“Stai sereno”, “Stai tranquillo” - QdS

“Stai sereno”, “Stai tranquillo”

Carlo Alberto Tregua

“Stai sereno”, “Stai tranquillo”

martedì 03 Marzo 2015

Letta docet, Crocetta avvisato

Ricordate quando il segretario del Pd, Matteo Renzi, nel salotto televisivo di Daria Bignardi (Le invasioni barbariche) rivolgendosi al primo ministro Enrico Letta, gli mandò un messaggio: “Stai sereno.”? Poco dopo si recò dal Presidente della Repubblica comunicando che il suo partito non appoggiava più Letta che fu quindi costretto alle dimissioni.
Allora criticammo la rassicurazione e la successiva giravolta. Della prima non c’era bisogno per accertare un fatto pacifico. Infatti il placido Letta non sarebbe stato in condizioni di fare le riforme che poi ha cominciato a fare Renzi, marciando con passo spedito per alcune di esse, ma facendosi bloccare per altre.
Fra queste indichiamo il ddl sulla concorrenza che recepisce alcune indicazioni dell’Antitrust, ma non interviene con decisione su tante materie ove ancora una volta la stanno spuntando categorie e corporazioni che tutelano i loro privilegi a danno dei cittadini. E ancora, il ddl sulla pubblica amministrazione che resiste forsennatamente all’inserimento di efficienza, trasparenza, merito e responsabilità. 

Nella riunione della Leopolda di Palermo di sabato 28 febbraio, il delfino di Renzi in Sicilia, Davide Faraone, emulando in qualche modo il suo patron, ha esclamato rivolgendosi a Crocetta: “Stai tranquillo”. Due più due, magari tardi, fa sempre quattro. Ci sembra che a questa rassicurazione seguirà la caduta dello stesso Crocetta, per sua incapacità ad assolvere i compiti più importanti del presidente della Regione siciliana.
Fra essi, mettere in atto programmi seri per fare aumentare Pil e occupazione, attuando tutte le azioni che tendano a questi risultati. Il resto fa parte del mondo delle chiacchiere di cui i siciliani sono arcistufi. Crocetta – che indichiamo sempre nel suo ruolo istituzionale e non come persona fisica di cui non ci importa nulla – ci fa fare cattive figure ogni volta che va in televisione o in radio nazionali perché dimostra di non sapere cosa fare e argomenta in maniera così confusa che forse neanche lui stesso capisce.
Ecco, la prima sua inconcludenza riguarda la legge regionale di Stabilità 2015 non ancora approvata, la cui scadenza improrogabile è fissata per il prossimo giovedì 30 aprile.
 

In attesa che l’evento si compia, salvo miracoli, quasi tutti gli oppositori siciliani di Renzi – cioè i gufi, i conservatori e i custodi dei loro privilegi – hanno disertato la Leopolda siciliana che si è svolta nell’ex Fabbrica Sandron a Palermo.
Faraone ha detto con chiarezza che deve cambiare il modo di lavorare di governo e maggioranza regionali, per soddisfare le esigenze di quel 50% di siciliani che non ha votato, attivando processi virtuosi verso la crescita e l’occupazione.
Ma con questi protagonisti in Ars e con questo presidente della Regione, ciò non è possibile. Ecco perché si rende urgente un cambio di codesti (ir)responsabili delle istituzioni siciliane con altri che provengano dalla Comunità siciliana, i cui requisiti sono semplici: non aver mai fatto politica politicante, avere esercitato mestieri e professioni con adeguati redditi dichiarati, essere persone integerrime, senza scheletri negli armadi, ed avere un cursus honorum tale da giustificare l’assunzione della leadership, da esercitare con consapevole e vero spirito di servizio. 

Alle prossime elezioni, quel 50% di siciliani che non ha votato, deve assumere la responsabilità di dare il proprio consenso a chi abbia i sopra indicati requisiti. Diversamente la Sicilia continuerà a peggiorare con l’aumento della già diffusa povertà e senza alcuna speranza di ricominciare una risalita, seppure lenta e faticosa.
Da parte nostra continuiamo senza alcuna esitazione ad indicare le soluzioni (che ci sono) per attuare le quali occorrono personalità adeguate che abbiano dimostrato con i propri comportamenti di avere i requisiti necessari.
Non importa che la nuova leadership regionale sia fatta di uomini, di donne, di anziani o di giovani, importa che siano persone per bene, oneste e capaci.
La Campagna etica lanciata dal QdS nel novembre del 2013, continua a raccogliere consensi da più parti della Classe dirigente siciliana, che comincia a capire la necessità di fare squadra e spingere tutti gli isolani verso Risorgimento Sicilia.

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