Crocetta regala 2,2 mln di tonnellate di energia - QdS

Crocetta regala 2,2 mln di tonnellate di energia

Carlo Alberto Tregua

Crocetta regala 2,2 mln di tonnellate di energia

sabato 17 Gennaio 2015

Regione spedisce Rsu via mare

Una dopo l’altra, le discariche della Sicilia stanno chiudendo, o hanno chiuso. A forza di riempirle di Rsu (Rifiuti solidi urbani) si sono colmate creando dei verminai ambientali che hanno inquinato atmosfera, terreni e sottosuolo, per centinaia di chilometri quadrati.
Una politica dei rifiuti dissennata di tre presidenti della Regione (Cuffaro, Lombardo e Crocetta) sta facendo diventare la nostra meravigliosa Isola un letamaio a cielo aperto, creando, fra l’altro, un danno all’erario pari alla sanzione che l’Ue applicherà per ogni giorno di ritardo rispetto alla soluzione del problema.
Qual è questa soluzione? Quella di insediare, in 24 mesi, dieci industrie per la produzione di energia, biocarburante e teleriscaldamento in altrettante aree industriali della Sicilia, ormai decotte.
Se Crocetta non pubblica il bando immediatamente, per poi affidare gli appalti in immediata successione a imprese meritevoli, non mafiose, che costruiscano le industrie, le manutengano e le gestiscano, la spazzatura sommergerà anche Palazzo D’Orleans e forse Palazzo dei Normanni. 

Nel Nord-Italia e in Europa, il problema è stato risolto da tempo mediante l’insediamento di centinaia di industrie per la produzione di energia a base di Rsu. Nel Centro-Sud, invece, nemmeno l’ombra di questi impianti, salvo rare eccezioni. Eppure quelli di ultima generazione sono pressoché vicini all’impatto ambientale zero e recuperano tante materie prime tra cui vetro, legno, plastica e cellulosa.
Fra l’altro, gli impianti di ultima generazione sono talmente silenziosi ed inodori che sembrano delle cliniche sanitarie. Andate a Giubiasco (Bellinzona – CH) a visitarne uno con le siffatte caratteristiche.
Un altro grande impianto analogo, costruito da un gruppo italiano (Green Sky) sulle rive del Tamigi, entrerà in funzione alla fine del 2016 e utilizzerà come carburante 500 mila tonnellate di rifiuti prodotti da Londra.
Non si capisce perché con impianti di questo tipo, ma più piccoli e frazionati nel territorio, appunto le aree industriali, non si possano smaltire i 2,2 mln di tonnellate di rifiuti che si producono in Sicilia ogni anno. Oppure ce li mangiamo a cena.
 

Invece di fare i bandi europei per l’appalto delle dieci indicate industrie Rsu, Crocetta, con la sua luminosa fantasia, pensa di fare quello che ha fatto Napoli: spedirli via mare o via treno nel Centro e Nord-Europa ove li accetterebbero ben volentieri purché spesati dal trasporto, con un ulteriore onere di oltre cento euro per tonnellata.
Così che, se questo scellerato progetto andasse in porto, il costo dello smaltimento dei rifiuti raddoppierebbe. Ma oltre al danno emergente ci sarebbe il lucro cessante costituito dalla mancata produzione di energia, biocarburante e teleriscaldamento che potrebbe procurare un elevato fatturato, idoneo a coprire ampiamente i costi di materie prime  lasciando un utile generatore di imposta.
Con l’aggiunta che la costruzione e la gestione degli impianti anzidetti potrebbe di botto creare due mila posti di lavoro. Insomma, da qualunque lato si giri, la soluzione è ineccepibile e non si capisce come non venga adottata immediatamente, salvo che chi abbia la responsabilità di farlo sia privo di materia grigia. 

Nessuno ci venga a raccontare che le industrie Rsu di ultima generazione da noi prospettate inquinano più degli autobus o del riscaldamento domestico. Non parliamo dell’inquinamento delle centrali elettriche termiche (cioè a base di petrolio) e neanche dei tre poli ove si raffina il greggio che inquina mezza Sicilia.
Ai falsi ambientalisti siciliani, di solito nostalgici idelogi del marxismo e leninismo, vorremo chiedere come mai i loro colleghi tedeschi, norvegesi, svedesi e del Nord-Italia non hanno avuto alcunché da obiettare all’insediamento delle industrie Rsu.
Se la Sicilia dovesse seguire gli ignoranti e gli stupidi, declinerebbe ancora. Siccome gli ignoranti e gli stupidi, nonché i parassiti, sino ad oggi hanno gestito la Cosa pubblica nell’Isola, ci troviamo in fondo alla graduatoria delle regioni europee e di quelle italiane secondo gli studi e le classifiche pubblicate da quotidiani nazionali e da riviste del Vecchio continente.
Non è mai troppo tardi chiedere al presidente della Regione di attivarsi immediatamente e di pubblicare i bandi. Se non lo facesse dimostrerebbe incapacità o malafede.

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