Ars rinvia in commissione il Ddl sui centri storici - QdS

Ars rinvia in commissione il Ddl sui centri storici

Raffaella Pessina

Ars rinvia in commissione il Ddl sui centri storici

mercoledì 11 Marzo 2015

Sul rischio impugnativa si attende il Consiglio dei ministri di giovedi. Il presidente Ardizzone: “Forte tensione ideologica”

PALERMO – Il disegno di legge sui centri storici ritorna in commissione Territorio e ambiente. L’Aula infatti ieri ha votato tale provvedimento su richiesta di Salvatore Lentini di Sicilia Democratica. “Questo disegno di legge si è caricato di una forte tensione ideologica – ha detto il Presidente dell’ars Ardizzone – comunque vediamo l’aspetto positivo, ma non abbiamo bisogno di sollecitazioni esterne, riferendosi sia alle associazioni che hanno rilasciato diverse note sull’argomento alla stampa.
In apertura di seduta il presidente della commissione di merito Giampiero Trizzino (M5S), aveva spiegato come il documento era rimasto otto mesi in commissione proprio per esaminarlo in tutte le sue fasi e ascoltando il parere degli assessorati e non ravvisava la necessità di farlo ritornare indietro. L’Aula pertanto ha affrontato il ddl sul Testo unico delle attività produttive, composto da 238 articoli. Sono 150 gli emendamenti presentati al disegno di legge che riassume una serie di leggi di settore in materia di commercio e di cui, nella scorsa seduta si era conclusa la discussione generale.
Intanto il presidente della Regione Rosario Crocetta si è espresso in merito alla ventilata possibilità di impugnativa da parte del Consiglio dei Ministri della manovra approvata a fine anno. "Escludo in modo categorico che sul bilancio di previsione ci sia uno scontro in atto tra Presidenza della Regione, governo e, tantomeno, con l’area Renzi".
"Al momento non è ancora chiaro se giovedì si farà un Consiglio dei ministri sulla proposta di impugnativa. Se ci dovesse essere, mi recherò a Roma per approfondire i temi sollevati dalla Ragioneria dello Stato e per sensibilizzare il governo sulle conseguenze sociali terribili che tale impugnativa determinerebbe".
Crocetta ha spiegato che "Lo Stato, non il governo, tramite la Ragioneria Generale ha inoltrato una richiesta di chiarimento su alcuni aspetti tecnici relativi al bilancio di previsione, a tale richiesta la Regione ha risposto, ritengo in modo esauriente, con una nota inviata sia a alla Ragioneria dello Stato che alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Sono fiducioso sul fatto che le nostre motivazioni possano essere accolte e confido che nei prossimi giorni possa esserci un chiarimento sulla vicenda". 
Il Gip del tribunale di Palermo ha ordinato alla procura di indagare i presunti responsabili, tra cui vi sono il presidente di Sicilia e-servizi, l’ex Pm Antonio Ingroia e il governatore siciliano Rosario Crocetta. Nel mirino una serie di assunzioni effettuate in violazione delle norme che bloccano le immissioni in servizio nella pubblica amministrazione. L’accusa contro Ingroia muove dal fatto che, da commissario liquidatore, l’ex procuratore aggiunto di Palermo stipulò contratti con 75 dipendenti della Sisev, società privata satellite dell’azienda pubblica: si sarebbe trattato di assunzioni effettuate in violazione delle regole che prevedono il blocco in questo settore, disposto per ragioni di spending review. L’Avvocatura dello Stato aveva dato parere favorevole per i contratti a tempo determinato, mentre sembra che non sia così.

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