Rifiuti speciali: cresce l’export, crolla il recupero energetico - QdS

Rifiuti speciali: cresce l’export, crolla il recupero energetico

Adriano Agatino Zuccaro

Rifiuti speciali: cresce l’export, crolla il recupero energetico

mercoledì 07 Gennaio 2015

Rapporto dell’Ispra: il 40% ascrivibile al settore manifatturiero. Il trattamento avviene in sette regioni. Isola carente di impianti industriali, sette su dieci sono localizzati nel Nord

PALERMO – L’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) ha pubblicato, pochi giorni fa, il “Rapporto rifiuti speciali” che fornisce i dati relativi al biennio 2011-2012, sulla produzione e gestione dei rifiuti speciali non pericolosi e pericolosi, a livello nazionale, regionale e provinciale; e sull’import/export. Un rapporto dettagliato dal quale emerge che tra il 2011 e il 2012, la produzione totale di rifiuti speciali registra una flessione del 2,1%, passando da 137,2 milioni di tonnellate a 134,4 milioni di tonnellate. Il calo, però, riguarda i soli rifiuti speciali non pericolosi, soprattutto i rifiuti da costruzione e demolizione; la riduzione, rispetto al 2011, è del 2,7%, corrispondente a circa 3,5 milioni di tonnellate.
 
I numeri, scrive l’Ispra, sono “strettamente legati alla crisi economica che ha investito il Paese nel 2012”: i rifiuti speciali non pericolosi provengono, infatti, in gran parte dal settore delle costruzioni e demolizioni (piegato dalla crisi) con il 42,1% del totale. La produzione totale di rifiuti pericolosi, quasi 9,4 milioni di tonnellate, presenta, invece, un aumento percentuale dell’8,1%, pari a 700 mila tonnellate. La maggiore produzione di rifiuti pericolosi è ascrivibile al settore manifatturiero, circa il 40% del totale, corrispondente a oltre 3,7 milioni di tonnellate. Il 26,9% è, invece, attribuibile alle attività di trattamento rifiuti, mentre il 19,8% proviene dal settore dei servizi, del commercio e dei trasporti.
Se si escludono gli stoccaggi, la quantità di rifiuti speciali avviati a recupero/smaltimento, nel 2012, è di circa 118 milioni di tonnellate di cui 110,5 milioni (il 93,8% del totale) sono costituiti da rifiuti non pericolosi e i restanti 7,3 milioni di tonnellate (6,2%) sono rifiuti pericolosi.
Riguardo al recupero energetico, nel 2012, gli impianti industriali in esercizio che utilizzano i rifiuti speciali come fonte di energia sono 469, di cui 336 recuperano una quantità superiore a 100 t/anno. Esistono, infatti, una serie di attività industriali in cui sono utilizzati piccoli quantitativi di rifiuti esclusivamente per il recupero di energia termica funzionale al proprio ciclo produttivo. I rifiuti pericolosi avviati a recupero energetico sono oltre 149 mila tonnellate (circa il 7,3% del totale) con una flessione del 9,9% rispetto al 2011; i rifiuti non pericolosi sono pari a 1,9 milioni di tonnellate (92,7% del totale) con una diminuzione del 21,7%. Il quadro regionale evidenzia che la maggior parte dei rifiuti speciali recuperati, corrispondente all’83,2%, è trattato in sole sette regioni: la Lombardia (28,3%), l’Emilia Romagna (18,1%), il Piemonte (11,7%), il Veneto (8,0%), il Friuli Venezia Giulia (7,2%), la Puglia (5,6%) e, infine, la Liguria (4,3%). La Sicilia, dunque, recupera in minima parte i rifiuti speciali e “preferisce” destinarli in discarica.
Sono 418 le discariche che, nel 2012, smaltiscono rifiuti speciali: 237 impianti al Nord, 66 al Centro e 115 al Sud. Rispetto al 2011 diminuiscono di 22 unità: 17 al Nord, 1 al Centro e 4 al Sud. E così, nel 2012 è cresciuta del 4,6%, rispetto al 2011, la quantità totale di rifiuti speciali esportata all’estero (in tutto 4 milioni di tonnellate). Ritorna l’ormai noto paradosso italiano: i rifiuti non riescono ad essere sfruttati a dovere per creare risorse e occupazione nel suolo nazionale e ci ritroviamo costretti a pagare dei competitor all’estero.
 

 
Nell’Isola 126 impianti di gestione contro i 703 della Lombardia
 
PALERMO – Diminuiscono le discariche e rispetto al 2011 si registra una flessione del 16,7% dei rifiuti inceneriti (circa 171 mila tonnellate in meno). L’analisi dei dati evidenzia come, coerentemente con il quadro impiantistico, nel 2012, la maggior parte dei rifiuti speciali sia trattata negli impianti localizzati al Nord (73,2% del totale con quasi 627 mila tonnellate), cui seguono le regioni del Sud con il 18,7% (quasi 160 mila tonnellate) e del Centro con l’8,1% (quasi 70 mila tonnellate). Al Sud nel 2012 sono state prodotte 33.081.418 tonnellate di rifiuti speciali, la Sicilia, ne ha prodotte 6.929.203 tonnellate (primo posto al Sud). La Lombardia con 27.203.190 tonnellate ha una produzione vicina al totale registrato al Sud e 4,5 volte superiore a quella della Sicilia. Resta il fatto, però, che in Sicilia gli impianti di gestione dei rifiuti speciali sono 126 contro i 703 impianti della Lombardia, quelli di stoccaggio 29.572 contro i 343.155 lombardi (11,5 volte superiori ai siciliani). Solo 36 attività produttive gestiscono autonomamente i rifiuti speciali nell’Isola, 251 in Lombardia. La quantità di rifiuti speciali smaltita in discarica per impianto in Sicilia (nel 2012) è stata pari a 365.385 tonnellate, in Lombardia 2.251.413 e intanto Crocetta non esclude che per due o tre mesi i rifiuti prodotti in Sicilia possano andare all’estero.

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