Controllo del territorio e lotta all’abusivismo - QdS

Controllo del territorio e lotta all’abusivismo

Giuliana Mazzola

Controllo del territorio e lotta all’abusivismo

martedì 20 Ottobre 2009

Forum con Maurizio Agnese, dirigente generale dip. Urbanistica assessorato reg. Territorio e Ambiente

In che modo avviene la pianificazione territoriale regionale?
“Il mio dipartimento si occupa essenzialmente di disegnare la crescita delle città attraverso la gestione dell’incremento urbano.
I Piani regolatori e le loro varianti, rappresentano nello specifico una sorta di strumento tecnico amministrativo volto a regolare l’attività edificatoria e dunque la crescita e la trasformazione fisica e funzionale di una determinata città. I Piani contengono delle indicazioni sul possibile utilizzo o tutela delle porzioni del territorio cui si riferisce e deve considerare la sostenibilità ambientale. Vengono dunque elaborati principalmente con lo scopo di regolare la crescita urbana e di gestire l’assetto del territorio.
Il processo di formazione deve garantire efficacia, partecipazione e condivisione rispetto agli interessi sovra ordinati. Il piano rispetta volontà politiche ed esigenze tecniche anche attraverso la partecipazione e l’espressione della comunità eletta che deve essere in grado di garantire la condivisione della maggioranza. Chiunque può prenderne visione e può partecipare in positivo con proposte ufficiali".
Come prendono forma i Piani regolatori?
“La formazione di un Piano regolatore generale passa attraverso cinque tappe fondamentali. Inizialmente, si procede alla compilazione del piano che verrà poi adottato in Consiglio comunale. Essendo un atto amministrativo complesso ineguale, nei trenta giorni successivi alla delibera di adozione definitiva il Prg deve essere trasmesso alla Giunta regionale, la quale si esprimerà sulla sua conformità alla normativa sovra ordinata. Successivamente va depositato nella segreteria comunale in modo che possano essere presentate delle osservazioni. Infine deve essere approvato dall’organo preposto".
Per quanto riguarda le violazioni, il vostro dipartimento si occupa esclusivamente di effettuare delle verifiche amministrative oppure avete anche il compito di recarvi nel territorio in questione?
“L’approvazione dei Piani prevede un sopralluogo da parte nostra. Abbiamo inoltre l’obbligo nei confronti dei comuni di effettuare un controllo ogni 15 giorni per costatare eventuali abusi. Per fare un esempio un comune ci comunica che in tot data è stata fatta una costruzione abusiva in una determinata via. Attraverso la nostra attività di monitoraggio, nel caso in cui il comune non procede all’eliminazione dell’abuso, possiamo arrivare alla diffida del sindaco attraverso una comunicazione che deve pervenire agli enti locali. A questo punto occorre nominare un commissario che deve riorganizzare i lavori. La legge 28 febbraio 1985 n. 47 sulle norme in materia di controllo dell’attività urbanistico-edilizia e sulle sanzioni penali e amministrative prevede l’intervento attivo da parte della Regione, qualora vi siano opere eseguite in totale difformità dalla concessione che creano un danno urbanistico".
Quante sono le pratiche di sanatoria edilizia giacenti?
“Per ottenere la sanatoria delle opere eseguite senza concessione e delle varianti non autorizzate, occorre che l’opera sia conforme alla normativa urbanistica attuale (al momento della realizzazione) e a quella vigente al momento della domanda di sanatoria. Le pratiche in arretrato sono centinaia di migliaia. Attualmente contiamo circa 500 mila sanatorie che si riferiscono alla Legge 47/1985, 180 mila in riferimento alla Legge 742/1994 e 90 mila per la Legge 326/2006. Questi dati li otteniamo ufficialmente sul sito dell’assessorato. Purtroppo i comuni ne hanno esaminate veramente poche".
Questa non è una grave inadempienza amministrativa da parte dei comuni?
“La sostituzione dei sindaci può avvenire esclusivamente in casi estremi. Abbiamo fatto un paragone tra i dati del 1990, quelli del 2000 e del 2008 e nonostante vi siano queste inadempienze, devo dire che negli ultimi anni gli abusi sono diminuiti. Il nostro obiettivo è quello di arginare lo spreco di territorio e i danni all’ambiente, favorendo il recupero del patrimonio edilizio esistente”.
 

 
Piano regolatore dei Comuni: il 75% è in regola ma solo 74 su 390 l’hanno approvato

Quanti sono i comuni con Prg vigenti? I fondi regionali destinati alla creazione dei piani, quando potranno essere utilizzati dai comuni?
“Su 390 comuni 299 sono dotati di Prg, quindi circa il 75 per cento. Poi ci sono 72 comuni dotati di piani di fabbricazione e 19 con un piano comprensoriale. Tuttavia negli ultimi cinque anni, nonostante siano 299 i comuni provvisti di piano, in realtà ne sono stati approvati solamente 74. Eppure i tempi, secondo il dettato delle leggi e delle disposizioni urbanistiche, dovrebbero essere concentrati all’interno di un arco molto breve. Dobbiamo considerare che la realizzazione di un piano che sia in grado di tener presente una valutazione ambientale strategica, necessita un notevole investimento di denaro. Per fare un esempio il comune di Gela ha investito circa un milione di euro per il pagamento delle varie parcelle. Spesso inoltre gli atti e gli elaborati trasmessi non possiedono requisiti di completezza e di regolarità. Per cui l’assessorato è obbligato a richiedere le necessarie integrazioni, comunicando la non decorrenza dei termini dalla data di acquisizione della documentazione incompleta con una conseguente dilatazione dei tempi. La regione prevede un fondo per aiutare finanziariamente i comuni nella progettazione dei piani. Il presidente della Regione ha inoltre imposto come obiettivo all’assessore al Territorio una riforma della legge urbanistica. Quest’anno il bilancio è stato approvato a fine maggio, dunque per ottenere questi fondi occorre attendere che la burocrazia faccia il suo corso”.

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