La Sicilia pensa a una nuova idea di pesca - QdS

La Sicilia pensa a una nuova idea di pesca

Emiliano Zappala

La Sicilia pensa a una nuova idea di pesca

domenica 15 Febbraio 2015

Il Distretto produttivo della pesca sta mettendo in pratica il concetto di Blu economy per il settore. Tutto si fonda sul concetto di sviluppo sostenibile per poi diramarsi in quattro direttrici di sostenibilità: economica, sociale, ambientale e culturale

PALERMO – Sono stati presentati nei giorni scorsi ai soci del Distretto produttivo della pesca–Cosvap i dieci laboratori del Centro di certificazione e prova e dei servizi, offerti alle aziende nell’ambito del progetto “Nuove Rotte Blue Economy”.
I dieci laboratori curati da istituti scientifici saranno dedicati a diverse tematiche, tra cui: eco-sostenibilità e responsabilità sociale (Iamc-Cnr); valorizzazione ed attuazione dell’innovazione (Iamc-Cnr); certificazione delle produzioni di qualità (Izs Sicilia); tracciabilità, rintracciabilità e sicurezza alimentare (Izs Sicilia); certificazioni per i mercati esteri (Izs Sicilia); shelf life (Bionat); prodotti salutistici (Bionat); certificazione genetica (Bionat); servizi tecnici (K2 Innovazione); eco-innovazione dei processi produttivi  (Iamc-Cnr).
Il dottor Giuseppe Barbera dell’Izs di Palermo, responsabile di uno dei 10 laboratori ha spiegato che “il Centro di certificazione e Prova può essere considerato una grande officina dove le aziende aderenti al Distretto possono rivolgersi per ottenere una serie di servizi e consulenze per: la valorizzazione dei prodotti con il riconoscimento della loro qualità, la eco-sostenibilità della pesca, la certificazione delle aziende per la loro competizione in mercati esteri. Questi processi e le attività dei laboratori seguono rigorosamente i principi della “Blue economy”, la filosofia produttiva che danni viene propugnata dal Distretto della Pesca e che guarda alla salvaguardia e alla rigenerazione delle risorse e la loro utilizzazione responsabile”.
Mentre invece il professor Vincenzo Fazio, presidente del Centro di competenza distrettuale ha illustrato lo studio per la rilavorazione di alcuni scarti di produzione delle aziende ittiche, quali ad esempio scarti in farina di pesce; da qui la possibilità di creare un’azienda formata da giovani impegnata in questo settore innovativo.
“Il progetto ‘Nuove Rotte verso la Blue Economy’– ha dichiarato Fazio – ha raggiunto una fase significativa con i 10 laboratori grazie a studiosi ed esperti di enti scientifici partners. L’Expo di Milano sarà una grande opportunità per presentare al mondo la “Blue economy”, un modello di sviluppo e produzione che nasce in Sicilia e nella quale si possono riconoscere tutti i Paesi del bacino del Mediterraneo”.
Nel corso dell’incontro è stato presentato anche il nuovo portale del Centro di certificazione e prove dei Produttori della pesca dove gli utenti ed i partners dell’iniziativa potranno verificare costantemente le fasi del progetto e le attività dei dieci laboratori attraverso le varie sezioni del sito internet.
Ha quindi ormai preso completamente piede il progetto di “Blue economy”del Distretto produttivo della pesca. L’idea nasce dal concetto di sviluppo sostenibile, ma va oltre, sviluppandosi verso quattro specifiche direttrici di sostenibilità: economica, sociale, ambientale e culturale.
Da tempo sono stati avviati e realizzati numerosi studi, progetti e ricerche economiche, giuridiche, sociali e scientifiche afferenti alla “Blue Economy”, in particolare sul piano del trasferimento di tecnologie da applicare alle piccole e micro-imprese e sul piano internazionale. Adesso è arrivato il momento di raccogliere i primi frutti.
L’obiettivo è la creazione di piccoli clusters, di tanti piccoli Distretti nella Regione mediterranea.
A questo punta il Distretto Mediterraneo, che rappresenta la Rete delle reti. Si vuole arrivare a dar vita a un network essenziale per la creazione di posti di lavoro in loco nei territori della sponda Sud e frenare così “l’emorragia” di migliaia di esseri umani che ogni giorno tentano di raggiungere l’Europa. La proposta è la costituzione di una Blue Economic Zone.

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