La Commissione Ue conferma via libera all’energia dai rifiuti - QdS

La Commissione Ue conferma via libera all’energia dai rifiuti

Rosario Battiato

La Commissione Ue conferma via libera all’energia dai rifiuti

giovedì 09 Aprile 2015

Due giorni fa la risposta del Commissario per l’Ambiente all’interrogazione del M5S dello scorso gennaio. Studio dello Sblocca Italia: “Recupero e smaltimento non incompatibile con direttiva”

PALERMO – L’Ue ‘libera’ la valorizzazione energetica del rifiuto. Il piano contenuto all’articolo 35 dello Sblocca Italia, approvato con la legge di conversione 11 novembre 2014, non risulta in contrasto con la direttiva europea sul rifiuto. Dovrebbero accorgersene anche in Sicilia, dove l’assenza di impianti di valorizzazione energetica è uno dei motivi fondanti della recente crisi.
Il M5S, questa volta, ha scelto un basso profilo. Niente comunicati per aggredire il governo, nessuna parola sull’Ue che vuole salvarci dalle manovre di Renzi. Però resta tutto scritto sul sito del Parlamento europeo. Il 7 gennaio del 2015 la pattuglia stellata all’europarlamento (Rosa D’Amato, Eleonora Evi, Fabio Massimo Castaldo, Laura Ferrara, Ignazio Corrao, Dario Tamburrano, Piernicola Pedicini), inserita nel gruppo Europa della Libertà e della Democrazia diretta, ha presentato una interrogazione sul decreto Sblocca Italia, mettendo in evidenza diversi aspetti che sarebbero in contrasto con normative europee tra cui, appunto, la famosa direttiva quadro sui rifiuti (2008/98/CE).
 
In particolare nel testo dell’interrogazione si legge: “In Italia è in vigore il decreto legge n. 133 del 12 settembre 2014 (lo Sblocca Italia, ndr), il quale, per quanto riguarda le priorità nella gestione dei rifiuti, è in contrasto con quanto indicato dalla direttiva 2008/98/CE, che prevede il recupero energetico e lo smaltimento come ultima opzione”. Dopo altri rilievi, relativi anche alle trivellazioni offshore, si chiedeva “come intende intervenire la Commissione per evitare che l’Italia continui a non ottemperare ai suoi obblighi”.
La risposta è giunta il sette aprile scorso, appena due giorni fa. Riporta la firma di Karmenu Vella, politico maltese e Commissario europeo per l’ambiente, gli affari marittimi e la pesca. “La Commissione ha analizzato il decreto legge 12 settembre 2014,  n.133 – si legge nella risposta – e non è giunta alla conclusione che esso violi la direttiva quadro sui rifiuti”. In particolare, riporta il commissario, “il fatto che il decreto legge menzioni il recupero energetico e lo smaltimento non lo rende automaticamente incompatibile con la direttiva”.
Del resto proprio la normativa europea fissa la gerarchia delle modalità di gestione dei rifiuti: riduzione della produzione, preparazione per il riutilizzo, riciclaggio, recupero di altro tipo, per esempio il recupero di energia, e quindi lo smaltimento. L’articolo 35 dello Sblocca Italia, del resto, prevede gli impianti di incenerimento con recupero energetico di rifiuti urbani e assimilati “da realizzare per coprire il fabbisogno residuo, determinato con finalità di progressivo riequilibrio socio-economico fra le aree del territorio nazionale e nel rispetto degli obiettivi di raccolta differenziata e di riciclaggio, tenendo conto della pianificazione regionale”.
I rifiuti potranno essere trasferiti da una regione all’altra, anche se non si esclude la costruzione di nuovi impianti nelle realtà che ne sono sprovviste. Si tratta di “infrastrutture e insediamenti strategici di preminente interesse nazionale – leggiamo sul testo della legge -, attuano un sistema integrato e moderno di gestione di rifiuti urbani e assimilati, garantiscono la sicurezza nazionale nell’autosufficienza, consentono di superare e prevenire ulteriori procedure di infrazione per mancata attuazione delle norme europee di settore e limitano il conferimento di rifiuti in discarica”.

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