Carmelo Barbagallo, vicedirettore Banca d’Italia: “Scarsa dialettica all’interno dei board e potenzialità non sfruttate”. Sofferenze più che raddoppiate tra il 2011 e il 2014, 35 istituti chiusi
Modello vincente, ma che deve innovare. È questo che emerge dall’analisi del sistema delle Banche di credito cooperativo. Intervistando i presidenti rispettivamente della Federcasse, che unisce tutte le federazioni regionali, della Federazione siciliana delle Bcc e della Federazione veneta delle Bcc, si rileva una certa coscienza del periodo di crisi che si sta attraversando. I motivi sono stati illustrati recentemente dal catanese Carmelo Barbagallo, vicedirettore della Banca d’Italia: la diversificazione dell’operatività con concessione di crediti a controparti poco note e poco meritevoli, scarso tasso di copertura delle partite deteriorate, mancata capacità di innovare il modello di attività, situazioni di tensione patrimoniale, scarsa dialettica all’interno dei board e competenze non adeguate.
Adesso occorre darsi da fare, perchè le Bcc possono ancora giocarsi la carta del forte legame col territorio.