Politiche per il lavoro, capitolo di passione per i giovani siciliani - QdS

Politiche per il lavoro, capitolo di passione per i giovani siciliani

Chiara Borzi

Politiche per il lavoro, capitolo di passione per i giovani siciliani

giovedì 05 Marzo 2015

A Catania un incontro per fare il punto su Garanzia giovani. Presente l’assessore Bruno Caruso. L’esponente della Regione ammette i limiti e dialoga con i manifestanti del Piano giovani

CATANIA – Monta la protesta nella sede dell’Ex palazzo Esa di Catania in occasione dell’incontro organizzato dal Pd di Catania, nella persona dell’onorevole Concetta Raia, per illustrare i prossimi piani della Regione in fatto di occupazione e lavoro.
Notizia errata quella diffusa relativamente allo stesso appuntamento, che alla fine, invece di essere incentrato su notizie riguardanti il Piano Giovani (come da locandina), si è scoperto a lavori iniziati trattasse la misura Garanzia Giovani.
 
Il misunderstanding non ha però fermato un gruppo folto di manifestanti, provenienti da più parti della Sicilia, in parte rappresentanti di quei 1.700 aventi diritto ad aderire al Piano Giovani bloccato dalla Regione e mai più sbloccato senza altre notizie ufficiali. E’ toccato all’unico rappresentante del Crocetta Ter presente al tavolo, Bruno Caruso, assessore al Lavoro, cercare di portare spiegazioni anche ai manifestanti: Mariella Lo Bello, vicepresidente della Regione e assessore alla Formazione, direttamente interessata alla questione, è infatti rimasta a Palermo, così come la dirigente Anna Rosa Corsello, altrettanto a conoscenza della problematica.
Ad introdurre l’incontro è stata Concetta Raia, esponente del Partito Democratico e deputata regionale Ars.
“Parlare di lavoro in Sicilia non è semplice e neanche facile. Giovani anche abbastanza professionalizzati rischiano di andare via dalla Sicilia e l’assessorato al Lavoro ha il compito di mettere in campo iniziative che sblocchino un ingranaggio inceppato”. “Oltre venti anni di storture non sono facili da debellare – ha affermato l’esponente del Pd siciliano – C’è un sistema di occupazione che è stato creato e deve essere mantenuto, ma deve essere creata anche prospettiva per i giovani che dovranno inserirsi al suo interno senza andare via dalla Sicilia”.
Di estrema franchezza è stato l’intervento dell’assessore al Lavoro Bruno Caruso.
“Amministrazioni poco efficienti rischiano di veder restituite somme che la Sicilia non può permettersi di perdere. Non solo l’Europa, ma anche lo Stato italiano ha dimostrato di poter revocare i fondi concessi alla Regione come accaduto con i Pac: Garanzia richiede di mettere mano con adeguatezza a del denaro che è l’unico modo in Sicilia per alimentare politiche di sviluppo”.
 
L’Assessore Caruso ha messo l’accento su altri elementi che devono essere chiariti per capire lo scopo finale della Garanzia Giovani, chiamando in gioco anche gli sportelli per l’impiego “Garanzia non crea occupazione, ma è uno strumento che lavora sull’occupabilità: il suo programma serve per rendere “appetibile” un soggetto alla possibili domande di lavoro che possono interessarlo. Il programma non promette posti di lavoro, ma orienta”. “Garanzia è un programma eterodiretto dall’Europa – ha ricordato Bruno – con meccanismi prestabiliti, per questo per la sua attuazione serve un cambio di mentalità anche da parte di chi lavora nei servizi pubblici per l’impiego. Un centro dell’impiego olandese con uno siciliano sono come un hotel a cinque stelle e un bed & breakfast: non è solo una questione di “bellezza”, i centri dell’impiego siciliani vanno rilanciati”.
 


Tantissimi ragazzi non si presentano al colloquio
 
CATANIA – In sostituzione della dirigente Anna Rosa Corsello è intervenuto Paolo Trovato, capo servizio dell’Assessorato alla Famiglia a Catania, che ha elencato i numeri che interessano Garanzia Giovani nel capoluogo etneo. Le stime, aggiornate a mercoledì 18 marzo, parlano di 9.863 adesioni e di 9.701 persone convocate dai centri dell’impiego; tra questi 6.760 si sono presentati alle convocazioni facendo registrare un “tasso di mortalità” comunque del 30 per cento (3.300 persone in meno). Secondo quanto evidenziato da Trovato, è stato riscontrato come molti giovani non sapessero neppure di essere iscritti al programma Garanzia Giovani e che fossero probabilmente stati registrati da familiari e genitori. Dei 6.760 che hanno risposto alla convocazione sono stati presi in incarico 5.075, un numero inferiore dovuto alla scoperte di successive incompatibilità con i criteri di selezione della misura. Degli oltre 5.000, 4.134 sono stati chiamati per svolgere un colloquio di secondo livello, ma solo 1.927 si sono presentati. La mortalità, in questa fase, supera il 50 per cento. Trovato ha attribuito questo fenomeno alla sfiducia nutrita nei confronti della misura: “Mancano le risposte – ha affermato– nonostante facciamo di tutto, anche attivare un canale attraverso il Ciapi, una volta contattati i giovani non si presentano al colloquio”.

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