La scuola ama le rinnovabili, ma fino ad un certo punto - QdS

La scuola ama le rinnovabili, ma fino ad un certo punto

Rosario Battiato

La scuola ama le rinnovabili, ma fino ad un certo punto

martedì 13 Gennaio 2015

In Sicilia il 40% dei consumi scolastici coperto da fonti verdi, ma il dato è inferiore alla media nazionale. Dagli edifici possibili risparmi rilevanti sul costo delle bollette termiche ed elettriche

PALERMO – Nel 2013 le scuole italiane hanno pagato circa 1,3 miliardi di euro di bolletta per consumi termici ed elettrici. Il calcolo, realizzato il Cresme nella ricerca “Riuso03”, suggerisce la necessità di un processo di riqualificazione degli edifici pubblici, perché il conseguimento degli obiettivi in materia di efficienza energetica passa dalle scuole nazionali. Dal 2009 al 2013, si legge nell’ultimo rapporto di Legambiente “Ecosistema Scuola 2014”, la percentuale di scuole che utilizzano le energie rinnovabili è passata dall’8,2 al 13,6% e nel complesso la copertura dei consumi da fonti rinnovabili ha raggiunto quota 42,3%. La Sicilia, per una volta, è in prima linea.
L’uso di energie rinnovabili nelle scuole, dopo un trend in crescita riscontrato negli anni passati, ha segnato uno stallo, fermandosi al 13,6%. Tra gli edifici che utilizzano rinnovabili, la maggior parte presenta pannelli fotovoltaici (78,1%), il 25,9% gli impianti solari termici, mentre gli impianti a geotermia e/o pompe di calore riguardano il 3,3%, a biomassa lo 0,5% e a biogas lo 0,1%.  
Sul fronte della copertura dei consumi energetici per macroarea, troviamo in testa il Nord con il 34,1%, seguito da Centro (14,1%), Sud (6,6%) e Isole (5%). La Sicilia, al secondo posto nazionale dopo la Puglia, si comporta molto bene, facendo registrare un dato pari al 33%. Nell’Isola sono due le tipologie diffuse: solare termico (34,3%) e solare fotovoltaico (67,1%).
Il dato siciliano sull’efficienza energetica delle scuole, che riguarda soltanto gli edifici di Caltanissetta, Catania, Enna, Ragusa e Trapani, comprende anche altre pratiche di risparmio ed efficienza energetica. Il 32,5% utilizza neon (media nazionale di 67,9%), mentre appena il 2,4% utilizza altre fonti di illuminazione a basso consumo (12,7%). Resta, invece, superiore al dato nazionale gli edifici in cui si utilizzano fonti d’energia rinnovabile (33 contro 13,6%), con una copertura dei consumi che resta invece inferiore (40 contro 42,3%).
Dalla diffusione di queste buone pratiche dipende il futuro del risparmio in bolletta per la Sicilia e per il bilancio energetico nazionale. Secondo i dati del Cresme, gli edifici scolastici nazionali (52mila strutture) consumano ogni anno oltre 9,6 TeraWattora tra consumi termici ed elettrici per una spesa annua dei Circoli Didattici di circa 1,3 miliardi di euro. Di questa cifra il segmento più energivoro, che consta di 10.400 edifici, si prende un consumo di oltre 2,6 TWh per un costo di 351 milioni di euro. Agire su questo blocco con interventi mirati di riqualificazione ed efficientamento  potrebbe far dimezzare il costo in bolletta con relativo risparmio di circa 170 milioni di euro all’anno, pari al 13,1% dell’importo totale. Per farlo servirebbe un investimento da 3,6 miliardi di euro che si ripagherebbe in poco più di due decenni senza incentivi o in sette con una incentivazione che riprenda il bonus fiscale del 65%.
Per restare nel solco di questo interventismo energetico, lo scorso agosto il governo ha lanciato il piano di edilizia scolastica. In campo ci sono tre capitoli di spesa per oltre 21mila interventi in edifici scolastici e investimenti pari a oltre un miliardo di euro. Alla Sicilia, però, andranno soltanto 91 milioni di euro (39 milioni per #scuolebelle, 51 milioni per #scuolesicure e 250mila euro per #scuolenuove). A Trapani è andato quest’ultimo finanziamento (50mila euro nel 2013 e 200mila nel 2015), 74 comuni hanno optato per la sicurezza di altrettante strutture scolastiche e oltre 900 plessi per scuole belle.

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