Crocetta nel cappio o taglia o a casa - QdS

Crocetta nel cappio o taglia o a casa

Carlo Alberto Tregua

Crocetta nel cappio o taglia o a casa

giovedì 08 Gennaio 2015

Pil e disoccupazione lo condannano

In Trentino, hanno posato cavi di banda larga e ultra larga per oltre 1.000 chilometri, in modo che anche nei più piccoli paesi di montagna ogni cittadino di quella Regione autonoma si possa immettere nella rete internet, sfruttando le caratteristiche relative di autostrade digitali che non sono certo i vicoli dell’internet normale.
Com’è noto, banda larga e ultra larga costituiscono una formidabile leva dello sviluppo, perché consentono a chiunque abbia idee e progetti innovativi di realizzarli e metterli nel mercato, anche con le start up.
Il fatto citato, paragonato a quanto accade in Sicilia, ci rende particolarmente addolorati, perché non possiamo che constatare l’incapacità e l’inconcludenza del presidente della Regione, dei suoi assessori (fra cui ve ne sono diversi bravi), e in genere della classe politico-burocratica che hanno affossato la Sicilia.
L’ufficio statistico della Regione ha comunicato che in Sicilia la disoccupazione ha raggiunto il 22,3 per cento rispetto al 13 per cento della media nazionale, con un incremento di 3,7 punti; ancor più drastico è il recesso del Pil di ben il 2,4 per cento, pari a circa 1,6 mld.

Pil e disoccupazione condannano inesorabilmente Crocetta, senza appello, perché dimostrano la sua incapacità di risolvere i gravi problemi, partendo da quelli che gli hanno lasciato Cuffaro e Lombardo. Inoltre, nei due anni della sua gestione, i dati su disoccupazione e Pil sono peggiorati.
Il presidente della Regione non è solo il capo dell’amministrazione, ma colui che deve affrontare i problemi che gravano sul popolo siciliano, di 5 milioni di cittadini, e trovarvi soluzioni immediate e programmate nel tempo.
La grave crisi ha messo a nudo le incapacità dei responsabili istituzionali, politici e burocratici. Nessuno può più sottrarsi al giudizio del popolo, che è inesorabile, perché chi guida Regione ed Enti locali sta erodendo, giorno dopo giorno, il già modesto tenore di vita, molto inferiore a quello della media nazionale.
I dirigenti regionali sono strapagati, percepiscono premi senza merito, godono e godranno di laute pensioni, veri e propri privilegi perché non commisurate ai contributi versati, costituendo una delle cause della grave situazione.
 

Nella Pubblica amministrazione siciliana nessun dirigente controlla, nessuno decade, nessuno sanziona, qualunque cosa accada. Tutto è affidato alla capacità e all’onestà di molti bravi dirigenti, i quali assitono inorriditi al comportamento deprecabile, spesso disonesto e scorretto, di tanti loro colleghi.
è la Giunta regionale (presidente e assessori) che deve risolvere i contratti con i dirigenti inadempienti, quando non ottengono i risultati conformi agli obiettivi loro assegnati.
Come si vede, vi è una responsabilità congiunta dei ceti politico e burocratico, che continuano nel loro dissennato comportamento, menefreghista, in danno dei siciliani.
Il crollo parziale del viadotto Scorciavacche, sulla Palermo-Agrigento, non ha coinvolto la Regione. Un’opera costata 13 milioni di euro, inaugurata il 23/12/2014 e chiusa il 31 dello stesso mese. La competenza, infatti, è dell’ Anas (ente appaltante) e di un raggruppamento di imprese, fra cui cooperative. Tuttavia è strano che questo ed altri fatti analoghi si verifichino continuamente in Sicilia, senza che la Regione batta ciglio.

Roma capitale ha in organico 23 mila dipendenti e 6.200 vigili, che percepiscono incredibili indennità addizionali al loro stipendio, fra cui l’indennità su strada e l’indennità di presenza. Come dire che sono premiati quando vanno a lavorare e quando vanno a dirigere il traffico o a controllare il territorio.
Non se ne può più di queste vergogne. Tutti i contratti della Pubblica amministrazione vanno rivisti e resi analoghi a quelli dei contratti privati.
Proprio su questo deve intervenire Crocetta, tagliando tutti i privilegi, sia dei dipendenti che di altri percipienti indennità di ogni tipo, nonché su tutti gli sprechi annidati nei tantissimi capitoli del bilancio.
Crocetta è col cappio al collo, che si stringe ogni giorno di più. O taglia di 3,8 miliardi le uscite da noi indicate da anni, oppure il prossimo 30 aprile sarà l’ultimo giorno della sua presidenza, in quanto la Regione sarà commissariata ai sensi dell’art. 8 dello Statuto.
Sembra proprio che Delrio e Faraone vadano decisamente in questa direzione.

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