regionali, soprattutto nel comparto dei trasporti.
L’estate scorsa Carlo Cottarelli, ex commissario per la spending review, aveva chiesto un netto taglio della partecipate nazionali. Un atto motivato da dati e cifre e che avrebbe permesso di far risparmiare fino a 2 miliardi di euro a fronte di 1,2 miliardi di perdite l’anno. Nel suo celebre dossier aveva identificato in circa un migliaio il numero congruo di società con partecipazione pubblica sul suolo nazionale, visto che nel medesimo studio denunciava l’enorme spreco per le casse pubbliche per mantenere in piedi alcuni ben noti carrozzoni pubblici. Il governo Renzi in un primo momento aveva promesso l’inserimento di una norma per disboscare le partecipate nello Sblocca Italia, salvo poi rinviare il tutto nella Legge di stabilità che non dovrebbe comunque contenere delle norme in materia. Resta, quindi, ancora congelato il programma dello scorso 7 agosto messo nero su bianco dall’ex commissario.
La distribuzione nazionale delle partecipate ha visto per il 25,6% delle unità analizzate una partecipazione al 100% da soggetti pubblici. Nel resto il soggetto pubblico è variamente rappresentato: il 29,1% delle unità è partecipato per una quota compresa tra il 50% e il 99,9%, il 27,1% per una quota inferiore al 20%. Il 68,7% delle unità (7.574) è partecipato da un solo soggetto pubblico.
Le 7.685 imprese attive impiegano 951.249 addetti, ovvero il 97,3% degli addetti di tutte le partecipate. Le imprese strutturate nella forma giuridica di società a responsabilità limitata arrivano a coprire il 41,1% ma il loro peso in termini di addetti è solo dell’8%. Mediamente, si legge nel rapporto dell’Istituto di statistica, la dimensione media delle imprese partecipate è di 124 addetti. La forma giuridica con la dimensione media maggiore (307 addetti per impresa), è la società per azioni, scelta dal 33% delle imprese partecipate, che ha un peso in termini di addetti dell’81,9% sul totale delle imprese partecipate.
Sono 304 le partecipate siciliane censite dall’Istat, pari al 4% del totale nazionale. Gli impiegati sono meno di 30mila (3,1% dei 951mila censiti sul territorio nazionale) e gli addetti medi per impresa sono 96, dato record in tutto il meridione. Soltanto un migliaio di questi si trovano all’interno dell’Azienda siciliana trasporti. Un focus sulla realtà isolana è stato realizzato anche dalla Corte dei Conti che ha registrato come tra il 2009 e il 2012 tutte le partecipate regionali sono costate un miliardo di stipendi. Tra questi, ovviamente, c’è anche l’Azienda di trasporti della Regione che, come ricorda la magistratura contabile, non ha tagliato i costi, ma ha cercato di recuperare aumentando le tariffe urbane e “traslando così sugli utenti le difficoltà di bilancio”. Inoltre, in barba alla crisi, non ha lesinato 23 nuove assunzioni con contratti atipici poi sanzionati dal giudice.

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