I Fas per fronteggiare il dissesto idrogeologico - QdS

I Fas per fronteggiare il dissesto idrogeologico

Raffaella Pessina

I Fas per fronteggiare il dissesto idrogeologico

mercoledì 21 Ottobre 2009

La proposta del presidente Raffaele Lombardo al governo nazionale. Risultati positivi dall’attività antincendio del 2008

PALERMO – “Proporremo al governo nazionale la rimodulazione dei fondi Fas per fronteggiare il dissesto idrogeologico della Sicilia con un grande piano di rinaturalizzazione”. Lo ha detto il Presidente della Regione, Raffaele Lombardo, a conclusione della conferenza stampa di ieri mattina sul bilancio dell’attività antincendio di quest’anno.
Nella sala Alessi di Palazzo D’Orleans, erano presenti anche l’assessore all’Agricoltura e Foreste, Michele Cimino, l’assessore alla Presidenza, Gaetano Armao, il dirigente generale del dipartimento Foreste, Pietro Tolomeo, il dirigente generale dell’Azienda Foreste Demaniali, Fulvio Bellomo, e il dirigente generale della Protezione Civile, Salvatore Cocina. 
“Quando abbiamo posto l’esigenza di utilizzare una parte delle risorse Fas per la salvaguardia  del territorio – ha detto Lombardo – ci sono piovute addosso tante critiche. C’è stato anche chi ha detto che vogliamo utilizzare il Fas per pagare gli stipendi agli operai forestali. Oggi, dopo l’alluvione che ha colpito alcuni centri del Messinese, è finalmente chiaro a tutti quanto sia importante frenare il dissesto idrogeologico. Per prevenire il rischio frane, la presenza degli alberi è fondamentale. Da qui l’esigenza di un grande piano di rinaturalizzazione dei nostri territori”. Dall’1 giugno al 5 ottobre 2009 si sono verificati in Sicilia 8.138 incendi che hanno percorso circa 1.900 ettari, di cui circa 1.200 di area boscata non demaniale e circa 650 di area boscata demaniale. Le fiamme non hanno aggredito gli alberi, ma hanno interessato per lo più il sottobosco (fogliame, arbusti, sterpaglie in generale).
 
Nel 2007 gli incendi avevano colpito 10 mila ettari di boschi, nel 2008 il fuoco ha distrutto 2 mila ettari, mentre quest’anno le fiamme hanno colpito solo 300 ettari di superficie forestale. Il presidente della Regione ha anche annunciato che, nell’azione di prevenzione degli incendi, la Regione punterà pure sulle nanotecnologie, ovvero sull’utilizzazione di microchip che rilevano, a distanza, la presenza di fumo o di aumento, anche minimo, della temperatura. “La rinaturalizzazione della Sicilia – ha detto Michele Cimino – è un passaggio indispensabile per la tutela del territorio e per la sicurezza dei cittadini. Basilare è stata la sinergia tra i dipartimenti regionali impegnati nell’opera di prevenzione e spegnimento degli incendi. Quest’anno, grazie a un’attenta azione di salvaguardia, non sono stati registrati danni alle coltivazioni di frumento. Ciò significa meno aree agricole bruciate e, quindi, più occupazione per chi opera nel settore cerealicolo”.
Quattro i punti illustrati dall’assessore regionale alla Presidenza, Gaetano Armao: “La presenza di un’amministrazione che tutela l’ambiente, il coordinamento tra tutti i soggetti chiamati ad operare nella prevenzione e nella lotta agli incendi, l’utilizzazione dei fondi europei relativi alla programmazione 2013 per l’acquisto dei mezzi antincendio e il ruolo insostituibile svolto oggi in Sicilia dal volontariato”.

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