Perquisizioni della GdF nelle sedi di Ubi-Banca - QdS

Perquisizioni della GdF nelle sedi di Ubi-Banca

redazione

Perquisizioni della GdF nelle sedi di Ubi-Banca

giovedì 12 Febbraio 2015

Presunte irregolarità nell’elezione dei Consigli di sorveglianza e di gestione

BERGAMO – Perquisizioni della Finanza nelle sedi di Ubi banca e nella sede di Bergamo della Compagnia delle Opere e della Confiab (Confederazione degli artigiani di Bergamo). Procura di Bergamo e Guardia di Finanza ipotizzano presunte irregolarità avvenute durante l’assemblea della banca del 2013, nel corso della quale sono stati eletti il Consiglio di sorveglianza e il Consiglio di gestione dell’istituto. In particolare, sempre secondo l’accusa, sarebbero state raccolte illegalmente deleghe in bianco e anche deleghe con firme falsificate.
Nel nuovo filone d’inchiesta che riguarda Ubi Banca, diretto dal pm di Bergamo Fabio Pelosi e svolto dal Nucleo di Polizia valutaria della GdF, sono indagati il presidente del Consiglio di sorveglianza di Banca intesa San Paolo Giovanni Bazoli nella qualità di presidente dell’Associazione banca lombarda e piemontese e i vertici di Ubi banca. Tra questi Franco Polotti, presidente del Consiglio di gestione di Ubibanca, Andrea Moltrasio, presidente del Consiglio di sorveglianza, Victor Massiah, amministratore delegato, Mario Cera, vice presidente vicario del Consiglio di sorveglianza ed Emilio Zanetti, consigliere di amministrazione della Banca popolare di Bergamo e della Banca popolare commercio e industria. Per i sei il reato ipotizzato è ostacolo alla vigilanza.
Nell’inchiesta vi sono altri cinque indagati: Antonella Bardoni, presidente della Confiab (Confederazione artigiani di Bergamo) e componente il Consiglio di sorveglianza di Ubi Banca, Giuseppe Sciarrotta, responsabile del servizio rapporti con i soci dell’istituto, Guido Marchesi, consulente dello stesso servizio, Marco Mandelli, direttore generale della Banca popolare commercio e industria (gruppo Ubi) e Rossano Breno, in passato presidente della Compagnia delle Opere di Bergamo. Il pm Pelosi ipotizza nei loro riguardi il reato di illecita influenza su assemblea, previsto da una specifica norma del codice civile.
Nel maggio scorso l’inchiesta della Procura di Bergamo aveva contestato ai vertici di Ubi banca e anche di Ubi leasing i reati di ostacolo alle funzioni di vigilanza e solo a Ubi leasing quelli di truffa e riciclaggio. Il reato di ostacolo all’attività di vigilanza si riferiva a presunte, gravi anomalie nella modalità di comunicazione riguardo alle indicazioni dei vertici di Ubi-Banca, nata dalla fusione di Banca popolare di Bergamo e altre Banche popolari.
 
Secondo l’accusa, due gruppi di azionisti di Ubi-Banca – l’Associazione Amici di Ubi e l’Associazione Banca lombarda e piemontese, quest’ultima presieduta da Bazoli – avrebbero messo in campo, senza che le autorità di vigilanza ne avessero compiuta conoscenza, un sistema di regole tale da predeterminare i vertici di Ubi-Banca. Quanto ai reati di truffa e riciclaggio contestati agli ex dirigenti di Ubi-Leasing, la magistratura ipotizza gravi irregolarità nella compravendita di beni di lusso, tra i quali imbarcazioni e aeromobili. Secondo le ipotesi dell’accusa, tali beni venivano ceduti in leasing a persone fisiche e società.
“Le dimissioni dei vertici pro tempore di Ubi – ha affermato Giorgio Jannone, presidente delle Cartiere Pigna, ex parlamentare del Pdl e capofila dei soci critici dell’istituto – sono, a questo punto, tanto urgenti quanto inevitabili, essendo venuto palesemente meno il richiesto requisito della onorabilità’’. Jannone ha concluso rivendicando affermando come le perquisizioni di ieri siano “conseguenza dei miei esposti e delle mie denunce’’.

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