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Occupazione: saldo positivo in Italia ma in Sicilia si perde ancora il lavoro

Gianluca Di Maita

Occupazione: saldo positivo in Italia ma in Sicilia si perde ancora il lavoro

sabato 24 Gennaio 2015

Ministero dell’Interno e Unioncamere fanno le previsioni del I trimestre del nuovo anno: la nostra Isola non vede il sole. Positivo di 8.400 il saldo tra entrate e uscite nel Belpaese, in Trinacria meno 910 posti

PALERMO – Occupazione: +8.400, il saldo tra entrate e uscite nei posti di lavoro previsto nel primo trimestre 2015, ma non in Sicilia. È quanto emerge dal monitoraggio trimestrale effettuato dal ministero dell’Interno e da UnionCamere nell’ambito del sistema informativo Excelsior, lasciando intravedere uno spiraglio di luce nell’ambito del sistema produttivo.
Tra Gennaio e Marzo in Italia saranno 209.700 i lavoratori assunti, mentre saranno 201.300 quelli in uscita. Un rapporto tuttavia che trova il suo maggior azionista nel Nord, in specie nella dinamica Lombardia che da sola si fa protagonista dell’assunzione di ben 45.400 lavoratori portando il saldo tra entrate ed uscite occupazionali a +9.310. 
Grandi difficoltà invece per la nostra regione, che insieme alla Puglia registra i saldi negativi più gravi del Paese. In Sicilia saranno 910 i posti in meno nel primo trimestre 2015, registrando 10.610 lavoratori in entrata a fronte di 11.520 che invece usciranno dalla posizione occupazionale.
Per quanto concerne l’analisi regionale nello specifico, l’unico provincia siciliana a prevedere un saldo leggermente positivo è Trapani che con un +30 si fa protagonista di ben 1.090 assunzioni. In negativo invece tutte le altre restanti province. Le due aree capofila, quella del catenese e del palermitano, registrano rispettivamente un saldo negativo di -100 e di -50. Ma è Messina tuttavia ad ottenere il primato negativo di provincia siciliana con il più alto saldo di lavoratori in uscita (-400).
Per quanto riguarda la tipologia di lavoratori assunti, in Italia delle 209.700 entrate complessive previste nel I trimestre dell’anno, 165.500 riguarderanno lavoratori subordinati: 45.600 le assunzioni a tempo indeterminato (+ 6.600 rispetto al I trimestre 2014), 71.900 quelle a termine (+2.100), 12.100 i contratti di apprendistato (+2.600), 32.800 i lavoratori interinali (+5.700). Saranno inoltre 44.200 le entrate con forme contrattuali atipiche (+7.700), ripartite tra 26.300 contratti di collaborazione a progetto (+3.200) e 17.900 lavoratori con partita Iva e occasionali (+4.500).
Saranno invece circa 54mila unità gli ingressi previsti nel settore manifatturiero, in cui la meccanica registrerà entrate per circa 16mila lavoratori, le industrie metallurgiche per 9.800, il sistema moda per 5.700 e 6.200 saranno invece previsti nel settore alimentare.
 


Il settore dei Servizi è sempre quello più attivo
 
Oltre 17mila, invece, le entrate che registrerà il settore delle imprese delle costruzioni. Tra i servizi, che complessivamente prevedono 138.600 entrate, spicca la forte richiesta del commercio (33mila entrate), dei servizi di alloggio e ristorazione (19.600), dei servizi alle persone (29mila).
Per quanto riguarda le imprese che si faranno protagoniste di tali assunzioni, le imprese fino a 49 dipendenti prevedono 126.200 entrate, le aziende con oltre 250 dipendenti invece 53.500 e 30mila lavoratori invece andranno alle imprese con 50/249 dipendenti.
Nel complesso, quasi ogni settore segna un ricambio occupazionale abbastanza stabile, specialmente quello manifatturiero e dei servizi, i quali sembrano proiettati a rifornire le propria fila occupazionali. È nel settore dell’Industria, dell’alimentare, del legno e del mobile, e del tessile (che perderà 1.100 lavoratori) che si registrano le eccezioni negative. Saldi negativi pure nel commercio (-1.900), nei servizi operativi di supporto alle imprese e alle persone (-2mila) e, soprattutto, il comparto turistico
(-8.600 unità).

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