Legoland Sicilia, costruire è un gioco - QdS

Legoland Sicilia, costruire è un gioco

Cettina Mannino

Legoland Sicilia, costruire è un gioco

martedì 20 Ottobre 2009

Edilizia. Comuni: concessioni facili a scapito della sicurezza.
Case “regolari”. Basta un timbro e gli abusi diventano legali. Le richieste per i permessi a costruire, secondo l’Istat, per il 2007 sono stati 12.842, gli edifici posti in sanatoria circa 769.863.
Protezione civile. “Dobbiamo rimuovere gli edifici dove non dovrebbero esserci. A Giampilieri le case erano in regola ma sotto un costone franoso. Dobbiamo dunque rivedere tutti i fabbricati della Sicilia”.

PALERMO – In Sicilia tra il dire e il fare (o costruire) c’è di mezzo solo un foglio di carta, dove si attesta che la zona è edificabile e quindi una casa si può anche fare. Ecco come, con un timbro, gli abusi diventano legali. Le richieste per i permessi a costruire, secondo i dati forniti dall’Istat, per il 2007 sono stati 12.842. Secondo i dati forniti dall’assessorato all’Ambiente della Regione siciliana gli edifici posti in sanatoria sono circa 769.863. Ma quali sono stati i criteri che hanno stabilito dove costruire? Secondo il dirigente della Protezione Civile, Salvatore Cocina: “In Sicilia non si è tenuto conto delle regole della natura. Delle zone piovose, del tipo di terreno”.
 
“Trent’anni fa nella costa da Messina a Taormina non c’erano case. Adesso le case sono ovunque. La nostra azione – continua Cocina – è quella di evitare le costruzioni là dove non è possibile. Dobbiamo rimuovere gli edifici dove non dovrebbero esserci. L’esempio di Giampilieri è il più concreto. Le case – spiega – erano in regola ma sotto un costone franoso. Alla base di questo dramma dobbiamo dunque rivedere tutti i fabbricati della Sicilia e avere il coraggio di rimuovere per prevenire le tragedie. Per farlo però dobbiamo cambiare l’indirizzo politico e applicare la strategia dell’adattamento al territorio. Mettere in sicurezza una zona costa – conclude – di più che costruire in zone sicure”.
All’indomani della frana che ha colpito Giampilieri e Scaletta Zanclea le massime cariche della Regione si sono riunite per capire come intervenire. Si sono tirati in mezzo edifici abusivi, altri costruiti con regolare permesso rilasciato dal Comune ma, dove però la conformazione del terreno non lo permetteva.
In un secondo tempo, inoltre, la colpa è stata fatta ricadere tutta sul fiume che, con il passare degli anni ha ingrandito il letto e reso insicure la posizione delle abitazioni. Ma in una tragedia fatta di numeri, di dispersi e di vittime, morti per una pioggia troppo violenta, ci sono cifre che indicano quanto in Sicilia il fenomeno delle facili costruzioni sia diffuso in tutte le province. In testa ai permessi a costruire c’è Catania, seguita da Trapani. Secondo l’assessorato ai Lavori Pubblici della Regione siciliana, inoltre, gli abusi edilizi acquisiti dal Genio Civile nel 2009 sono circa 306.
 
“Il dato però – spiega Manlio Munafò, dirigente generale dipartimento dei Lavori Pubblici – non è reale. L’assessorato non costituisce l’ufficio principale per il controllo dell’abusivismo edilizio. Piuttosto – continua – il Genio Civile ha il compito di controllare le pratiche in sanatoria rilasciate dai Comuni”. “Inoltre – dichiara Aldo Gangi capo servizio II Edilizia varia ed Abusivismo edilizio dipartimento dei Lavori pubblici – il problema maggiore è quello di comunicare con i Comuni. I dati, infatti, non sempre arrivano in tempo per essere elaborati. Inoltre manca un filo diretto per creare una collaborazione sinergica fra gli enti”.
Ma all’assessorato di via Da Vinci l’attenzione, al momento, è concentrata sul Piano Casa. Il provvedimento che permette di ampliare la propria casa del 20 per cento minimo. Se poi si abbatte e si ricostruisce, l’ampliamento arriva fino al 25 per centro, mentre, se si ricostruisce con sistemi di bioedilizia, si può allargare fino al 30 per cento.
Ma è il caso di aggiungere cemento ad altro cemento? I numeri dicono che di abusivismo e costruzioni incontrollate la Sicilia ne è piena. L’assessore ai Lavori Pubblici, Nino Beninati, spiega che: “Il Piano Casa è un piano di riqualificazione. Inoltre la norma regionale sarà applicabile solo alle costruzioni legittimamente realizzate in base ed in conformità con le concessioni edilizie escludendo tutte le opere in sanatoria o abusive anche parzialmente”.

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