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Messina – Nuovo Prg: Laboratorio propositivo chiede di rimettere in moto l’edilizia

Lina Bruno

Messina – Nuovo Prg: Laboratorio propositivo chiede di rimettere in moto l’edilizia

mercoledì 11 Marzo 2015

Ordini professionali, imprenditori, sindacati e ambientalisti insieme, coordinati da Lazzari, presidente Ingegneri. Assessore Urbanistica, De Cola: “Le possibilità per il settore edile restano“

MESSINA – Consumo di suolo zero, riqualificazione, messa in sicurezza, identità, salvaguardia. Sono alcune delle espressioni chiave che accompagnano la redazione del nuovo Prg con le idee ed i suggerimenti emersi anche dal confronto con il territorio voluto dall’Amministrazione comunale.
“Le richieste riguardano soprattutto esigenze di mobilità, – dice Sergio De Cola, assessore all’Urbanistica- con la costruzione di strade previste già nel Piano regolatore vigente ma mai realizzate, e di sviluppo turistico, ma anche la salvaguardia del territorio, principalmente delle fiumare, e la possibilità di recuperare terreni agricoli”.
Ma il dibattito continua ad essere su tutti quegli strumenti, dalla variante di salvaguardia al Piau, (Programma innovativo in ambito urbano) che vanno messi a sistema nel nuovo strumento urbanistico.
“Abbiamo un territorio con 70 torrenti e 60 chilometri di coste ad alto rischio sismico ed idrogeologico- ricorda De Cola -; nel 2007 è stata istituita la Zona a protezione speciale e siamo anche in un’Iba, area di transito per gli uccelli migratori. Con la direttiva Habitat, l’Unione Europea ci chiede di lasciare quelle aree al massimo della loro naturalità. Tutti questi elementi sono inseriti nella variante di salvaguardia, che cancella circa due milioni di metri cubi edificabili da quelle zone, trasferendole. Le possibilità per il settore edile,comunque restano tutte,- assicura De Cola- anche tramite progetti per la messa in sicurezza delle zone rosse, con l’utilizzo dei fondi sulla programmazione europea e sul provvedimento governativo “Italia Sicura”.
Un primo stralcio di 110 milioni è destinato alle 15 città metropolitane e di questi 16 milioni sono destinati a Messina”. Punti ancora controversi restano il perimetro della Zps e la Vas a cui sottoporre o meno la variante al Prg attualmente in vigore.
Per ordini professionali, imprenditori, sindacati, riuniti insieme agli ambientalisti nel Laboratorio propositivo permanente, è fondamentale adottare tutte quelle strategie di intervento sul piano vigente che consentano di mettere in moto subito l’edilizia.
Per Giovanni Lazzari, presidente dell’Ordine degli architetti, della Consulta regionale e coordinatore del Laboratorio, bisogna andare oltre la variante di salvaguardia includendo nella Vas (valutazione ambientale strategica) tutti i vincoli previsti, molti dei quali sovrapponibili, per avere una variante di sostenibilità ambientale che possa nell’immediato, senza attendere i tempi biblici dei nuovi disegni urbanistici, consentire l’avvio di alcuni interventi. “Proponiamo che i vincoli di edificabilità vengono allargati a tutte le zone collinari – dice Lazzari – e utilizzare le  cubature risparmiate a vantaggio di alcune zone centrali per interventi di rigenerazione urbana e riqualificazione”.
Ma per coinvolgere gli investimenti privati in questi interventi bisogna modificare alcuni regolamenti attuativi in materia di edilizia, ad esempio consentendo ricostruzioni che occupano spazio in altezza e che liberano suolo a vantaggio di piazze e spazi attrezzati a verde.
Una scelta dell’Amministrazione comunale non condivisa dai componenti del Laboratorio propositivo e quella di utilizzare i circa 42 mln di euro rimasti e destinati al risanamento, per comprare alloggi sul libero mercato invece di costruirne di nuovi nelle aree degradate da sbaraccare. Un’operazione secondo alcuni troppo costosa e per certi versi deleteria. Da una parte certo non si consuma suolo e si risponde nell’immediato alla richiesta di alloggi ma dall’altra viene disatteso il principio della legge risanamento che si proponeva, oltre la costruzione di case, ricorda Lazzari, di dare dignità ad intere aree liberandole dalle casupole e dotandole di servizi e spazi verdi.
E’ competenza del Comune, ricorda de Cola – demolire le baracche una volta assegnati gli alloggi, ma intanto chi impedirà che altri ne prendano possesso per avanzare tra qualche tempo  lo stesso diritto ad una casa dignitosa?

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