Fmi: la crescita italiana è ancora troppo debole - QdS

Fmi: la crescita italiana è ancora troppo debole

redazione

Fmi: la crescita italiana è ancora troppo debole

mercoledì 21 Gennaio 2015

Per il Fondo monetario internazionale Pil del Belpaese fermo a +0,4%

ROMA – L’economia mondiale frena. E l’Italia procede al rallentatore: il Belpaese ritrova nel 2015 la crescita, ma è più debole delle attese. Il Pil italiano aumenterà quest’anno dello 0,4%, ovvero 0,5 punti percentuali in meno rispetto a ottobre, per poi accelerare nel 2016 a +0,8% (-0,5 punti). Un rallentamento, quello italiano, in un contesto di debolezza dell’area euro, in cui frenano anche Germania e Francia, mentre si salva la Spagna. Gli Stati Uniti sono l’unica grande economia che avanza decisa.
A scattare la fotografia è il Fondo monetario internazionale (Fmi), che rivede al ribasso il Pil mondiale, nonostante il calo dei prezzi del petrolio, i cui effetti positivi sono annullati da fattori negativi, inclusa la debolezza degli investimenti.
‘‘La revisione al ribasso – spiega l’Fmi – riflette la rivalutazione delle prospettive di Cina, Russia, dell’area euro e del Giappone, ma anche l’attività più debole dei maggiori esportatori di petrolio in seguito al calo dei prezzi del greggio. ‘La crescita più debole per il 2015 e il 2016 evidenza il ‘bisogno urgente di riforme strutturali in diverse economie’’.
‘‘L’economia globale – afferma Olivier Blanchard, capo economista dell’Fmi – si trova ad affrontare forti e complesse correnti e controcorrenti’’. In questo contesto, come detto, il calo dei prezzi del petrolio ha lati positivi e negativi, così come l’apprezzamento del dollaro che, anche se rischia di rallentare la ripresa americana, è un ‘‘aggiustamento’’ positivo.
L’Italia rivede la crescita dopo la contrazione del Pil dell’1,4% nel 2013 e dello 0,4% nel 2014. Ma la crescita è lenta e il Paese è fanalino di coda del G7 per il Pil sia quest’anno sia il prossimo. Una frenata in un contesto di debolezza dell’area euro che, con la sua stagnazione, è un rischio, secondo Blanchard, per l’economia mondiale.
Il Pil di Eurolandia crescerà quest’anno dell’1,2% e nel 2016 del 1,4% (rispettivamente -0,2 e -0,3 punti percentuali rispetto a ottobre). Rallenta anche la Germania, la cui economia si espanderà nel 2015 dell’1,3% e l’anno seguente dell’1,5%.
‘‘L’attività dell’area euro – spiega Blanchard – dovrebbe essere sostenuta dai bassi prezzi del petrolio, da un ulteriore allentamento monetario (anticipato sui mercati finanziari), una politica di bilancio più neutra e il recente apprezzamento dell’euro’’.
La Bce, secondo Blanchard, farà quello che gli investitori hanno anticipato. ‘‘Sotto un certo punto di vista, il quantitative easing, (l’allentamento monetario), è già avvenuto. I mercati lo hanno anticipato, i tassi di interesse sono scesi, l’euro si è deprezzato. Vogliamo assicurarci che quando ci sarà un annuncio, sarà dell’entità che i mercati si aspettano’’.

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