Aggiornamento dell’Arpa sulle aree inquinate di Gela, Priolo, Milazzo e Biancavilla: poche le aree restituite. Ci sono i soldi, come 106 mln per la rada di Augusta, ma la burocrazia blocca tutto
PALERMO – Un altro anno senza risultati di grande rilievo per le bonifiche dei siti di interesse nazionale della Sicilia. I dati, che evidenziano i rischi connessi alla contaminazione dei luoghi, e l’azione della magistratura, che in alcuni casi sta indagando per riconoscere responsabilità dei ritardi, non sembrano stimolare più di tanto gli attori che dovrebbero accelerare le procedure. In compenso si ripresentano gli stessi limiti di una macchina burocratica lenta e improduttiva, certificata da una comunicazione dell’inizio di dicembre in cui il ministero dell’Ambiente ha denunciato il rischio di veder sfuggire, per l’ennesima volta, una parte dei fondi per la bonifica del sito di Priolo per alcune mancate comunicazioni della Regione. A poco serve anche il quadro ottimistico tratteggiato dal ministro Galletti la scorsa estate, in cui aveva annunciato procedure semplificate per avviare i lavori per il ripristino dei luoghi.