Pac: ci sono le misure ma nessun bando - QdS

Pac: ci sono le misure ma nessun bando

Chiara Borzi

Pac: ci sono le misure ma nessun bando

mercoledì 08 Aprile 2015

La Coldiretti ha organizzato una giornata informativa sul Piano di azione comunitario a sostegno dell’agricoltura. Alessandro Chiarelli incalza l'Assessorato: “La misura si chiama 2014-2020, ma nel 2015 non è ancora partito nulla"

CATANIA – Coldiretti ha organizzato a Catania una giornata informativa sulla Pac, ovvero il Piano di Azione Comunitario a sostegno dell’agricoltura. Dall’appuntamento sono emerse novità importanti, ma scoperte anche una serie di ritardi che gli stessi relatori presenti al convegno hanno attributo alla lentezza della macchina regionale. Un’indolenza che costa cara e tale da aver fatto sì che a marzo 2015 si stia ancora semplicemente presentando agli interessati delle misure che potevano essere già attive dal 2014.
 
Sostenibilità e azioni per l’innovazione, competitività e crescita sono gli obiettivi della nuova Pac e solo tramite in particolare ai primi due elementi il mondo agricolo siciliano potrà sperare di ottenere gli aiuti dall’Europa. Saranno questi stessi anche i mezzi attraverso cui creare sviluppo, occupazione e crescita economica in Sicilia.
Le misure della Pac sono state modificate sino allo scorso venerdì 20 marzo, ma la variante più grande è stata portata con il decreto n. 1420 del 26 febbraio 2015 emanato dal Mipaaf. Grazie alle battaglie condotte in particolare da Coldiretti, modifiche importanti sono state portate alla definizione del cosiddetto “contadino attivo”, a cui sono stati affinati i criteri di riconoscimento, limitando questa figura esclusivamente a chi fa dell’agricoltura la propria prima attività di lavoro. Sono introdotte comunque delle soglie di “esenzione da dimostrazione dai criteri di rilevanza” equivalenti a: fino a 5 mila euro di pagamenti per le zone di montagna e/o svantaggiate e fino a 1.700 euro di pagamenti diretti nelle altre zone.
 
Giocherà inoltre un ruolo fondamentale il greening, ovvero il piano colturale da allegare alla domanda. Nel caso questo non fosse redatto secondo criteri di sostenibilità e nel rispetto del riposo dei terreni, l’azienda non potrà ricevere i finanziamenti. Nel redarlo l’agricoltore dovrà indicare obbligatoriamente genere, specie e epoca di semina e di trapianto. La Sicilia, come del resto l’Italia, è in ritardo nella consegna dei bandi che dovevano essere disposti entro il 12 gennaio 2015. Ulteriori modifiche contenute nella nuova Pac sono disponibili su tutti i siti delle associazioni di categoria, ma di fronte quel che è già noto è molto lo scetticismo mostrato dagli stessi dirigenti di Coldiretti.
“La Pac contiene misure importanti per chi vive di agricoltura – ha dichiarato Giovanni Pappalardo, presidente Coldiretti Catania – sono buone le novità contenute nel nuovo piano come la rinnovata figura dell’agricoltore attivo e la nascita della “black list” che esclude dalle possibilità di finanziamento gli aeroporti, le ferrovie, le banche, impianti sportivi, ma molto è da migliorare. A sostegno dei giovani che fanno il loro primo ingresso in agricoltura, ad esempio, la Regione lo scorso anno ha messo a disposizione 8 milioni di euro che si sono dimostrati insufficienti perché hanno permesso di accogliere solo 1.600 domande su 5 mila presentate”.
 Ne servirebbero almeno il doppio ha detto il presidente etneo di Coldiretti. “20 mila euro – ha continuato Pappalardo – disposti per le lotte alle fitopatie sono particolarmente insufficienti a Catania per via della grande quantità di agrumeti colpiti dal virus Tristeza”.
 

 
L’approfondimento. Ancora impossibile presentare le domande
 
Il presidente di Coldiretti Sicilia, Alessandro Chiarelli, si scaglia duro contro quei ritardi maturati dalla Regione che non permettono ancora oggi, dopo un anno dall’apertura dei nuovi piani finanziari, di poter presentare domanda per nessuna delle misure inserite nella Pac. “La programmazione si chiama 2014-2020, ma nel 2015 siamo ancora senza bandi: quando dovrebbe partire il programma? – ha domandato provocatoriamente Chiarelli – In ogni programmazione passano almeno due anni per la preparazione dei bandi, poi servirebbero le osservazioni fatte dai componenti del Tavolo tecnico, ma una volta in ritardo le osservazioni fatte dai tecnici sono etichettate come seccature”. I ritardi burocratici sono uno “stress” per la macchina regionale, costretta – come dichiarato dal presidente regionale Coldiretti – a “fagocitare misure per spendere subito le risorse” messe a disposizione dall’Europa. Questa corsa alla spesa rappresenta, infine, un peso anche per gli agricoltori, costretti anche loro ad accelerare la compilazione delle domanda per accedere ai contributi. Chiarelli ha giudicato positivamente la raffinazione dei canoni che definiscono il “contadino attivo”, ma ha giudicato ancora troppo verticale il rapporto tra questa figura e i professionisti che si dedicano come seconda attività all’agricoltura. “Il contadino attivo deve essere comunque premiato in graduatoria rispetto al professionista, chi è “attivo” non può rimanere in coda. Sgravare un contadino dal pagamento delle accise sul gasolio non ha lo stesso valore del riservare la stessa opportunità ad una figura che, senza sgravio, non subisce alcun danno dalla scelta di non voler più coltivare eventualmente la terra”.

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