Roma, 83% vigili malati medici vergognosi - QdS

Roma, 83% vigili malati medici vergognosi

Carlo Alberto Tregua

Roma, 83% vigili malati medici vergognosi

martedì 06 Gennaio 2015

Renzi: per questo cambiare la Pa

Nei Dlgs relativi al Jobs act – in corso dei pareri obbligatori ma non vincolanti delle Commissioni parlamentari e del successivo passaggio al Consiglio di Stato – era stato inserito un comma che parificava i dipendenti pubblici a quelli privati, per il profilo dei licenziamenti.
Il presidente del Consiglio ha carcerato tale comma, assumendo che il trattamento dei dipendenti pubblici è oggetto di un altro Ddl in Parlamento.
Frattanto, è arrivata alla stampa la notizia che l’83% dei vigili urbani del Comune di Roma ha presentato certificato medico per evitare il servizio la notte di Capodanno, ma percepire ugualmente lo stipendio.
Che i predetti vigili, in maggioranza malati immaginari, non rispettino alcun codice etico è grave, ma molto più grave è il comportamento dei medici conniventi che hanno rilasciato i relativi certificati di fantasiosi malesseri.
Intendiamoci, in quell’83% ci sarà stata una parte minoritaria di malati veri, con la conseguenza che i medici certificatori hanno fatto il proprio dovere. Ma è del tutto ingiustificato il comportamento di quelli che hanno rilasciato certificati per false o inesistenti malattie.

Molti medici si giustificano dicendo che nel dubbio, in base ai sintomi dichiarati, loro rilasciano il certificato: ma questo è irresponsabile, perché ogni medico, anche per rispettare il sacro giuramento di Ippocrate, ha l’obbligo morale di convincersi che il suo paziente sia veramente ammalato, oppure sia un infingardo che non vuole lavorare, sempre percependo, però, il suo stipendio.
Non è possibile che i medici rilascino con leggerezza i certificati, anche paventando di poter essere sostituiti dai propri pazienti. Ecco perché le cose non funzionano in Italia: ciascuno viene meno al proprio dovere e c’è questa sorta di complicità diffusa che è l’anticamera della corruzione.
La corruzione c’è anche in tanti piccoli atti e comportamenti. La corruzione c’è nei furbi, che tentano di ingrassarsi a spese della collettività. Si tratta di una situazione insostenibile, che va ribaltata ponendo severamente dirigenti e dipendenti pubblici di fronte al proprio dovere, affinché facciano quanto necessario per guadagnarsi i lauti stipendi, le laute liquidazioni e le laute pensioni, frutto di privilegi perché non commisurate ai contributi versati.
 

L’inefficienza della Pubblica amministrazione è il nodo centrale affinché l’economia del Paese si riprenda. Nella Pubblica amministrazione si comprendono anche i processi civili, penali, amministrativi, contabili e tributari che durano al di là del ragionevole tempo.
Renzi ha subito twittato che la vicenda dei vigili romani dimostra ancora di più la necessità di cambiare profondamente le regole di funzionamento di dipendenti e dirigenti pubblici. Ci auguriamo che il citato Ddl relativo contenga norme rigorose che consentano di premiare tutti i meritevoli (e sono tantissimi) e di emarginare gli infingardi, i balordi e i corrotti.
Non è più possibile tollerare che dirigenti e dipendenti pubblici tengano i fascicoli sui propri tavoli senza farli procedere fino all’emissione dei provvedimenti amministrativi richiesti; tutto ciò in tempi europei. Non è più possibile tollerare che la Pa spenda i nostri soldi senza criteri di economicità e di efficienza, con evidente malafede.

In Italia c’è Consip Spa, il cui ad Domenico Casalino è venuto al nostro Forum, pubblicato il primo novembre 2014. Quasi sempre i prezzi Consip, inseriti nell’apposito listino, sono i migliori del mercato e Casalino ci spiegava che è in corso un’opera di estensione a tantissimi altri beni e servizi perché essi vengano inseriti in tale listino.
Se tutte le trentamila stazioni appaltanti e i centri di acquisto di tutti gli Enti pubblici facessero riferimento ai prezzi Consip, vi sarebbero risparmi per svariati miliardi. In più, è in corso di istituzione una piattaforma in cui tutti i centri pubblici devono comunicare i prezzi di beni e servizi acquistati. La stessa avrà una funzione di comparazione dei prezzi per prodotti simili o uguali, cosicché i bravi dirigenti, quando comprano, potranno avere un punto di riferimento dei prezzi più bassi per tipologia di prodotti o servizi. Ovviamente ci riferiamo ai dirigenti bravi e onesti, non a quelli corrotti.
Vediamo se il Ddl di razionalizzazione della Pa riuscirà nell’intento di mettere ordine e onestà nell’attuale sistema bacato.

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