Risorgimento Sicilia, 2015 anno della riscossa - QdS

Risorgimento Sicilia, 2015 anno della riscossa

Carlo Alberto Tregua

Risorgimento Sicilia, 2015 anno della riscossa

mercoledì 31 Dicembre 2014

In maggio fine della legislatura

Non è difficile prevedere il commissariamento della Regione, da maggio prossimo, per incapacità di approvare una legge di bilancio 2015, da costruire sulle macerie che tre presidenti della Regione (Cuffaro, Lombardo e Crocetta) e decenni di politica clientelare hanno prodotto.
Il commissario-assessore Alessandro Baccei ci sta provando. Solo che Crocetta, i suoi assessori e i novanta deputati-consiglieri regionali non hanno capito che per consentirgli di riuscirci vanno tagliate le spese clientelari e attivate quelle per investimenti.
Sciolta l’Assemblea, con le conseguenti elezioni regionali, nei tempi tecnici, e la riduzione degli abitanti dell’Ars a settanta, da novanta, si deve spingere l’elettorato siciliano verso due versanti: primo, eleggere persone capaci e oneste, escludendo tanta marmaglia che ha affossato la Sicilia; secondo, recuperare al voto tutti quegli elettori (il 53 per cento), che schifati da questo ceto politico e burocratico, non sono andati a votare. Non è un obiettivo facile da raggiungere, ma i siciliani di buona volontà devono provarci con determinazione.

Risorgimento Sicilia non è un partito politico, ma un movimento di siciliani che comprende i quattrocentomila disoccupati, i duecentomila piccoli imprenditori e artigiani, le centomila imprese che soffrono, i professionisti, i dirigenti pubblici onesti e capaci, i dirigenti privati che lavorano con abnegazione, i dirigenti sindacali che privilegiano i valori, i veri ambientalisti, le associazioni del Terzo settore come sostegni per i cittadini più deboli ed anche i club service, se cominciano a funzionare come enti al servizio vero dei cittadini.
Ovviamente RS non chiede il consenso dei precari, degli sfaccendati, di tutti coloro che ricevono indennità senza lavorare e produrre nulla, dei dirigenti e dipendenti pubblici disonesti e incapaci e, in genere, di tutti quegli elettori che fino ad oggi sono stati abituati a dare il proprio consenso per un tornaconto personale e non per perseguire l’interesse generale.
Non intendendosi impegnare direttamente nell’agone politico, Risorgimento Sicilia appoggerà quei siciliani perbene che non abbiano fatto fino ad oggi della politica una professione e che intendano servire i siciliani.
 

La situazione è grave ma non seria, sosteneva Ennio Flaiano (1910-1972). Non è seria perchè gli attuali  (ir)responsabili delle istituzioni si comportano come i personaggi di Georges Feydeau (1862-1921) che uscivano e entravano dalle stanze, che erano coinvolti in situazioni compromettenti e divertenti basate sugli equivoci e sull’inconcludenza assoluta.
In Sicilia bisogna entrare nell’ordine di idee che, di fronte ai privilegiati, vi è quasi un milione di poveri. Fra questi, tantissima gente è disposta a lavorare non solo fra chi ha meno istruzione, ma anche fra chi ha studiato e persino fra i laureati. Ecco perché è necessario mettere a disposizione di tutti i siciliani onesti e capaci, ognuno per il proprio livello di istruzione, opportunità di lavoro, cogliendo le quali si può avere una prospettiva del futuro positiva.
Le imprese devono agire in un mercato che funzioni, incassare i propri crediti con normalità, con un costo del lavoro sopportabile e una pressione fiscale in media con quella europea, non oppressiva com’è ora.

I professionisti devono poter operare in un regime di vera concorrenza, nel quale possano emergere quelli più preparati. La vera concorrenza c’è se il sistema economico funziona, se vi è il massimo rigore nel contrastare la corruzione, che favorisce i privilegiati. Insomma, se tutti gli elementi dell’economia si tengono fra di loro.
In questa direzione deve essere fortemente potenziata la trasparenza mediante l’inserimento nei siti di ogni ente pubblico di tutte, ma proprio di tutte, le attività degli stessi e di tutte, ma proprio di tutte, le spese, correnti e di investimento, che vengono effettuate, con il nome e cognome di chi le dispone.
Non ci facciamo illusioni che tutti capiscano questo progetto civile e sociale, non partitico. Tuttavia, da persone responsabili, abbiamo il dovere di provarci e chiediamo il consenso degli onest’uomini e oneste donne siciliani che non hanno votato ma che vedono in questo progetto la soluzione contro la mala-politica e la corruzione.

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