Renato Li Donni: "Aumentati del 50% trattamenti day service" - QdS

Renato Li Donni: “Aumentati del 50% trattamenti day service”

Francesco Sanfilippo

Renato Li Donni: “Aumentati del 50% trattamenti day service”

sabato 07 Marzo 2015

Forum con Renato Li Donni, direttore generale Aou Policlinico P. Giaccone di Palermo

Il Policlinico Giaccone affronta disagi, perché?
“I disagi sono dovuti, prioritariamente, al grande cantiere di ristrutturazione aperto da circa due anni. Una sfida pesante per l’Azienda, che mette a dura prova l’organizzazione e questo ancora per altri due anni. Sono interventi invasivi, rispetto ai quali l’azienda non ha margini di manovra perché è un appalto gestito dall’Università. I lavori interferiscono con le attività dei reparti, provocando disagi, anche se i processi assistenziali sono regolarmente garantiti. A causa di ciò,  tra il 2013 e il 2014 sono diminuiti i ricoveri ordinari ed in dh, ma ciò non ha impedito di mantenere un solido rapporto con l’utenza, come dimostra l’aumento del 50% dei trattamenti in day service oltre a un aumento significativo delle prestazioni ambulatoriali. I risultati per il 2014 sono soddisfacenti, anche se alcuni servizi hanno subito maggiori difficoltà in ragione del cantiere; ad esempio, l’oculistica ha chiuso per alcuni mesi, mentre la chirurgia plastica si è trasferita in altri locali e ha ridotto l’attività. Pensavamo di registrare una riduzione significativa della produttività, in linea, peraltro con quanto è avvenuto nel Paese, in verità l’aumento delle prestazioni ambulatoriali e dei day service dimostra una sostanziale tenuta del sistema”.
Quali sono le criticità maggiori?
“La criticità principale resta il cantiere, proprio perché siamo costretti ad assicurare il funzionamento dei reparti, la cui limitazione degli spazi crea disagi al personale medico e di assistenza e all’utenza, garantendo, in ogni caso gli standard assistenziali dovuti. Tutto ciò rende più difficile lo sviluppo di un necessario percorso di miglioramento che punta a perseguire una maggiore appropriatezza nei ricoveri, migliorando i risultati dei rimborsi sanitari, Drg, ed in generale l’erogazione delle prestazioni”.
L’organico ospedaliero è sufficiente?
“Sotto il profilo quantitativo è soddisfacente, anche se va evidenziata una certa sperequazione per quanto riguarda le diverse specialità, ragion per cui avvertiamo un certo disagio difronte alla richiesta di tagli avanzata dalla Regione per le politiche restrittive sul bilancio. Il Policlinico è un’azienda ospedaliera universitaria, una realtà a sé. I nostri ricavi non riescono a coprire i costi di gestione, per cui l’Assessorato mentre, da un lato, ci assegna una quota finanziaria di supporto, dall’altro ci richiede un piano di rientro e tagli che potrebbero comportare il drastico ridimensionamento d’interi reparti. D’altra parte, il Policlinico potrebbe ripianare buona parte del disavanzo, tagliando anche quelle figure professionali di peculiare impegno territoriale che necessariamente sono presenti nella sua pianta organica in quanto sono attivi specifici corsi di laurea; ad esempio logopedisti, ortottici ed altre figure. Complessivamente il personale è di circa 2.300 unità, anche se il numero totale dei medici deve tener conto dalla componente universitaria che, in ambito assistenziale, garantisce solo il 50% del proprio debito orario”.
Qual è il rapporto tra amministrativi e sanitari?
“Gli amministrativi sono circa il 10% del totale dei dipendenti, in linea con la normativa nazionale”.
Il bilancio dell’Università non supporta il Policlinico?
“Il Policlinico implementa il Drg di una quota aggiuntiva legata alla componente formativa, quindi ha risorse in più, ma spese maggiori. La presenza quotidiana di studenti e specializzandi, infatti, comporta spese aggiuntive non solo per i materiali di consumo, ma anche un maggiore impegno nella gestione delle pulizie”.
 
Quali sono i vostri obiettivi per il 2015?
“Ovviamente, l’obiettivo principale è quello di ridurre il più possibile i disagi, mentre sul piano della programmazione puntiamo, in particolare, a realizzare una area cardio-polmonare, potenziando maggiormente la cardio-chirurgia, che va aperta alle emergenze, e sviluppando ulteriormente l’ambito della chirurgia toraco-polmonare. Presto sarà avviata una riorganizzazione delle diverse unità operative. Sarà l’occasione per introdurre nuovi modelli organizzativi in grado di consentire economie di scala e conseguenti risparmi nel bilancio. Tali modelli, oltre a consentire un uso comune delle risorse, dovranno soprattutto promuovere il lavoro multidisciplinare, superando ogni residua riserva culturale e suggestione autoreferenziale, a tutto vantaggio del paziente”.
State creando dei reparti d’eccellenza?
“Nella programmazione a breve-medio termine è prevista la realizzazione della breast unit, unità senologica multidisciplinare. L’ospedale ha tutte le professionalità e le competenze necessarie per attivare un percorso programmato, immediato per la diagnosi ed il trattamento delle neoplasie della mammella. L’obiettivo è non solo  ridurre al minimo i tempi d’intervento, ma, soprattutto, coinvolgendo la Chirurgia plastica, assicurare un salto di qualità nel campo ricostruttivo”.

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