Bidelli da 300 milioni, ma non fanno le pulizie - QdS

Bidelli da 300 milioni, ma non fanno le pulizie

Elisa Latella

Bidelli da 300 milioni, ma non fanno le pulizie

sabato 24 Ottobre 2009

Polemica sulle pulizie a scuola, nel mansionario dei collaboratori scolastici, ma spesso appaltate a ditte esterne. Sono i più colpiti dai tagli della Gelmini: nonostante scenderanno di 30 mila unità, sono sempre troppi

PALERMO – Alla vigilia dell’anno scolastico l’assessore alla pubblica istruzione della Regione siciliana Lino Leanza aveva comunicato alla stampa il massimo impegno per far fronte ai tagli imposti dal governo al personale scolastico.
Si era preso atto del rischio di trovarsi con personale insufficiente nelle 1100 scuole (e cioè in circa 4000 plessi in tutta l’isola). Si era profilato già da allora il rischio di avere scuole materne con settecento bambini e due bidelli.  Sono loro, i collaboratori scolastici, i più colpiti dalla  riforma Gelmini-Tremonti: in tre anni scenderanno di 30 mila unità, al ritmo di 10 mila ogni anno. E così si passerà dai 152 mila posti in organico, di cui 55 mila senza titolare, a 120 mila alla fine del taglio: un bidello ogni 2,6 classi.
La Sicilia ancora una volta tra le regioni più colpite. Nella pubblicazione del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca “Sedi, alunni, classi, dotazioni organiche del personale della scuola statale per l’anno scolastico 2009/10”, alle pagine 79 e 113, troviamo un dato: l’organico del personale Ata in Sicilia è pari a 24.270 unità.
I collaboratori scolastici rientrano nel personale amministrativo, tecnico e ausiliario che si divide  in 2267 unità ad Agrigento, 1452 a Caltanissetta, 5070 a Catania, 975 ad Enna, 3221 a Messina, 5.544 a Palermo, 1562 a Ragusa, 2007 a Siracusa, 2.172 a Trapani. Numeri che rappresentano la scuola “che non sta in classe”.
E intanto scoppia la polemica a livello nazionale delle pulizie, affidate da mansionario ai bidelli (precisamente personale Ata di fascia A) ma poi appaltate ad imprese esterne. Questo secondo il ministro Gelmini non deve accadere più. I bidelli (oggi collaboratori scolastici) che restano dopo i tagli costano comunque troppo. Attualmente quasi 4 miliardi l’anno (facendo una proporzione, in considerazione che il dato siciliano è circa l’8% di quello nazionale, i bidelli costerebbero in Sicilia oltre 300 milioni, ndr). Loro protestano e protestano anche i gruppi che tutelano i lavoratori socialmente utili, 35mila in tutta Italia indotto compreso. 167mila collaboratori scolastici in media fanno un bidello ogni due classi.
Alcuni dirigenti di istituto ritengono che il numero dei bidelli debba essere quantificato dalla necessità sulla base dei metri quadri dell’istituto. A Palermo un regolamento comunale prevede un addetto ogni 180 mq, mentre a Trento lo stesso calcolo presuppone un bidello ogni 1.455 mq. Dichiarazioni del ministro Gelmini a parte, il bidello (o collaboratore scolastico) da mansionario “è addetto ai servizi generali della scuola con compiti di accoglienza e di sorveglianza nei confronti degli alunni, nei periodi immediatamente antecedenti e successivi all’orario delle attività didattiche e durante la ricreazione, e del pubblico; di pulizia dei locali, degli spazi scolastici e degli arredi; di vigilanza sugli alunni, compresa l’ordinaria vigilanza e l’assistenza necessaria durante il pasto nelle mense scolastiche, di custodia e sorveglianza generica sui locali scolastici, di collaborazione con i docenti…”
E molto altro. Molti ricorderanno che alcuni anni fa in Sicilia l’Ufficio scolastico regionale, rappresentato da Guido Di Stefano, era finito in causa  con dei bidelli che si erano rifiutati di fare le pulizie. Prima dipendenti comunali e provinciali, poi passati sotto il Ministero con la qualifica di bidelli, che a loro non piaceva. Ma allora l’alternativa era stata netta: o la si accettava o si tornava ad essere dipendenti provinciali o comunali ( come poi accadde).
In pratica la “notizia” di questi giorni non dovrebbe essere in sé una novità, almeno in Sicilia: i bidelli dovrebbero tra le altre cose anche pulire  la scuola.
 

 
I bidelli, un supporto importante in termini di accoglienza e sicurezza
 
PALERMO – In risposta alla domanda “A cosa servono i bidelli” riportiamo la dichiarazione, diffusa dalla Cisl scuola Sicilia, del segretario generale Francesco Scrima. “La polemica sulle pulizie nelle scuole, scaturita da estemporanee dichiarazioni del Ministro, rischia di deviare l’attenzione dal problema vero, che è quello di mansioni già oggi previste per il personale scolastico, ma che non possono essere svolte … per mancanza del personale stesso.” Prosegue ancora Scrima: “è una quadratura del cerchio ipotizzare un’eventuale revoca degli appalti esterni e nel frattempo ridurre di trentamila unità l’organico dei collaboratori scolastici! Quando diciamo che la manovra sulla scuola è insostenibile, e chiediamo di cambiarla, ci riferiamo anche a questo. Al Ministro, e a quanti dalle informazioni superficiali o distorte recuperano una visione deformata della realtà, ricordiamo che le mansioni relative alla pulizia non sono le uniche a cui il personale collaboratore scolastico deve far fronte.” Infatti “sempre più la scuola ha bisogno di un supporto in termini di accoglienza, vigilanza e cura della persona, che è svolto proprio dai collaboratori scolastici. Mansioni altrettanto importanti della pulizia e sempre più indispensabili per un scuola efficace e di qualità.”
 

 
I loro compiti. Anche assistenza agli alunni portatori di handicap
 
PALERMO – Sino alla fine del 1999 il mansionario dei collaboratori scolastici è  stato regolato dai contratti collettivi di lavoro relativi ai dipendenti degli enti locali per la scuola dell’infanzia, elementare e superiore (decreto n° 347/83 e successive modifiche). A partire dal 1° gennaio 2000 tutti i collaboratori scolastici dipendenti degli enti locali, si spostano nei ruoli del Ministero della Pubblica istruzione (legge 124 del 1999 articolo 8) e si applicano – sia a loro che  a quelli già dipendenti del Ministero-le norme del nuovo contratto collettivo, approvato nel maggio 99. In forza dell’art.32 di tale contratto i collaboratori scolastici nelle scuole statali di ogni ordine e grado hanno mansioni ordinarie e mansioni aggiuntive. A questo proposito va chiarito che rientrano tra le mansioni ordinarie e aggiuntive l’ausilio materiale agli alunni portatori di handicap nell’accesso dalle aree esterne alle strutture scolastiche e nell’uscita da esse e l’assistenza agli alunni portatori di handicap all’interno delle strutture scolastiche, nell’uso dei servizi igienici e nella cura dell’igiene personale. La scuola non dovrebbe quindi contattare i genitori degli alunni con handicap per motivi legati all’igiene personale: nell’ipotesi si potrebbe configurare l’interruzione del servizio pubblico di integrazione scolastica.

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