Italkali, investimenti previsti per la nuova era - QdS

Italkali, investimenti previsti per la nuova era

Rosario Battiato

Italkali, investimenti previsti per la nuova era

martedì 17 Marzo 2015

Cessata dopo più di trent’anni la quota pubblica di una delle più importanti aziende minerarie europee. Lo scorso febbraio il piano da 250 milioni di euro per il progetto kainite nell’agrigentino

PALERMO – Una storia lunga più di tre decenni, uno dei pochi esempi di commistione isolana tra pubblico e privato di successo. Tutto questo è finito all’inizio dell’anno, quando la Regione ha cessato la sua partecipazione nell’Italkali (società italiana sali alcalini), aziende del settore minerario e una delle più importanti realtà europee per estrazione, lavorazione ed esportazione del salgemma. Adesso si apre una nuova partita per conquistare una delle poche aziende sane rimaste in Sicilia.
La comunicazione, puntuale, è giunta lo scorso 19 febbraio.
 
“La Regione non è più socio di Italkali. La sua partecipazione è decaduta dal primo gennaio, in base a quanto prevede la legge di Stabilità nazionale del 2014. È una semplice presa d’atto”. Lo ha comunicato Francesco Morgante, ad di Italkali, per anni azionista di minoranza attraverso la Minco Srl. La quota della Regione, pari al 51%, sarà probabilmente acquisita dagli attuali soci privati. La gestione, invece, sin dall’anno della sua fondazione, è sempre stata attribuita ai soci privati.
Un provvedimento del genere era atteso dal 1999. Era stata, infatti, la lr n.5 del 10 gennaio di quell’anno ad aver soppresso l’Ente minerario siciliano, che, assieme a Montedison, Anic ed Emsams, aveva costituito nel 1980 l’Italkali. La dismissione dell’Ems non ha però prodotto la fine della partecipazione pubblica, perché la sua quota era stata trasferita al patrimonio della Regione siciliana con atto del 18 giugno del 2009. Da allora una lunga attesa fino alla legge finanziaria del 2008 che aveva previsto la cessione delle quote regionali entro il 2010. Bisognerà aspettare il 2011 per la gara che avrebbe dovuto scegliere l’advisor, poi annullata, fino all’atto dello scorso anno.
Sulle modalità della cessione si addensano anche dei dubbi. Li ha messi tutti in fila Mario Gerevini sul Corriere della Sera di domenica scorsa, che ha evidenziato i tempi lunghi per la fine di una delle partecipazioni in “una delle più importanti e sane industrie dell’isola” con ricavi da 90 milioni di euro e bilancio da anni in utile con debiti ridottissimi. Nel 2014 l’azienda ha registrato un fatturato di 65 milioni di euro per 270 dipendenti.
Intanto è stato presentato lo scorso febbraio un piano da 250 milioni di euro per il progetto “kainite”, che prevede la produzione di solfato di potassio da kainite presente nelle miniere di Realmonte, nell’Agrigentino. L’azienda prevede un fatturato di centosessanta milioni di euro annui e trecento posti di lavoro di manodopera altamente qualificata.

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