Giuseppe Governale: "Organizzazione snella e aderente al territorio" - QdS

Giuseppe Governale: “Organizzazione snella e aderente al territorio”

Gaia Perniciaro

Giuseppe Governale: “Organizzazione snella e aderente al territorio”

venerdì 06 Febbraio 2015

Forum con Giuseppe Governale, comandante legione Carabinieri Sicilia

Quante Stazioni dei carabinieri ci sono in Sicilia?
“Su 390 comuni dell’Isola, l’Arma è presente in 350 di essi. Nelle città più grandi insistono più Stazioni: ad esempio a Palermo ve ne sono 17, a Catania e Messina 7, come anche centri non capoluogo di provincia quali Marsala 2, Gela 2, e Lipari con ben 4 Stazioni suddivise per le isole minori. In tutto le Stazioni sono 413, più 7 Tenenze”.
Con il vostro impegno avete una conoscenza capillare della realtà siciliana. Qual è la situazione dal punto di vista della sicurezza?
“Bisogna fare un distinguo nel senso che separerei la macro criminalità dai cosiddetti reati di strada. Per quanto riguarda la criminalità organizzata è sotto l’occhio di tutti come negli ultimi anni la componente militare si sia notevolmente ridimensionata e questa è una conseguenza non solo delle risposte che le forze di Polizia e la Magistratura hanno saputo porre in essere, ma anche di un cambiamento di strategia della mafia che, per non attirare l’attenzione, ha optato per l’inabissamento. Inoltre, le famiglie trovano difficoltà nella sostituzione dei capi. Vi sono dei reggenti che solo in parte riescono a sopperire, per minore carisma ed affidabilità, al vuoto di potere. La crisi economica, inoltre, ha condotto alla diminuzione degli appalti e delle estorsioni; per queste ultime non si tratta di una diminuzione del numero ma piuttosto di una diminuzione del dovuto: cioè la criminalità organizzata tende ad accontentarsi di somme minori. Lo slogan è tutti devono pagare, anche poco, ma tutti.
Per far fronte alla necessità di introiti, le attività illecite fanno registrare anche un aumento dello spaccio di stupefacenti, testimoniato dai reati perseguiti che sono passati – dati Arma significativi perché mediamente fanno riferimento ad oltre il 70% dei reati perseguiti dalle forze di Polizia – dai 1.767 del 2013 ai 1.882 dell’anno appena trascorso. Per ciò che riguarda invece la microcriminalità, i cosiddetti reati di strada, i numeri di settore fanno registrare una situazione complessivamente stazionaria: oltre 127.000 i reati con riduzione per alcune tipologie. Al riguardo le rilevazioni statistiche non consentono di superare la ‘percezione della sicurezza’ del cittadino, un tema molto rilevante che affligge la società civile nel senso che ad un ammalato di tumore non possiamo certo dire, per renderlo più sereno, che la percentuale di tali malattie è magari diminuita”.
Quanti uomini e mezzi utilizzate per la vostra azione preventiva e per quella repressiva?
“L’organizzazione dell’Arma è snella ed aderente al territorio. La forza effettiva di tutta la Legione è di 8.402 unità. Di queste ben 7.575 vengono impiegate in servizio operativo, mentre 6.060 sono effettive alle Stazioni, la “carne viva” dell’Arma. Il numero dei dirigenti si attesta a 14 unità su una forza effettiva, come detto, di oltre 8.000 carabinieri (pari a circa lo 0,0016%), tra cui un solo dirigente superiore, con il grado di generale di brigata. Addirittura i Comandi di Enna e Ragusa sono retti da due ufficiali non dirigenti”.
Dall’altra parte la razionalizzazione del dispositivo è un impegno che il comando generale ha assunto da oltre un quinquennio e che ha portato alla riduzione di oltre il 30% degli automezzi e di tutti i dispositivi non direttamente riconducibili al controllo del territorio, senza con ciò inficiare l’attività operativa che al contrario ha fatto registrare un aumento degli arresti passando da 8.095 del 2013 a 8.335 del 2014 (+3%). Certo la contingentazione del turn over, ancora per il 2015 fissata al 55%, fa si che la gestione del personale, soprattutto di quello in servizio alle Stazioni, diventi un aspetto molto oneroso per assicurare un modulo operativo in grado di interfacciarsi efficacemente con la collettività. Ogni giorno vengono mediamente impiegati in attività di istituto quasi 6.000 unità operative, che fanno dell’Arma il maggior contributore in materia di sicurezza, come attesta il numero di informative di reato che ogni giorno pervengono alle procure della Repubblica dell’Isola”.
 
Quali sono oggi i maggiori reati? Quanto influisce o ha influito la crisi economica?
“Farei un distinguo ancora una volta tra valori assoluti e di tendenza. In termini assoluti, nel 2013 l’attività operativa dell’Arma ha fatto registrare nel 2014 un numero di furti sostanzialmente analogo a quello del 2013, mentre le rapine hanno avuto un’evidente flessione del 23%. In particolare si sono verificati: 66.646 furti e 2.120 rapine per il 2013 e 66.286 furti e 1.632 rapine per il 2014. Da un’altra parte aumentano sensibilmente i reati a sfondo sessuale, gli attentati incendiari, mi riferisco a quelli su autovetture, e i furti di energia elettrica e di prodotti agricoli, e ciò fa sicuro riferimento alla crisi economica. Un dato che dà un’idea di quanto la società civile siciliana deve ancor crescere è l’evasione scolastica. Nel 2014 sono stati perseguiti ben 555 casi contro i 332 del 2013”.
Come giudica l’attenzione della società nella lotta contro la criminalità organizzata e il racket?
“Nel settore tanto è stato fatto e tanto c’è da fare. In ambito nazionale e locale vi sono delle eccellenze di impegno civile che hanno condotto a qualche successo, che però non ha finora impedito di disancorare il carretto dal fango ove è tuttora impantanato. Senza fare il moralista è certamente chiaro che per sradicare gli ancora diffusi fenomeni di corruttela comportamentale, quelle certe perniciose tendenze all’accomodamento e alla raccomandazione, non si può guardare solo alla legalità bensì anche alla morale”.
 
A che livello è il coordinamento informatico con le altre forze di Polizia?
“L’aspetto informatico rientra nel più generale coordinamento tra le forze di Polizia garantito da principi e procedure di sperimentata efficacia quali: la cooperazione internazionale di polizia, la banca dati unica interforze, la ripartizione dei comparti di specialità, il differenziato potenziamento dei presidi sul territorio a favore della Polizia di Stato nei capoluoghi e dell’Arma in provincia, i piani coordinati per il controllo del territorio, con centrali operative interconnesse, adottati nei capoluoghi e nei centri più importanti. Piani che prevedono la suddivisione delle aree da pattugliare in settori affidati a giorni alterni a carabinieri o polizia, l’opportunità di bandi di gara anch’essi unici per approvvigionamenti di comune interesse.
Sono tutti punti di forza che si basano sull’affermazione del moderno concetto di sicurezza ‘partecipata’ e sulla valorizzazione dei contributi di istituzioni locali e cittadinanza, la cui efficacia è stata, nel luglio 2011, sottolineata dal capo dello Stato nel suo intervento alla cerimonia per i ‘Cento anni di Viminale’, indicando quale pilastro di sistema la ‘pluralità’ delle forze di polizia, in uno con l’unitarietà della loro azione.
L’Italia nel coordinamento è all’avanguardia, con particolare riferimento all’efficienza e alla condivisione delle strategie operative che le forze di Polizia italiane riescono ad esprimere. Si pensi, ad esempio, agli Stati Uniti dove un delitto commesso nell’Arkansas non è sempre conosciuto agli operatori della Louisiana, o alle 43 Forze di polizia locali operanti in Inghilterra, dove il coordinamento è solo allo stato potenziale”.

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