Bomba amianto sulle carceri siciliane - QdS

Bomba amianto sulle carceri siciliane

Rosario Battiato

Bomba amianto sulle carceri siciliane

martedì 03 Marzo 2015

La mappa del ministero: 11 strutture dell’Isola sulle 28 nazionali presentano manufatti da rimuovere o in fase di rimozione. Segnalazioni del sindacato di polizia penitenziaria e del M5S. A rischio Piazza Lanza e Bicocca

PALERMO – Pensare alle carceri italiane come strutture di recupero non è mai stato un pensiero immediato, dati i ben noti problemi che gravano sul sistema nazionale in termini di sovraffollamento e qualità degli spazi, ma adesso sarà ancora più difficile. L’Adnkronos ha infatti diffuso la mappatura nazionale del ministero della Giustizia relativa alla presenza di un compagno di cella particolarmente invasivo e pericoloso: l’amianto.
 
In tutta Italia sono 28 le carceri, pari al 14% del totale, che ancora mantengono manufatti realizzati col minerale cancerogeno, responsabile di alcune patologie correlate all’esposizione tra cui il mesotelioma pleurico. Di queste 11 si trovano in Sicilia. Nel mirino del rischio non ci sono soltanto i detenuti, ma anche i lavoratori delle strutture. Un ritardo colossale nelle bonifiche a fronte di una legge nazionale che ne ha disposto l’azione di rimozione nel 1992. 
Lo scorso 11 febbraio Alessio Mattia Villarosa, deputato del M5S alla Camera, ha presentato una interrogazione in materia, riportando le segnalazioni del Sippe (Sindacato di polizia penitenziaria) al Visag (servizio di vigilanza sull’igiene e la sicurezza dell’amministrazione della giustizia) “in merito alla presenza, all’interno di diversi istituti penitenziari della penisola, di materiale in cemento amianto potenzialmente dannoso per la salute umana”.
Nel 2013 lo stesso Villarosa, durante una visita ispettiva al carcere di Messina Gazzi, “ha notato la presenza di un capannone, con una copertura di circa 250 metri quadrati in eternit, in prossimità di uno dei muri esterni della struttura carceraria, quindi, molto vicino anche alle abitazioni dei cittadini residenti nelle vicinanze del carcere”. Inoltre la presenza di materiale in cemento amianto “è stata riscontrata anche nel carcere di Palermo Ucciardone e, a tal riguardo, il Sippe e l’Associazione diritti e tutele hanno presentato un esposto alla procura della Repubblica di Palermo”.
Segnalazioni che anticipano quanto contenuto nella mappatura ministeriale che riporta ben 11 segnalazioni in Sicilia, pari al 40% del totale nazionale. Si comincia con la struttura di Castelvetrano, dove esistono 2 recipienti da 200 litri ciascuno in eternit, impianto in cui “lo smaltimento avverrà a breve tramite ditta specializzata” riporta la nota ministeriale.
 
A Catania sono ben due le strutture da bonificare: a piazza Lanza c’è una tettoia cortile di passeggio per un totale di 110 mq, per la quale sono “avviate procedure di ricerca di mercato”, mentre a Bicocca si trovano pannelli in eternit presso l’impianto di depurazione e nella canna fumaria della centrale termica.
 
Restiamo in provincia di Catania con Giarre, dove si trovano piccoli manufatti in eternit all’interno della serra. Il percorso prosegue a Enna, materiali accantonati da smaltire, e Favignana, 50 pannelli in eternit nella vecchia struttura dismessa.
 
A Messina si sono trovate parti in amianto in corso di rimozione così come sono in corso le operazioni di incapsulamento di coperture in cemento amianto e di rimozione canne fumarie e pluviali. Il nostro giro si conclude con Noto, 10 contenitori in eternit, Palermo Ucciardone, avviate le operazioni di rimozione per alcuni materiali in eternit, San Cataldo, avviata una ricerca idonea di mercato per procedere alla bonifica di una quantità non precisata di eternit, e Trapani, amianto presso le coperture magazzino.

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