Edilizia scolastica, un mutuo dallo Stato per mettere in sicurezza gli edifici - QdS

Edilizia scolastica, un mutuo dallo Stato per mettere in sicurezza gli edifici

Michele Giuliano

Edilizia scolastica, un mutuo dallo Stato per mettere in sicurezza gli edifici

giovedì 26 Marzo 2015

Pubblicato sulla Guri del 3 marzo il decreto interministeriale del 23/1 che consente di avere prestiti agevolati. Entro il 31 marzo 2015 le Regioni dovranno inviare i piani regionali triennali di edilizia scolastica

PALERMO – Per una Sicilia la cui edilizia scolastica è un disastro arriva un treno da non perdere. Si tratta del decreto interministeriale del 23 gennaio 2015 sulle modalità di attuazione delle operazioni di mutuo a favore degli interventi di edilizia scolastica delle Regioni, pubblicato nella Gazzetta ufficiale del 3 marzo 2015. Il decreto-legge numero 104/2013 ha previsto che le Regioni possano essere autorizzate dal ministero dell’Economia e delle Finanze, d’intesa con il ministero dell’Istruzione, dell’università e della Ricerca e con il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, a stipulare mutui trentennali con oneri di ammortamento a totale carico dello Stato, con la Banca europea per gli investimenti, con la Banca di sviluppo del Consiglio d’Europa, con Cassa Depositi e Prestiti e con gli istituti di credito, che produrranno circa 900 milioni di euro di investimenti.
I mutui sono destinati alla realizzazione di interventi straordinari di ristrutturazione, miglioramento, messa in sicurezza, adeguamento sismico, efficientamento energetico di immobili di proprietà pubblica adibiti all’istruzione scolastica e all’alta formazione artistica, musicale e coreutica e di immobili adibiti ad alloggi e residenze per studenti universitari di proprietà degli enti locali. Inoltre, i finanziamenti possono contribuire alla costruzione di nuovi edifici scolastici pubblici e alla realizzazione di palestre nelle scuole o a interventi volti al miglioramento delle palestre scolastiche già esistenti.
In Sicilia questa appare davvero un’occasione unica anche in relazione al fatto che il territorio è ad alto rischio sismico e le condizioni degli immobili che ospitano gli istituti scolastici non sono il massimo della sicurezza in moltissima casi. Da considerare che ancora non si ha una certezza effettiva dello stato di salute degli edifici scolastici perché non è mai stato adottato il “Fascicolo del Fabbricato per gli edifici pubblici”: “Oggi, con questo provvedimento, – afferma il siciliano Gian Vito Graziano, presidente del Consiglio nazionale dei Geologi – sapremmo con certezza quali sono le reali condizioni di ogni singola scuola e come difenderci da eventuali solai e cornicioni a rischio”.
Più della metà delle scuole sono state costruite prima del 1974, quindi senza adeguate certezze antisismiche. In tal senso in Sicilia c’è il primato di edifici scolatici in Italia costruiti in aree a elevato rischio sismico: se ne contano ben 4.608.
 

 
Dal Governo un’importante accelerata sul tema
 
Entro il 31 marzo 2015 le Regioni devono trasmettere ai tre ministeri i piani regionali triennali di edilizia scolastica redatti sulla base delle richieste presentate dagli enti locali e i piani annuali, tenendo conto di eventuali progetti già segnalati dalle amministrazioni che hanno risposto alla nota del Presidente del Consiglio dei ministri del 3 marzo 2014 e a quella del 16 maggio 2014 e di progetti esecutivi immediatamente cantierabili che non sono oggetto di altri finanziamenti statali. Il governo nazionale quindi ha dato un’ulteriore accelerata su un tema importante come quello dell’edilizia scolastica, già oggetto di numerosi interventi nell’ultimo anno e lo fa ponendo dei paletti temporali, necessari per provare a combattere le inefficienze delle pubblica amministrazione: infatti per gli interventi ammessi, le Regioni sono autorizzate ad avviare le procedure di gara, dando comunicazione dell’avvenuto affidamento dei lavori entro 15 giorni dall’adozione dei relativi provvedimenti. In caso di mancata aggiudicazione provvisoria dei lavori entro il 30 settembre 2015, i fondi assegnati vengono revocati.

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