La Formazione resta al palo. Tutto ancora fermo e incerto - QdS

La Formazione resta al palo. Tutto ancora fermo e incerto

Michele Giuliano

La Formazione resta al palo. Tutto ancora fermo e incerto

giovedì 15 Gennaio 2015

Rendicontazioni degli anni passati a rilento, corsi congelati e progetto Prometeo nella bufera. I sindacati: “Servono programmazione seria e risposte certe a un settore allo sbando”

PALERMO – Non solo niente stipendi ai dipendenti degli enti di formazione, ma soprattutto una condizione generale di stallo del settore. Che fine hanno fatto gli impegni di chiudere le rendicontazioni degli anni passati e di punire gli enti che non sono in grado di dimostrare di avere completato i percorsi formativi? Ma soprattutto che fine ha fatto il progetto “Prometeo” nato per salvaguardare i livelli occupazionali e per realizzare percorsi formativi virtuosi e utili per il mercato del lavoro? L’impressione è che ancora una volta tutto sia congelato in questo apparato difficile da scardinare per le sue contorte radici di inefficienza che da sempre lo contraddistinguono.
 
“Continuiamo a registrare forti ritardi – sostiene il segretario regionale della Cisl Formazione, Giovanni Migliore – per il pagamento delle retribuzioni ai lavoratori date dai ritardi delle erogazioni dei fondi agli enti gestori. Non si fanno passi avanti sulle rendicontazioni degli anni pregressi non consentendo, di fatto, l’erogazione degli stipendi a saldo del 2013 e del 2014 ai lavoratori. Dopo la revoca degli accreditamenti agli enti non si sono poste in essere soluzioni per garantire il servizio ai giovani ed in alcune provincie, addirittura, manca l’offerta formativa”.
Il sindacato in poche sintetiche righe fa uno spaccato della situazione allarmante in Sicilia per la formazione, settore sempre più alla deriva. E che dire poi del progetto “Prometeo” che avrebbe dovuto rappresentare proprio il paracadute per tutti quei lavoratori di enti oggetto di provvedimenti di definanziamento e di revoca dell’accreditamento. “Non faremo macelleria sociale”, aveva a più riprese assicurato il presidente della Regione Rosario Crocetta. E l’idea era quella di tutelare comunque i dipendenti degli enti che, per un motivo o per un altro hanno perso il diritto a ricevere i finanziamenti regionali. Inviandoli, appunto, al Ciapi di Priolo, ente in house della Regione. Ma il bando Prometeo, che avrebbe dovuto assicurare un posto di lavoro a 1.415 persone, finora ha consentito solo alla metà circa di riprendere a lavorare per sette mesi. Ma nemmeno a questi, finora, è giunto il primo stipendio.
 
“E’ tutto fermo al palo – aggiunge Migliore – e comunque questo progetto non dà adeguate risposte né a chi vi lavora né, soprattutto a chi aspetta di lavorarvi. Non vediamo nessun atto di indirizzo e di programmazione per la predisposizione dei nuovi bandi per le attività future non garantendo il servizio e mettendo a serio rischio il lavoro di tutti gli operatori del settore”.
Intanto un altro sindacati di settore, l’Uslal, dà la sua ricetta per far uscire dalle secche il mondo della formazione: “Armonizzazione della normativa regionale con le provvidenze pubbliche, di natura nazionale o comunitaria, la riorganizzazione del sistema delle tutele dei lavoratori, regole chiare per l’accreditamento degli enti, certezza dei tempi dell’amministrazione regionale, dovrebbero costituire alcuni degli argomenti fondanti il processo di riforma del settore della Formazione professionale. Non basta l’azione di pulizia nel settore, indispensabile per cacciare via predatori e malfattori”.
 

 
Garanzia giovani, altra storia e altro fallimento
 
Nemmeno l’altra misura di “Garanzia giovani” è riuscita in Sicilia a dare respiro a questo settore della formazione. Ad oggi questo piano che prevede formazione e stage in azienda è partito solo in minima parte. Ora stanno per entrare altri 1.300 idonei regolarmente inseriti negli elenchi di convocazione pubblicati dal Ciapi di Priolo. Una partenza non senza polemiche, soprattutto perché in 500 sarebbero stati esclusi. Tra i motivi dell’esclusione ci sarebbe la mancata presentazione della certificazione Pal, i due anni di ‘Politiche attive del lavoro’ richiesti dalla selezione. Verrebbero infatti contestati i precedenti lavori presso gli enti di formazione che non rientrerebbero nelle Pal. In pratica, l’esperienza maturata negli anni dagli ex sportellisti, e non, varrebbe dunque come esperienza Pal. Dopo il regolare svolgimento degli esami è stata pubblicata una prima e poi una seconda e definitiva graduatoria con le posizioni e i punteggi per ogni idoneo, ma la sera del 7 gennaio arriva il colpo di scena. “Il Ciapi di Priolo, invece di convocare singolarmente gli aventi diritto – denunciano i lavoratori -, pubblica sul proprio sito un elenco di chi si doveva recare il giorno successivo a firmare il contratto e 500 persone vedono sparire il proprio nome come per magia”.

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