Caos formazione professionale. Ciapi diffidato e corsisti in rivolta - QdS

Caos formazione professionale. Ciapi diffidato e corsisti in rivolta

Michele Giuliano

Caos formazione professionale. Ciapi diffidato e corsisti in rivolta

martedì 31 Marzo 2015

Non hanno superato il 70% del monte ore, paventata una possibile chiusura anticipata delle attività. Si riservano azioni legali perché rischiano di non conseguire l’attestato di qualifica

PALERMO – Diventa sempre più esplosivo il caso-Ciapi di Palermo, uno dei più grandi enti di formazione siciliani di recente smantellato e affidato ad una nuova gestione dalla Regione nell’ambito dell’avvio della “riforma” nel settore della formazione professionale.
Dopo che docenti e dipendenti hanno deciso di incrociare le braccia i corsisti hanno deciso invece di inviare una diffida nei confronti dell’ente e soprattutto della Regione. Per loro il rischio concreto è di buttare letteralmente un anno al vento perché non hanno ancora raggiunto il 70 per cento delle ore formative, che non gli permette quindi di potere acquisire l’attestato professionale della qualifica del corso che stanno seguendo, ma avendo superato il 30 per cento delle presenze non possono nemmeno provare a spostarsi in altri corsi.
Insomma, sono letteralmente bloccati: “Diffidiamo questo ente di formazione – affermano una sessantina di corsisti in una nota congiunta – qualora lo stesso non consentisse il completamento del percorso di studi già avviato e il conseguente conseguimento degli attestati di qualifica professionale e precludendoci inoltre la possibilità di partecipare ad ulteriori altri corsi”.
Da qualche giorno le poche attività formative che erano state avviate si sono del tutto fermate. I lavoratori infatti, inseriti attraverso il progetto “Prometeo” che doveva servire a fare da salvagente a tutti quei dipendenti degli enti che avevano perso l’accreditamento, hanno deciso di incrociare le braccia.
 
L’ultimo stipendio che hanno preso risale a novembre e in generale la macchina organizzativa è completamente inceppata. Alcuni corsi non avrebbero raggiunto la soglia minima di iscrizioni e quindi sarà in arrivo una decurtazione del finanziamento, come presto dalle nuove regole del governo siciliano. Proprio per questo motivo i lavoratori hanno deciso di fermarsi, anche perché rischiano di vedersi decurtare dai 2 ai 3 mesi di stipendio con il taglio del finanziamento.
 
Nel contempo, alla luce di quanto sta accadendo, la stessa presidente del Ciapi, Luciana Rallo, ha paventato anche la possibilità che ci possa essere una chiusura anticipata dei corsi: “Ci riserviamo ogni tipo di azione legale – rilanciano i corsisti – per il recupero dei danni morali ed economici subiti qualora si arrivasse alla chiusura dei corsi. In una Regione dove il diritto al lavoro oramai è un’utopia è impensabile distruggere pure il mezzo costituzionalmente tutelato per la creazione dello stesso”.
Il settore della formazione recentemente è stato rivoltato come un calzino dal governo regionale anche sulla scorta dei tantissimi sprechi che si sono consumati. Nella sua ultima relazione la Corte dei Conti ha sostenuto che la Regione Siciliana ha subito moltissime condanne per danno erariale e molte riguardano casi di spreco di contributi comunitari, oppure contributi erogati a soggetti privi di requisiti. Le condanne più significative riguardano la formazione professionale. I magistrati contabili parlano di “una grave anomalia del sistema”, eccessiva spesa di fondi pubblici, non tanto e non solo per formare lavoratori, ma per sostenere finanziariamente gli enti”.
 

 
Progetto Prometeo continuano le proteste
 
I lavoratori del Progetto Prometeo sono tornati in questi giorni a protestare, arrivando ad occupare la sede del Ciapi di Palermo. “I soldi – spiegano i lavoratori – non arrivano perché i tecnici dell’assessorato hanno preventivamente decurtato le somme presenti perché alcuni corsi non hanno raggiunto il numero minimo dei corsisti”. Una situazione insostenibile che ha portato i contrattisti, impossibilitati ad andare avanti, ad occupare i locali dell’ex Roosvelt finché non avranno rassicurazioni in merito allo svincolo delle somme. Rassicurazioni che non potranno arrivare per il semplice fatto che la Regione ha le casse vuote e non è allo stato in grado nemmeno di sborsare i fondi dovuti agli enti. “A prescindere dal numero degli allievi – continuano – le funzioni svolte finora dagli operatori impegnati nel progetto non sono cambiate, ma da novembre non vediamo un euro”. Non è solo il Ciapi il motivo dell’apertura di una nuova vertenza per i sindacati. Secondo le organizzazioni di categoria c’è un sistema complessivo che oramai non si regge più in piedi. Ad esempio analoghe problematiche si risentono anche nei corsi nell’ambito dell’obbligo di istruzione.

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