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Palermo – Alta tensione tra Rap e sindacati

Gaspare Ingargiola

Palermo – Alta tensione tra Rap e sindacati

martedì 24 Marzo 2015

Nonostante le rivoluzioni, la gestione dei rifiuti nel capoluogo continua a rimanere tormentata. Tra le questioni in discussione, la sicurezza dei lavoratori e la carenza di mezzi

PALERMO – Il fronte sindacale della Rap si spacca con l’azienda che fatica a contenere i malumori dei lavoratori e alle porte si profila l’ennesimo sciopero. Passano gli anni, si passa da un’azienda (l’Amia) all’altra (la Rap, appunto) ma la gestione del servizio di raccolta dei rifiuti a Palermo è sempre tormentata.
Stavolta sono le parti sociali ad accendere la miccia. Ma non tutte: mentre Fp Cgil, Fit Cisl, Uil Trasporti, Fiadel, Ugl e Filas hanno attaccato l’amministrazione avviando le procedure cosiddette di “raffreddamento” che preludono allo sciopero, Alba Cub, Confsal e Usb hanno avviato un dialogo con l’amministrazione biasimando i colleghi per “aver perso un’occasione”.
 
Le questioni sul tappeto sono quelle note: lo stato di salute economico-finanziario dell’azienda, dato che i 128 milioni di euro versati dai cittadini con la Tares finora non hanno sortito effetti positivi sul livello di pulizia della città; la situazione di Bellolampo, che in questi mesi ha tenuto in piedi da sola la raccolta nei comuni del palermitano dopo la chiusura di alcune discariche; i rapporti con la Reset, la consortile creata assieme a Sispi e Comune e il programma di dimagrimento dell’organico attraverso i prepensionamenti; i sistemi di sicurezza per i lavoratori e la carenza di mezzi (a tal proposito, le 19 spazzatrici acquistate a novembre tramite un bando di gara dovrebbero arrivare – finalmente – entro l’estate).
Come se non bastasse, la consigliera di maggioranza Nadia Spallitta ha attaccato l’azienda – per la verità tardivamente – sui costi di direttori (“circa 1 milione di euro”) e personale (“85 milioni”). Cifre comunque note fin dal momento del voto in aula della delibera che ha dato vita all’erede di Amia. Il presidente Sergio Marino ha precisato che “la retribuzione erogata ai dirigenti-direttori nel 2013 ammontava a 893.310,81 euro mentre l’indennità percepita dai componenti del Cda è quella fissata dal Comune di Palermo. Il presidente percepisce 30.541,95 euro annui lordi, i consiglieri 26.178,81 euro annui lordi ciascuno”.
La Spallitta ha sparato a zero anche su un altro fronte, quello della raccolta differenziata, “che a Palermo non supera il 9%, e secondo alcune fonti neppure il 6 o 7%, nonostante i soldi spesi”. Tanto che la Corte dei Conti ha avviato un’indagine. La seconda tranche del progetto del porta a porta, “Palermo Differenzia 2”, ha un ritardo di mesi e soltanto a febbraio la Regione ha avviato la consegna dei kit. “Già a dicembre del 2013 – hanno ricordato da piazza Pretoria – è stato siglato il protocollo intesa con la Regione Sicilia per incrementare la percentuale della raccolta differenziata porta a porta coinvolgendo altri 130 mila abitanti”.
Ma per Fp Cgil, Fit Cisl, Uil Trasporti, Fiadel, Ugl e Filas non basta: “Il Consiglio di amministrazione non si è mostrato in grado di concretizzare una reale riorganizzazione societaria, di affrontare con la dovuta efficacia tematiche delicate quali il decoro e la tutela dei luoghi di lavoro e della salute dei lavoratori, di rendere efficiente la programmazione e la pianificazione degli acquisti necessari per garantire un servizio ‘normale’ per la città. A tutto questo si aggiunge (e qui c’è la critica alle altre sigle, nda) l’arroganza di volere negare prerogative che sono esclusivamente diritto dei rappresentanti dei lavoratori, quale quella di un tavolo di confronto separato da altre parti sociali che hanno liberamente ritenuto di non interessarsi a questi nodi fondamentali della vertenza”.
“Finalmente – hanno replicato Alba Cub, Confsal e Usb – registriamo l’avvio di una discussione concreta sul rilancio e sulla riorganizzazione dell’azienda. Alcuni erano ‘raffreddati’ e non sono venuti. Hanno perso un’occasione. Abbiamo perso tutti un’occasione per condividere i principi base di una nuova prospettiva societaria. A tal proposito auspichiamo la guarigione degli infermi e la ricomposizione delle fila affinché le scelte aziendali siano condivise da tutti”.
I tre sindacati hanno lanciato l’allarme su un servizio, quello della pulizia delle sedi di giudiziarie che vale 4,3 milioni di euro, che la Rap potrebbe perdere “a causa del comma 526 articolo unico della Legge di Stabilità”.

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