Caos in casa Forza Italia. Patto del Nazareno finito - QdS

Caos in casa Forza Italia. Patto del Nazareno finito

redazione

Caos in casa Forza Italia. Patto del Nazareno finito

giovedì 05 Febbraio 2015

Annunciata la rottura con il Pd dopo l’elezione del Presidente della Repubblica

ROMA – Una giornata molto movimentata quella di ieri in casa Forza Italia: prima la richiesta di azzeramento dei vertici del partito, poi la riunione in cui questi ultimi hanno messo sul tavolo le loro dimissioni e alla fine la conferma della fiducia da parte di Silvio Berlusconi. La dimostrazione pratica che le conseguenze del caso Quirinale stanno continuando a scuotere gli azzurri.
A smuovere le acque era stato soprattutto Raffaele Fitto, con la richiesta di fare tabula rasa fra i vertici del partito. Così capigruppo, vice capigruppo e i vertici FI in blocco hanno affidato le dimissioni dai rispettivi incarichi a Berlusconi, il quale però le ha respinte confermando a tutti piena fiducia.
Intanto, “il patto del Nazareno è rotto, congelato, finito”, come annunciato da Giovanni Toti. Non a caso il patto tra Berlusconi e Renzi è finito al centro della riunione del comitato ristretto di Forza Italia, con i vertici azzurri che avrebbero duramente criticato le posizioni assunte dal premier in occasione dell’elezione del nuovo Capo dello Stato, poiché Renzi avrebbe disatteso la parola data.
“Riteniamo Forza Italia libera di valutare quanto proposto di volta in volta, senza alcun vincolo politico derivante dagli accordi che hanno fin qui guidato, nello spirito e negli obiettivi, un percorso comune e condiviso che oggi e’ stato fatto venir meno dalla nostra controparte” è scritto in un documento approvato dal Comitato di presidenza di Forza Italia.
Un documento che, analizzata la situazione politica verificatasi nel percorso che ha portato all’elezione del Presidente della Repubblica, ha denunciato “il metodo scelto dal Partito democratico per arrivare alla designazione del candidato Presidente. La stima e il rispetto, umano e politico, per la persona designata, non possono farci velo nel giudicare inaccettabili le modalità adottate nella trattativa tra le forze politiche dal partito di maggioranza relativa. Modalità che hanno sconfessato quel principio di condivisione delle scelte istituzionali, elemento fondante del patto sulle riforme da noi sempre onorato”.
“La decisione – si legge ancora nel documento firmato dai vertici di FI – di procedere unilateralmente all’indicazione della più alta carica dello Stato in un momento tanto delicato per le nostre istituzioni, interessate dal più vasto cambiamento dall’approvazione della Costituzione repubblicana, costringe il nostro movimento politico a denunciare lo spirito e i presupposti degli accordi che hanno fin qui guidato il cammino delle riforme approvate insieme al Partito democratico e alle altre forze di maggioranza”.
“Resta profonda – è scritto ancora nella nota – la nostra convinzione, espressa fin dalla fondazione del nostro movimento politico, della necessità di modificare il funzionamento dello Stato per renderlo efficiente e governabile. Da opposizione responsabile, quale siamo sempre stati, voteremo solo ciò che riterremo condivisibile per il bene del Paese, senza pregiudizi, come peraltro abbiamo fatto sino a oggi. Riteniamo Forza Italia libera di valutare quanto proposto di volta in volta, senza alcun vincolo politico derivante dagli accordi che hanno fin qui guidato, nello spirito e negli obiettivi, un percorso comune e condiviso che oggi e’ stato fatto venir meno dalla nostra controparte”.
“Il Comitato di presidenza – si legge al termine del documento – chiede quindi ai Gruppi parlamentari di valutare, nel prosieguo del cammino di approvazione delle leggi di riforma che fino a oggi ci hanno visto impegnati in un sostegno generalizzato, le modalità di attuazione di quanto sopra espresso".
Non si è fatta attendere la replica del Partito democratico, che ha detto la sua con una nota a firma del vice segretario Debora Serracchiani: “Se il patto del Nazareno è finito, meglio così. La strada delle riforme sarà più semplice. Arrivare al 2018 senza Brunetta e Berlusconi per noi è molto meglio”.

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