La bellezza del lavoro, la stanchezza delle rughe - QdS

La bellezza del lavoro, la stanchezza delle rughe

Carlo Alberto Tregua

La bellezza del lavoro, la stanchezza delle rughe

giovedì 19 Febbraio 2015
Partorirai con dolore, lavorerai con sudore (Genesi, versetti 16 e 17). Che ci si debba affaticare quando si lavora è pacifico. Il nostro corpo produce energia che serve al metabolismo basale per fare funzionare i sistemi in modo automatico: occorrono circa sette/ottocento calorie. Per tutte le attività che svolgiamo normalmente ne servono ancora mille/milleduecento. Tutte le calorie in più, che ingurgitiamo con il cibo, servono solo a creare i cuscinetti adiposi, poco estetici e molto dannosi per la salute.
Dunque, lavorare ha un costo in termini di consumo energetico e di affaticamento. Lavorare per lavorare o lavorare per raggiungere degli obiettivi, fa la differenza. Nel primo caso si tratta di un lavoro a perdere dal quale non si ha alcuna soddisfazione, anzi, si acquisisce via via la consapevolezza della inutilità della propria attività.
Nel secondo caso, invece, quando si raggiunge l’obiettivo prefissato, il godimento e la soddisfazione sono conseguenti perché vi è stata la misura della propria capacità non solo a fare, ma a ottenere quello che si voleva.

Tanta gente non ha la bussola per cui è priva di punti di riferimento. Andare a Nord o a Sud, a Est o a Ovest è la stessa cosa. Ma non è così, perché si imbocca una direzione in relazione al punto di arrivo.
Mentre questo comportamento è pacifico per la rotta di una nave o di un aereo non c’è, in tanti casi, quando le persone fanno un lavoro senza obiettivi.
Non sembri una distinzione di poco conto perché a ogni utilizzazione di energia deve corrispondere una contropartita, non solo in termini materiali, ma anche in termini di soddisfazione che è indispensabile quando si esercita un mestiere o una professione.
L’imprenditore che non riesce a chiudere il bilancio in attivo, si stressa molto di più di chi, invece, ce l’ha fatta. Il professionista che non vede l’utilità delle consulenze ai propri clienti può anche avere la soddisfazione del guadagno, ma non quella di aver reso un servigio agli stessi. Un dirigente che vede come la propria squadra funzioni bene, anche se stanco è contento, quando, invece, vede che la stessa ha disfunzioni, alla stanchezza somma stress e scontentezza.
 

Il lavoro è bello quando è produttivo, non tanto in senso economico, quanto in senso funzionale. In questo caso la stanchezza non si avverte più, le rughe sono motivate e si ottiene quella soddisfazione che, in fondo, è il piacere ultimo di chi lavora. Anche l’attore non pagato, spesso si accontenta di quello che il gergo chiama panetto, cioè l’applauso degli spettatori.
Per capire quanto andiamo scrivendo, bisogna essere colti, che non è la stessa cosa di essere istruiti. La cultura è l’insieme delle cognizioni intellettuali di cui è dotata una persona. Ovviamente le cognizioni sono collegate e rappresentano un quadro di riferimento che consenta di capire bene come funzionano gli eventi. Capire soprattutto il rapporto fra cause ed effetti.
Essere istruiti, invece, significa l’attività o l’addestramento per conoscere in senso passivo. Certo, bisogna essere istruiti per poi diventare colti, e per diventare colti bisogna continuamente leggere, leggere e leggere, collegare e collegare concetti che consentano di fare esperienze innestate sulla vita di tutti i giorni.

Per diventare colti bisogna avere sete di sapere, essere positivi, avere buon umore, quel buon umore che non è gratis. Ognuno di noi deve volerlo perché la natura umana porta a diventare pessimisti e di cattivo umore.
Quando si producono le endorfine, vuol dire che si sta bene oppure bisogna assumere quell’ormone, la serotonina, che fa vedere la vita in rosa.
La bellezza è una specie di armonia visibile che penetra soavemente nei cuori umani (Ugo Foscolo 1778-1827).  Essa è più importante quando è interiore. Donne belle e uomini bellocci ve ne sono tanti ma, spesso, sono privi di bellezza interiore, perché quest’ultima non è composta di tratti estetici ma di requisiti della mente e del cuore.
Il lavoro si deve fare con passione e con entusiasmo. Guai a chi lo esercita come un castigo. Sudare è bello se riesce a soddisfare. Bisogna credere in quello che si fa e fare quello in cui si crede.

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