Imprese giovanili, al di qua dello Stretto una valida alternativa alla disoccupazione - QdS

Imprese giovanili, al di qua dello Stretto una valida alternativa alla disoccupazione

Serena Giovanna Grasso

Imprese giovanili, al di qua dello Stretto una valida alternativa alla disoccupazione

martedì 20 Gennaio 2015

Sette siciliane nella top 20 della Camera di Commercio di Milano per incidenza di aziende under 35 sull’universo totale. Palermo e Catania le province con le presenze più consistenti, superiori alle 10 mila unità

PALERMO – Dopo “Numero di imprese: a Roma solo 28 mila meno di tutte quelle registrate nell’intera Isola”, ci torniamo ad occupare della situazione imprenditoriale meridionale e siciliana. In questa sede passeremo in rassegna l’imprenditoria giovanile. Medesima è la fonte di cui ci serviremo, ovvero lo studio condotto dalla Camera di Commercio di Milano.
Stavolta non possiamo che complimentarci con la nostra regione: ben sette delle nove province si collocano fra le prime venti città in cui è più rilevante il peso esercitato dalle imprese under 35 rispetto all’universo totale. Specifichiamo il fatto che non  parliamo delle province con la maggiore numerosità di “giovanili”, ma dell’incidenza che queste hanno rispetto al contesto totale.
 
In questa prospettiva, la prima provincia siciliana che troviamo in classifica è Enna che si colloca al sesto posto: proprio nell’ennese circa un’impresa su sei è condotta da soggetti con meno di 35 anni (15,6%), anche se in termini assoluti le imprese giovanili sono 2.093, un dato davvero tanto esiguo perché ugualmente esiguo è il numero complessivo di aziende (13.417), tale da relegare la provincia in novantottesima posizione per numerosità. Infatti, se da una parte Enna è la prima città delle siciliane per incidenza di imprese giovanili, è l’ultima per numero.
 Mentre sono Palermo e Catania le due province per la Sicilia con il più alto numero di “giovanili”: rivestono rispettivamente la settima e la diciassettesima posizione a livello nazionale, con un’incidenza pari al 15,4% e al 13,3% ed infine 11.858 e 10.669 imprese. Già nel 2013 Palermo e Catania figuravano tra le prime dieci province in Italia per numero di imprese giovanili.  Le ulteriori province siciliane presenti nella top 20 sono Caltanissetta, Agrigento, Messina e Ragusa. Al fine di rendere agevole la consultazione della situazione imprenditoriale provincia per provincia è possibile visionare la tabella pubblicata a corredo dell’articolo.
In generale, il denominatore che accomuna le prime venti province è costituito dal fatto che tutte risiedono nel Mezzogiorno, ad eccezione di Prato. Sarà un caso? Forse no. Quel che è più plausibile per un attento osservatore del prospetto economico meridionale è che l’impresa valga da vera e propria alternativa alla disoccupazione. Una sorta di autoimpiego. A suffragare questa tesi intervengono i dati che descrivono lo stato dell’occupazione giovanile.
Secondo il rapporto “Check-up Mezzogiorno” pubblicato a fine dicembre da Confindustria, al secondo trimestre dell’anno scorso il tasso di disoccupazione nel Mezzogiorno è alle stelle avendo raggiunto quota 56%, mentre a livello nazionale si parla del 41,5%. Si stratta di un male lamentato indistintamente da tutte le regioni meridionali. Relativamente all’anno 2013, la Sicilia ha sopportato una situazione a dir poco disastrosa: oltre la metà dei giovani versava in uno stato di disoccupazione, precisamente parliamo del 53,8%. A questo punto tutto torna. Non ci sarà certamente da meravigliarsi per l’altissimo grado di imprenditorialità giovanile conseguito dalle province siciliane. Al di qua dello Stretto o si conduce una vita da disoccupati o ci si da da fare puntando all’autoimpiego e massimizzando lo spirito di imprenditorialità.
Rispetto ai dati emersi evinciamo che i giovani abitanti del Mezzogiorno non ci stanno a rimanere con le mani in tasca, tutto questo nonostante i 1.963.000 neet (not engaged in educationemployment or training), quei giovani inoccupati sia dal punto di vista formativo che da quello lavorativo. Infine, concludiamo rilevando che quasi la metà delle imprese giovanili si concentra nel Mezzogiorno: infatti, è stanziato in questa circoscrizione geografica ben il 41,3% aziende under 35, un tasso superiore rispetto al 38,6% del Settentrione e al 20,1% del Centro.

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