La previsione firmata da un ricercatore dell’Enea. Ripercussioni su qualità della vita ed economia
CATANIA – A causa del cambiamento climatico globale che agisce a macchia di leopardo, il Sud Italia rischia di diventare una regione dal clima più simile a quello nord africano. è quanto si legge in un articolo pubblicato in questi giorni su Nature Scientific Reports firmato dal ricercatore dell’Enea Andrea Alessandri, che si avvalso della collaborazione di climatologi di prestigiosi istituti stranieri di ricerca.
L’articolo, dal titolo “Evidenze solide dell’espansione e del ritiro del clima Mediterraneo nel XXI secolo”, riporta alcune proiezioni climatiche, effettuate con i modelli numerici che sono in grado di ‘accoppiare’ le simulazioni atmosferiche con quelle degli oceani.
I dati riportati ci dicono come il Mezzogiorno d’Italia, la Grecia e la parte meridionale della Spagna potrebbero diventare sempre più aree assimilabili alle zone aride, con immaginabili ripercussioni nefaste sull’ economia e sulla qualità della vita. Invece, nelle aree mediterranee più a nord, tra cui è compreso il nostro Settentrione, l’incremento delle piogge invernali e le estati più secche potrebbero aumentare la frequenza di alluvioni e allagamenti nella stagione invernale, incendi e scarsità di risorse idriche in estate. è un modello che sembra abbastanza aderente alla realtà, come ci confermano gli eventi meteorologici estremi che hanno colpito duramente le regioni del Nord nei mesi di novembre e dicembre scorsi, e da noi fino a poche ore fa.
Su scala europea, in particolare nelle regioni dell’Europa nord-occidentale, Balcani settentrionali, ma anche in parte di Gran Bretagna e Scandinavia, invece, il clima potrebbe diventare, già nel corso di questo secolo, simile a quello del bacino del Mediterraneo con estati molto secche e inverni miti.
Infine, lo studio, contiene anche proiezioni climatiche che mostrano chiaramente che il clima oggi caratteristico del Mediterraneo, si stia spostando verso le regioni europee continentali, coinvolgendo l’Ucraina, il Kazakistan e la Russia meridionale. E lo stesso fenomeno potrebbe interessare anche la parte occidentale del Nord America.