Sforbiciata per la Formazione, solo 843 mln da qui al 2020 - QdS

Sforbiciata per la Formazione, solo 843 mln da qui al 2020

Michele Giuliano

Sforbiciata per la Formazione, solo 843 mln da qui al 2020

giovedì 19 Febbraio 2015

L’assessore Mariella Lo Bello si è confrontata a Messina con sindacati e lavoratori del settore. Intanto si pensa ad un prepensionamento di 500 unità e a coprire la Cig 2014

MESSINA – Subito 500 dipendenti del sistema formativo in prepensionamento, accelerazioni sui rendiconti e soldi per coprire la cassa integrazione del 2014. Parole che in realtà sono state dette più volte e da diversi protagonisti. L’ultimo impegno è arrivato però dal neoassessore regionale alla Formazione, Mariella Lo Bello, che si è confrontata con sindacati e lavoratori al Salone delle Bandiere del Comune di Messina. Si sa che quando cambia un assessore cambiano anche le modalità di intervento e di programmazione. E allora lunga vita alla Lo Bello, urlano in cuor loro i lavoratori della formazione, affinchè la politica non prenda la scusa degli avvicendamenti (come se la colpa non fosse la sua).
L’assessore ha reso nota la sua programmazione con l’obiettivo di andare ad aggredire le situazioni più critiche, ben sapendo che tutte non potranno essere superate nell’immediato.
Anzitutto sul piano dello sfoltimento del personale degli enti si è pensato ad un prepensionamento per circa 500 operatori, 400 negli enti di formazione e 100 per gli ex dipendenti degli sportelli multifunzionali. In questo caso servirebbero risorse per circa 20 milioni di euro ma questo piano è in attesa di approvazione da parte del ministero del Lavoro. Altri 150 milioni si vogliono dedicare alle politiche attive per coprire il periodo fino al 31 dicembre del 2014, vale a dire al quota parte per pagare la cassa integrazione per tutti i lavoratori del settore licenziati.
La nota dolente è quella degli investimenti per quanto concerne il periodo 2014-2020. Per la formazione ci saranno infatti “soltanto” 843 milioni, vale a dire quindi una media di 120 milioni di euro l’anno da potere spendere. Stiamo parlando di cifre quasi irrisorie se si considera che sino a due anni fa se ne spendevano 250 e quest’anno altri 180, con 4 mila lavoratori licenziati.
Il che lascia presupporre che ci saranno altre “cure dimagranti” negli anni a venire, quindi possibili decurtazione di finanziamenti e conseguentemente altri licenziamenti. Altro capitolo è quello riguardante alle norme di accreditamento per gli enti di formazione: l’impostazione rimarrà quella attuale ad eccezione della voce relativa ai contenziosi che non possono essere attivati tra enti e Regione, pena revoca dell’accreditamento.
Un’inversione di rotta decisa dopo la bacchettata del Tar che ha ritenuto illegittimo questo impedimento, dando ragione ad alcuni enti che hanno fatto ricorso ed hanno incassato un’importante vittoria che porterà il governo regionale a apportare questa modifica.
Prevista poi anche un’accelerazione negli uffici dell’assessorato per il completamento di tutte le rendicontazioni degli anni passati degli enti di formazione al fine di erogare le spettanze pregresse ai lavoratori.
Per quanto riguarda infine il progetto “Prometeo”, partito solo in minima parte, è previsto un incontro tra l’assessore Lo Bello e l’ente gestore del Ciapi, insieme ad alcuni lavoratori, per superare criticità ed avviare tutti i percorsi previsti.
 


Tanti i nodi da affrontare risalenti agli anni passati
 
Intanto ci sono tanti altri nodi che il governo regionale dovrà affrontare. Ad esempio le irregolarità del piano formativo 2000-2006 e l’irregolarità ravvisata dall’Olaf per i contestati extrabudget che la Regione ha rivoluto indietro dagli enti. Da qui è nata una doppia interrogazione all’Ars e a Bruxelles per far luce su queste questioni, primi firmatari la capogruppo Valentina Zafarana alla Regione e all’Ue l’eurodeputato Ignazio Corrao. I due atti cercano risposte all’ennesima tegola abbattutasi sul mondo della Formazione, questione per la quale il M5S all’Ars aveva già espresso enormi perplessità, anche con un formale atto di censura per il massimo dirigente regionale, Patrizia Monterosso. “E’ doveroso – dice la Zafarana – indagare a fondo sulla questione e stabilire una volta per tutte fino a che punto arrivano eventuali responsabilità delle due dirigenti regionali Corsello e Monterosso, le cui colpe nel disastro della Formazione sono più che evidenti”. Del  pronunciamento dell’Olaf il Movimento fa una sorta di questione morale per portare immediatamente in aula la mozione di censura alla Monterosso, “che rischia di essere rinviata deliberatamente alle calende greche”.

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