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Palermo – Ato idrico: acque troppo agitate per la privatizzazione del servizio

Luca Insalaco

Palermo – Ato idrico: acque troppo agitate per la privatizzazione del servizio

martedì 27 Ottobre 2009

Nelle fatture recapitate ai cittadini somme da pagare in pochi mesi e lievitate in maniera significativa. Primi problemi a Bagheria, dove la questione è finita in Consiglio comunale

PALERMO – L’acqua in confezione Spa non si è certo presentata nel migliore dei modi. A Palermo l’accordo tra il Comune e il soggetto gestore dell’Ato idrico è stato accompagnato da un mare di polemiche, legate al rincaro delle tariffe e a un atto di indirizzo del Consiglio comunale ignorato dalla Giunta.
A Bagheria il biglietto da visita sono state le fatture recapitate ai cittadini, ora con vistosi errori, ora con somme da pagare in pochi mesi lievitate in maniera significativa. I bagheresi, tuttavia, non si sono limitati a strabuzzare gli occhi, ma hanno protestato anche irrompendo nel bel mezzo di una seduta del Consiglio comunale. E i consiglieri non hanno potuto che accogliere le loro lamentele.
“Il Consiglio – ha detto il presidente dell’assemblea, Daniele Vella – ha istituito una commissione di inchiesta sul tema, che lavorerà a costo zero, e ha approvato un ordine del giorno che impegna l’amministrazione comunale a chiedere ad Aps, oltre la sospensione del pagamento di tutte le bollette che portano con se dubbi di illegittimità, anche il blocco delle procedure di chiusura dell’erogazione dell’acqua per gli utenti morosi”.
Già, perché a inasprire gli animi dei “baarioti” ha contribuito anche la minaccia della società torinese di chiudere i rubinetti delle utenze morose. Una decisione assunta a fronte di somme da riscuotere per circa 600mila euro, ma che ha certo reso più tormentata la transizione tra la gestione pubblica e quella privata del servizio idrico.
Per il comitato civico Liberacqua “quanto sta accadendo a Bagheria è il preludio a tensioni sempre più frequenti in provincia. Arrivano le fatture e i cittadini si ribellano a un gestore monopolista. Perché se Aps non vi sta bene non potete scegliere un altro fornitore ma solo subire gli esosi prezzi stabiliti da una minoranza (di sindaci) in Conferenza dei sindaci dell’Ato 1 il 5 novembre 2008. E quanto promesso dalle privatizzazioni non viene mantenuto: l’acqua che dovrebbe scorrere per 24 ore al giorno con adeguata potenza non è un obiettivo di breve periodo e sicuramente tale obiettivo verrà realizzato negli anni futuri con costi altissimi”.
“I cittadini – hanno concluso i rappresentanti del comitato – faranno bene a occuparsi in prima persona, senza delegare al proprio sindaco o al politico di turno, dei propri problemi e dei propri interessi. L’acqua è un bene comune e la sua difesa è un serio problema di democrazia”.
 

 
L’accordo. I programmi pensati per il territorio
 
PALERMO – È stato sottoscritto il contratto di servizio fra Acque potabili siciliane, gestore del servizio idrico integrato in provincia, e l’Amap, la società del Comune di Palermo che gestirà il servizio idrico nel capoluogo fino al 2021, all’interno dell’Ato1. Aps, nella qualità di soggetto affidatario del servizio idrico integrato provinciale, assume il coordinamento della gestione di Amap e diventa soggetto attuatore del programma di investimenti sulle reti idriche e fognarie e sugli impianti della città di Palermo. Per Armando Quazzo, amministratore delegato di Aps, la sottoscrizione del contratto ha fatto compiere “un significativo passo in avanti verso un netto miglioramento della qualità del servizio idrico, a favore degli utenti”. Il piano trentennale degli investimenti prevede su tutto il territorio provinciale interventi infrastrutturali per 853 milioni di euro, finalizzati al miglioramento dell’efficienza della distribuzione idrica.

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