Fincantieri, una 'commessa' non fa primavera - QdS

Fincantieri, una ‘commessa’ non fa primavera

Rosario Battiato

Fincantieri, una ‘commessa’ non fa primavera

sabato 24 Gennaio 2015

Arrivata ai cantieri navali palermitani la seconda nave del programma “Rinascimento” che vale circa 200 milioni di euro. I sindacati chiedono garanzie sul bacino di carenaggio da 80mila tonnellate: che fine hanno fatto i fondi?

PALERMO – È arrivata Sinfonia. Ormai da due giorni i cantieri navali di Palermo sono al lavoro sulla seconda delle quatto navi della Classe Lirica di Msc Crociere all’interno del programma Rinascimento. Eppure non basta una grande commissione per risolvere i ben noti problemi del polo cantieristico siciliano, che resta in perenne attesa dei lavori per il grande bacino di carenaggio da 80mila tonnellate.
Due mesi fa Armonia, adesso Concordia. Le imprese ingegneristiche del cantiere siciliano continuano nel solco dei sinonimi e, soprattutto, del piano tra Msc Crociere e Fincantieri che prevede un investimento da 200 milioni di euro. Per l’ultima arrivata l’operazione è cominciata con il taglio della nave e il successivo spostamento in avanti della sezione prodiera per circa 30 metri per consentire l’inserimento del troncone centrale di nuova costruzione. Verranno così inserite 106 nuove cabine passeggeri per un lavoro di trasformazione che continuerà per le prossime 8 settimane con la giunzione dei corpi nave, il collegamento degli impianti e il completamento dell’allestimento. Proprio in questa fase è prevista anche l’installazione nel corpo nave originale di ulteriori 87 nuove cabine passeggeri e la realizzazione di 60 cabine passeggeri dotate di balconi, che andranno a sostituire altrettante cabine esterne originariamente dotate solo di finestrini. 
Una grande commessa non può risolvere tutti i problemi. Resta ancora intatto il dubbio sulla programmazione, dal momento che è ancora in alto mare la realizzazione del bacino da 80 mila tonnellate che i sindacati, e non solo, ritengono essenziale per rilanciare lo sviluppo dell’off-shore del cantiere palermitano. Sono stati Daniela De Luca segretario Cisl Palermo Trapani e Ludovico Guercio segretario Fim Cisl Palermo Trapani a chiedere in una nota che fine avessero fatto i fondi che erano stati originariamente previsti per due bacini di carenaggio la cui ristrutturazione era stata bloccata dalla Regione.
 
I lavoratori restano ancora in attesa della delibera di giunta che vada a stornare i fondi, visto che già alla fine di agosto c’era stata la firma del decreto del dipartimento delle Attività produttive che bloccava la procedura per i lavori di ristrutturazione dei bacini di carenaggio da 52mila e 19mila tonnellate nel porto di Palermo, riaprendo sulla carta la corsia al finanziamento del bacino da 80mila tonnellate. Operazione non ancora avvenuta.
In ballo c’è anche un accordo con l’azienda sottoscritto più di un anno fa che prevedeva il rilancio del cantiere navale di Palermo per ridurre la cassa integrazione e dare certezze a circa 500 operai. Richiesto anche un tavolo al Mise per valutare lo stato dell’arte delle opere infrastrutturali attese al cantiere.
La Regione, dal canto suo, a fronte di numerose proposte, viaggia a rilento. Lo scorso maggio aveva revocato le somme destinate ai due bacini di carenaggio da 52 e 19mila tonnellate, però si era presa altri tre mesi per fermare la procedura per i lavori di ristrutturazione. In quell’occasione aveva anche annunciato che i 50 milioni previsti sarebbero stati reinvestiti per il grande bacino assieme al finanziamento da 35 milioni di euro garantito da Fincantieri nel settembre del 2013. Poi nessuna notizia.

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