Ddl stabilità, 30 norme stralciate definitivamente - QdS

Ddl stabilità, 30 norme stralciate definitivamente

Raffaella Pessina

Ddl stabilità, 30 norme stralciate definitivamente

giovedì 02 Aprile 2015

Lo ha comunicato il presidente della commissione Bilancio, Nino Dina. Alla seduta il presidente Ars Ardizzone e l’assessore Baccei

PALERMO – La commissione Bilancio dell’Assemblea regionale siciliana, riunitasi ieri mattina, ha confermato lo stralcio di 30 (non più 29) norme dalla finanziaria regionale approvata dalla giunta Crocetta e fatta pervenire agli uffici di Palazzo dei Normanni.
Ventisette articoli sono stati stralciati dal documento denominato Gov1, compresi la norma sulle anticipazioni del Tfr e gli articoli sui Liberi consorzi, e tre articoli del documento Gov2. Lo ha comunicato il presidente della  Commissione di merito Nino Dina (Udc) all’inizio della seduta di ieri alla presenza del presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, e dell’assessore al Bilancio della Regione siciliana, Alessandro Baccei.
Gli articoli sono stati esclusi dalla manovra poiché non corrispondono ai criteri di ammissibilità e sono stati inviati nelle commissioni di merito per costituire materia di eventuali disegni di legge. La commissione resta però in attesa del bilancio. Sulla ventilata minaccia del commissariamento da parte del governo centrale interviene il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone, considerandolo uno “spauracchio per fini poco nobili, diversi da quelli di chi ha a cuore le sorti dell’Isola”. 
E aggiunge: “Lo spauracchio del commissariamento dovrebbero averlo loro – sono le parole di rottura di Ardizzone – lo Statuto ci conferisce i poteri del parlamento, dunque anche noi possiamo chiedere il commissariamento dello Stato all’Unione Europea”. Secondo il capogruppo di Forza Italia all’Ars: “Roma e Bruxelles hanno voltato le spalle alla Sicilia. L’allarme, lanciato da molto tempo da Forza Italia, oggi viene pubblicamente condiviso dal deputato regionale del Partito democratico, Fabrizio Ferrandelli. E Roma è’ sinonimo di governi di centrosinistra, che dal 2011 hanno pressoche’ abbandonato le aree più deboli del Paese”.
E anche Falcone commenta la possibilità del commissariamento dell’isola:  “in Sicilia i conti non tornano da tempo e il commissariamento è davvero dietro l’angolo. Crocetta venga subito in aula a riferire sul bilancio, che è oggi la vera priorità della nostra terra. Si sospenda dunque temporaneamente la trattazione della legge sulle province e si affronti il nodo principale, quello dei conti pubblici regionali. Il governatore mostri le carte, non è più tempo di scherzare”.
La mancata presentazione del bilancio in Sicilia interessa anche gli esponenti politici romani: il senatore del gruppo misto Franco Campanella ha chiesto a Crocetta di dire come stanno realmente le cose. “Invece di proclami, presenti il bilancio – ha detto –  sarà anche uno “blocca Sicilia, ma è davvero sui generis che la finanziaria non sia accompagnata dal bilancio: ricordiamo al presidente che tra 29 giorni scade l’esercizio provvisorio”. “In Sicilia è in atto un commissariamento da parte del governo centrale e non ha senso nasconderlo – aggiunge – Crocetta non perde occasione per ricordare che è stato eletto direttamente dai cittadini, bene, dica loro come stanno le cose”.

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