Appalto per il Cara di Mineo nel mirino della Magistratura - QdS

Appalto per il Cara di Mineo nel mirino della Magistratura

redazione

Appalto per il Cara di Mineo nel mirino della Magistratura

venerdì 13 Marzo 2015

L’inchiesta va avanti dopo i rilievi dell’Autorità anticorruzione

MINEO (CT) – “Nessun avviso di conclusione indagine è stato notificato nell’ambito dell’inchiesta sull’appalto del Cara di Mineo”. Lo ha affermato il procuratore di Caltagirone Giuseppe Verzera, confermando l’esistenza dell’inchiesta e della stretta collaborazione con la Dda di Catania. “Nessun commento”, invece sull’indiscrezione di stampa relativa all’iscrizione secondo cui nel registro degli indagati comparirebbe anche il nome del sottosegretario all’Agricoltura Giuseppe Castiglione, ex presidente della Provincia regionale di Catania.
Sull’appalto relativo al Cara di Mineo, al centro delle inchieste a Catania e Caltagirone, erano già stati accesi i riflettori dell’Autorità nazionale anticorruzione guidata da Raffaele Cantone, che ai procuratori Giovanni Salvi e Giuseppe Verzera ha inviato la documentazione sull’appalto per la gestione della struttura, definendo la gara “illegittima” e lesiva dei principi di “concorrenza” e “trasparenza”. La contestazione principale sollevata da Cantone era che con una sola procedura si sono affidati “appalti differenti” per “attività eterogenee” in “contrasto con i principi di economicità, efficacia, imparzialità e trasparenza” e compromettendo “l’accesso delle piccole e medie imprese” e la concorrenza. Dubbi anche sulla trasparenza, “non essendo stati individuati gli importi a base d’asta per le singole attività in affidamento” né indicate le percentuali per il regime Iva. Non sarebbe stato un caso, secondo l’Anticorruzione, se vi sono stati solo due concorrenti a partecipare alla procedura.
Sull’appalto da 96 milioni e 900 mila euro bandito dal Consorzio calatino Terra di accoglienza per l’affidamento triennale della gestione del Cara di Mineo erano già emerse delle ombre. Ma a fare da detonatore è stata “Mafia capitale”. Tra gli arrestati della maxi-inchiesta condotta dal procuratore capo di Roma Giuseppe Pignatone, che ha rivelato il malaffare attorno “business” immigrazione, c’è anche Luca Odeavaine, ex capo gabinetto di Veltroni, poi responsabile della Polizia provinciale, chiamato nel 2011 come esperto del Consorzio di Comuni Calatino Terra d’accoglienza. Proprio questo è stato uno degli elementi che ha indotto la Procura di Roma a trasmettere parte delle carte alla Dda di Catania.
Presidente del Consorzio è il sindaco di Mineo Anna Aloisi, che si è detta tranquilla. “Non temo alcunché – ha spiegato – perché non ho fatto nulla da temere. Non mi è stato notificato alcun provvedimento. Se c’è un’inchiesta può essere che per atto dovuto ci sia il mio nome”.

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