Leopoldo Falco: "Accoglienza immigrati, Trapani in prima linea" - QdS

Leopoldo Falco: “Accoglienza immigrati, Trapani in prima linea”

Gaia Perniciaro

Leopoldo Falco: “Accoglienza immigrati, Trapani in prima linea”

sabato 21 Marzo 2015

Forum con Leopoldo Falco, Prefetto di Trapani

Dal suo insediamento alla prefettura di Trapani quali sono i maggiori risultati ottenuti?
“In questi mesi ho trovato la città apparentemente tranquilla, caratterizzata da una qualità della vita medio alta e una criminalità che sembra ordinaria e modesta, ma che assonnata non è perché si ha comunque la percezione di un’ ombra ben più grande sul cielo che il comune cittadino non vede. Quando il Ministero chiede notizie sulle questioni antimafia convoca per primi i Prefetti di Palermo e Trapani, e questo non è un bel primato. Sono città diverse, ma entrambe logorate. È negli affari dei grandi appalti che soprattutto rileviamo problematiche, ma i risultati ottenuti sono sorprendenti”.
Come reagisce la popolazione al fenomeno dell’immigrazione?
“Trapani è la prima città in Italia per accoglienza di immigrati con una capacità pari a 2500 posti. Agrigento, Siracusa e Ragusa costituiscono i principali porti di sbarco, Trapani ha il primato dell’accoglienza.
Nel 2014 sono stati a noi destinati circa 20 milioni di euro e abbiamo potuto creare 500 posti di lavoro. In ambito organizzativo e gestionale ho dovuto fermare aspiranti monopolisti fin dalla fase di bando, frammentando nel territorio l’accoglienza in piccole comunità in grado di offrire una risposta dignitosa e più umana. Ho ritenuto, inoltre, opportuno chiudere il Cara, nel quale, per numeri, questi requisiti non potevano esservi. L’interesse economico sembra enorme perché per ogni immigrato ospitato la struttura riceve 30 euro al giorno, ma con i nostri controlli stiamo portando gli operatori a offrire adeguati standard con ciò anche evitando che si lucri indebitamente”.
Quante strutture sono attive?
“In questo momento abbiamo 2300 ospiti, divisi tra 29 strutture. Entro fine mese ne aggiungeremo altre 7 o 8, alla chiusura di un nuovo bando”.
Come giudica il coinvolgimento dei piccoli imprenditori nell’accoglienza degli immigrati?
“La giudico sorprendente. Mai avrei pensato di ottenere questi numeri. Molte aziende trasformando il loro core business si sono salvate e i tentativi di infiltrazioni mafiose sono stati respinti”.
Come si sta comportando il Governo nazionale nei confronti della Sicilia in merito a tale questione?
“in una prima fase l’Italia si è comportata con la Sicilia peggio di come l’Europa si è comportata con l’Italia: i ponti erano esigui perché non erano pronti ad accogliere immigrati e ci lasciavano soli a gestire il problema: ma ora tutta Italia partecipa, anche se con numeri modesti. Lazio ed Emilia Romagna sono le regioni più impegnate, offrono circa 3000 posti letto”.
Come giudica in generale il tema dell’immigrazione?
“È impossibile non vivere questo fenomeno senza esserne toccati profondamente, questa storia ci ha cambiato la vita: volontari, gestori delle strutture, poliziotti, medici sono tutti concordi nell’affermare questo. Grande protagonista è il volontariato, che svolge l’attività con l’obiettivo dell’integrazione: croce rossa, protezione civile, e Libera costituiscono una grande forza, laddove non si riesce a far fronte all’accoglienza con le sole forze istituzionali.”
Qual è la situazione a Trapani per quanto riguarda i rifiuti?
“Nel trapanese sono attivi due ex Ato, di cui una risulta virtuosa mentre l’altra, Belice Ambiente, ha avuto una situazione disastrata finanziariamente e con crediti vantati verso i comuni, di cui ci siamo occupati. Stiamo cercando di affrontare le varie problematiche con le Istituzioni e i comuni del territorio”.
 
Strumenti e personale a vostra disposizione sono sufficienti?
“Nel corso degli anni le competenze della prefettura non solo sono cambiate, ma anche aumentate. Invece il personale, a causa del blocco delle assunzioni, è sempre meno e di età media alta. Stiamo vivendo un grave deficit nell’organico e, per i risultati che ci vengono richiesti, servono più commissari e soprattutto giovani , formati ad assolvere compiti con professionalità elevate, adatte alla collaborazione nazionale. Vorremmo che lo  Stato ci indicasse le priorità sulle quali insistere e lavorare di conseguenza. Tematiche come la gestione del patrimonio confiscato, l’antiriciclaggio, l’antimafia costante, l’anticorruzione, l’ordine pubblico, esigono strutture adeguate”.
Riuscite a coinvolgere i cittadini nel concetto di legalità?
“Coinvolgo soprattutto le scuole, ma penso che la legalità si presta troppo spesso a mille discorsi astratti e pochi concreti. Occorre parlare piuttosto di giustizia poiché è molta la distanza che divide il legislatore dal caso concreto. Io voglio costruire, non punire, con tutta quella brava gente che è generosa più che onesta. Se uno non è coraggioso e non rischia in prima persona, applicare la legge spesso significa non essere giusti. Secondo me, invece, occorre fare scelte forti, restare sul concreto e valutare ogni cosa, caso per caso”.

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