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Palermo – Sicurezza del territorio a rischio, l’abusivismo il nemico più grande

Luca Insalaco

Palermo – Sicurezza del territorio a rischio, l’abusivismo il nemico più grande

mercoledì 21 Ottobre 2009

Foti, responsabile della Protezione civile provinciale: “Effettuare il tutto nel più breve tempo possibile”. A Belmonte Chiavelli si attendono le ruspe per avviare le prime demolizioni

PALERMO – Palermo come Giampilieri? Non proprio, ma c’è il rischio che in assenza di interventi tempestivi eventi spiacevoli possano verificarsi anche nel capoluogo. L’allarme è stato lanciato dall’assessore regionale alla Protezione civile, Gaetano Armao: “I tecnici dicono che su Palermo ci sono molto punti in cui è alto il rischio idrogeologico, proprio come a Messina. Per questo bisogna intervenire al più presto che evitare che accadano altre tragedie”.
Come si evince dal Rapporto sullo stato del rischio idrogeologico 2008, redatto dalla Protezione civile regionale, le province di Palermo e di Messina sono quelle maggiormente esposte al dissesto idrogeologico da frana. Ai palermitani, del resto, un promemoria non richiesto sui pericoli insiti nel territorio lo ha fornito la frana di Belmonte Chiavelli, in occasione del nubifragio di un mese fa. Risultato: un mare di fango e detriti e una settantina di evacuati.
“Per fortuna nella borgata non ci sono stati feriti, ma è necessario che si chiariscano cause e responsabilità che hanno condotto a questa situazione di dissesto”, ha detto il deputato regionale del Pd, Giuseppe Lupo, che ha anche chiesto l’intervento del capo della Protezione civile, Guido Bertolaso.
“Non è necessario – osserva Calogero Foti, responsabile del Servizio per la provincia di Palermo del Dipartimento regionale della Protezione civile – un intervento in prima persona da parte di Bertolaso. I problemi possono essere risolti a livello regionale o nei singoli Comuni. Più importante sarebbe invece un’ordinanza di Protezione civile che, oltre allo stanziamento di risorse, permetta di derogare ad alcune norme per effettuare i lavori nel più breve tempo possibile”.
“Più che un rischio di frane – spiega l’ingegnere Foti – in città il rischio è di tipo idraulico, con i fiumi sotterranei che rischiano di esondare se non viene fatta la manutenzione dei canali e non vengono realizzati i collettori”.
Intanto a Belmonte Chiavelli si attende l’arrivo delle ruspe per demolire quei fabbricati abusivi colpevoli di aver deviato il corso delle acque nell’ultimo nubifragio.
“Sarà l’ufficio del Genio civile di Palermo – sottolinea Foti – a progettare l’intervento di sistemazione definitiva del vallone, dove un tempo scorreva l’acqua, al quale deve essere trovato un nuovo tragitto perché quello naturale è stato occupato dalle costruzioni che insistono su quello che era il suo corso naturale”.
 

 
Contromisure. Affrontare immediatamente la questione
 
PALERMO – Se l’ingegnere Foti parla di “scempio urbanistico” compiuto a Belmonte Chiavelli, l’abusivismo edilizio è un fenomeno alquanto radicato in città e le lottizzazioni abusive nelle aree collinari non si contano. “Il Consiglio comunale – dice Nadia Spallitta, capogruppo di Un’Altra Storia – su mia formale richiesta ha bocciato nella zona di Spina Santa, una proposta di Piano particolareggiato che avrebbe consentito in aree a rischio idrogeologico l’edificazione su una vasta superficie di oltre 40 mila metri quadri, e spero che la Regione non intervenga, sostituendosi al Comune, con i soliti commissariamenti. Per affrontare immediatamente il problema della tutela del territorio e soprattutto dell’incolumità dei cittadini, ho proposto alla Commissione urbanistica il rigetto di tutti i Prusst (Programmi di riqualificazione urbana e di sviluppo sostenibile del territorio) localizzati o in verde collinare, o in aree con rischio idrogeologico o di crolli e frane”.

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