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Catania – Emergenza rifiuti, in città maggior quantità pro capite

Adriano Agatino Zuccaro

Catania – Emergenza rifiuti, in città maggior quantità pro capite

giovedì 19 Marzo 2015

Secondo Rifiuti zero Sicilia prodotti 700 kg di scarti annui, contro una media regionale di 550 kg. 300 mln di € in 5 anni: somma a carico dei cittadini per offrire servizi inadeguati

CATANIA – Il capoluogo etneo in Sicilia produce la maggiore quantità pro capite di rifiuti: oltre 700 Kg per abitante ogni anno contro una media regionale di 550 Kg. Lo comunica sul proprio sito l’associazione “Rifiuti zero Sicilia” che ha richiesto i dati sulla produzione nel 2014 e le relative percentuali di raccolta differenziata al Comune di Catania. I dati, non ancora definitivi, sono stati forniti dall’Ispra e dal Comune.
A voler guardare il bicchiere mezzo pieno, dal 2007 ad oggi (complice la crisi) la produzione media di rifiuti è diminuita costantemente (tabella 1) ma la raccolta differenziata ha superato di poco l’8% nel 2013 (tabella 2). Tale risultato, scrive l’associazione, certifica ancora una volta il fallimento dell’attuale bando di gara basato sul cassonetto e sul regalo alle ditte di tutti i possibili ricavi e l’aggravio dei costi a carico del Comune.
Sul sito leggiamo che “secondo il piano della Tari del 2014 il comune di Catania ha impegnato ben 70 milioni di euro per la gestione dei rifiuti; di questi, ben 18 milioni solo per conferire tutto in discarica, 35 milioni per pagare le ditte ai quali si aggiungono altri 10 milioni per la parte gestita dal Comune. Una situazione oggettivamente insostenibile che è tutta a carico del cittadino catanese perché da qualche anno a questa parte è necessario che il costo del servizio debba essere interamente coperto dalla Tassa. Il totale in 5 anni di spesa è di più di 300 milioni di euro”.
Una situazione determinata anche dalla gestione straordinaria prefettizia dell’Oikos (l’azienda, infatti, è coinvolta nell’inchiesta della procura di Palermo Terra mia). L’associazione critica aspramente il bando di gara indicato come “causa scatenante di un costo del servizio che non ha eguali in Sicilia”.
Tra un anno scadrà il contratto dell’attuale gestione e bisognerà mettere a gara nuovamente il servizio. “Da una stima realistica dei tempi tecnici necessari per la redazione del nuovo bando, dell’approvazione da parte della Regione e dell’effettiva messa a gara del servizio stimiamo che ci vorranno almeno 2 anni. È evidente che ci avviamo o verso una nuova emergenza o verso un prolungamento di questo appalto a due ditte che per altro non hanno più le carte in regola” continua l’associazione.
L’appello è quello di impegnarsi per “avviare una raccolta differenziata basata sul porta a porta”.
In un’Isola da sempre nell’occhio del ciclone per l’eterna e immutabile “emergenza rifiuti” appare, però, imprescindibile imboccare una strada che conduca ad un cambiamento strutturale e alternativo rispetto al conferimento in discarica e da affiancare alla raccolta differenziata. Non c’è solo il riciclo, c’è una gran parte dei rifiuti che potrebbe essere conferita negli stabilimenti a impatto ambientale minimo. In Italia esistono 43 impianti, 8 dei quali nel Sud e nessuno in Sicilia. Tutto ciò è normale? Intanto, l’emergenza continua.

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