Roberto Helg: "L'ho fatto per bisogno, mi hanno pignorato la casa" - QdS

Roberto Helg: “L’ho fatto per bisogno, mi hanno pignorato la casa”

redazione

Roberto Helg: “L’ho fatto per bisogno, mi hanno pignorato la casa”

martedì 03 Marzo 2015

Il presidente della Camera di commercio e vice presidente della Gesap sorpreso dai carabinieri subito dopo avere intascato 100 mila euro da un ristoratore affittuario di un'attività nell'aeroporto Falcone-Borsellino

ORE 16.20
 
"L’ho fatto per bisogno, mi hanno pignorato la casa": così il presidente della Camera di Commercio di Palermo Roberto Helg ha giustificato, nel lungo interrogatorio della scorsa notte, la richiesta di una mazzetta di centomila euro al titolare di una pasticceria che ha un locale all’aeroporto di Palermo.
L’indagato, arrestato in flagranza per estorsione aggravata, avrebbe negato per ore tentando di giustificare la presenza di 30 mila euro in contanti e di un assegno di 70 mila dell’imprenditore. Intorno alle due di notte, sentendo che gli inquirenti erano in possesso della registrazione della sua conversazione con la vittima all’atto della consegna dei soldi, ha deciso di ammettere la richiesta della tangente sostenendo di aver bisogno di soldi.
 

 
ORE 14.30
 
Dalla lotta al racket delle estorsioni al carcere per avere intascato una tangente da 100mila euro da un ristoratore: Roberto Helg da quarant’anni è tra i volti più noti del commercio a Palermo, sempre in prima linea nelle battaglie per la categoria, spesso duro con le varie amministrazioni locali, come lo fu con l’ex sindaco Diego Cammarata (Pdl), pur essendo collocato politicamente nell’alveo del centrodestra.
 
Da ben 18 anni Helg è a capo della Confcommercio di Palermo, associazione diventata quasi un feudo dell’imprenditore, abile nel tessere rapporti con la politica: proprio dall’associazione, era il 2008, aveva sospeso un commerciante perché il suo nome era comparso in un ‘libro-mastro’ trovato al boss Salvatore Lo Piccolo, mentre in un altra inchiesta di mafia, dieci anni prima, lo stesso Helg fu tirato in ballo da alcuni pentiti come uno degli imprenditori che pagava il pizzo ma quell’accuse poi non furono provate.
 
Da nove anni consecutivi Helg guida anche la Camera di commercio del capoluogo siciliano, riuscendo ad avere sempre la meglio sui suoi competitori, in particolare su Confindustria, grazie sempre alla sua qualità di tessitore di rapporti. Ruolo che gli ha consentito di sedere nel board della Gesap, la società di gestione dell’aeroporto Falcone Borsellino.
 
Da imprenditore ha alle spalle una lunga attività nel campo degli articoli da regalo, l’impresa però è fallita qualche anno fa. Invano, Helg tentò di rilanciarla quando provò, in partnership col gruppo Carrefour ad aprire un grande centro commerciale, in via Castelforte, che non ottenne l’ok dagli uffici comunali.
 
Con lui, da componente della giunta camerale, nel 2005 la Camera di commercio di Palermo fu la prima in Italia ad aprire uno sportello per la legalità, per assistere gli imprenditori che denunciano usura e richieste di pizzo. Proprio la lotta al racket è stato il suo impegno negli ultimi anni, Helg è stato tra coloro i quali con un comunicato stampa nei giorni scorsi aveva espresso solidarietà ad Antonello Montante, il leader di Confindustria in Sicilia e paladino della lotta al pizzo, indagato per frequentazioni mafiose dalla Procure di Caltanissetta.
 

 
ORE 12.30
 
Non è stata ancora fissata l’udienza di convalida, davanti al gip, dell’arresto di Roberto Helg, presidente della Camera di commercio di Palermo, trovato con una mazzetta chiesta ad un imprenditore interessato al rinnovo di un contratto di affitto di un immobile destinato alla ristorazione, all’aeroporto Falcone-Borsellino. Helg è il vice presidente della Gesap, la società che gestisce lo scalo.
 
Il suo legale, l’avvocato Fabio Lanfranca, ha chiesto alla procura la concessione dei domiciliari per Helg per motivi di età – il presidente ha quasi 80 anni – e per motivi di salute essendo affetto da una grave cardiopatia.
Roberto Helg è stato arrestato ieri mentre intascava una tangente di 100 mila euro da un ristoratore che si era rivolto a lui per ottenere condizioni favorevoli sulla proroga triennale del contratto d’affitto. La richiesta e la consegna del denaro sono state integralmente monitorate dalla polizia giudiziaria.
 
L’accusa per Helg è di estorsione aggravata: ha prospettato al commerciante le difficoltà dell’operazione di rinnovo se non supportata dal suo intervento e dal pagamento di 50 mila euro in contanti e di 10 mila euro al mese per 5 mesi, con il contestuale rilascio, come garanzia dell’impegno, di un assegno in bianco del residuo importo di 50 mila euro.
 
Al sopraggiungere della polizia giudiziaria nella stanza di Helg attorno alle 17 di ieri, il presidente della camera di commercio aveva già ricevuto e messo in tasca l’assegno; sulla sua scrivania c’era anche una busta con 30 mila euro in contanti.
Interrogato dai magistrati della Procura, Helg ha fatto ammissioni sulle quali sono in corso indagini.
L’operazione ha avuto inizio grazie alla collaborazione della vittima dell’estorsione, un commerciante, che dopo la richiesta del denaro si è rivolto ai carabinieri.
 
Le investigazioni sono state svolte dai militari del Nucleo investigativo del reparto operativo di Palermo sotto il comando del maggiore Alberto Raucci e con il coordinamento del comandante del reparto, il tenente colonnello Salvatore Altavilla, e del comandante provinciale colonnello Giuseppe De Riggi. L’indagine è condotta dai pm Luca Battinieri e Geri Ferrara, del dipartimento reati contro la pubblica amministrazione, con il coordinamento del procuratore aggiunto Dino Petralia e la supervisione del procuratore capo Francesco Lo Voi che ha partecipato all’interrogatorio notturno di Helg, che si trova nel carcere palermitano di Pagliarelli.
 

 
"Falso che il 90% dei commercianti paga il pizzo", quando Helg polemizzò con Confindustria
 
Risale a poco dopo Natale scorso la polemica che vide contrapposti il presidente della Camera di commercio di Palermo, Roberto Helg, arrestato ieri per tangenti, e il delegato per la legalità di Confindustria nel capoluogo siciliano Giuseppe Todaro, che è anche componente di Addiopizzo, il quale aveva sostenuto in un’intervista al Giornale di Sicilia che il 90% dei commercianti della città paga il pizzo. Helg aveva contestato quella percentuale e aveva sostenuto: "Non mi è chiaro se chi l’ha intervistato abbia capito bene quanto da lui detto. Mi sento di smentire categoricamente che il 90% dei commercianti del cosiddetto ‘salotto buono’ paghi il pizzo e mi rifiuto di credere che le forze dell’ordine diano a Todaro notizie così riservate".
 
Sulla questione era intervenuto il Comitato di redazione del Giornale di Sicilia, che aveva parlato di "assolute anomalie" contenute nelle dichiarazioni di Helg, prima delle quali "la smentita di un’intervista non rilasciata da lui. È la prima volta che accade in 200 anni di giornalismo. Seconda anomalia, Helg ha chiuso le sue attività per fallimento, continuando a rappresentare gli altri imprenditori che invece le mantengono in vita. Non ci risultano altri casi simili".
 
Helg, sempre in quella circostanza, aveva spiegato: "Da anni sostengo che la lotta al racket vada fatta tutti insieme e non una associazione contro un’altra: questa è una strategia di basso profilo e che non porta buoni frutti. I risultati ottenuti a Palermo dimostrano che la mia posizione è vincente e mi vedo costretto a chiedere all’amico Giuseppe Todaro di smentire quanto riportato a suo nome dall’articolo o di rilasciare altra intervista con l’elenco dei nomi di tutti i commercianti che continuano a pagare il pizzo nella zona bene di Palermo, negandolo poi alle Forze dell’ordine. Se l’amico Todaro ci darà i nomi che dice di conoscere, agiremo di conseguenza come facciamo da anni: contattando l’imprenditore per convincerlo a collaborare con le forze dell’ordine e, in caso di un suo rifiuto, sospendendolo dall’associazione, com’è ormai prassi consolidata".

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