Ex province, commissari prorogati fino al 31 luglio - QdS

Ex province, commissari prorogati fino al 31 luglio

Raffaella Pessina

Ex province, commissari prorogati fino al 31 luglio

venerdì 10 Aprile 2015

L’Assemblea regionale ha approvato l’emendamento del Governo. Rosario Crocetta: “Sono convinto che le elezioni le vinco di nuovo”

PALERMO – L’Assemblea regionale ha approvato ieri mattina l’emendamento del Governo sulla proroga dei commissari delle province fino al 31 luglio. Hanno votato a favore 37 deputati, si sono astenuti in 25 e solo uno il voto contrario. L’emendamento è stato tecnicamente apposto a un articolo del ddl di riforma delle Province, che è stato poi messo ai voti come legge a se stante.
Il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, ha poi aggiornato i lavori d’Aula. “A tutt’oggi – ha spiegato Ardizzone – non risulta depositato il bilancio. Non essendo depositato il bilancio, l’Aula viene ritualmente convocata per martedì prossimo. Il disegno di legge sulle province sarà inserito all’ordine del giorno”.
Il presidente dell’Ars ha proposto all’Aula, che ha accettato, di inserire all’ordine del giorno la mozione presentata dalla commissione Antimafia sull’abolizione dei distretti di Corte d’Appello in Sicilia. Vincenzo Figuccia (FI) intervenendo in Aula a Palazzo dei Normanni, nel dibattito sull’emendamento per la proroga dei commissari delle Province è stato molto critico: “Oggi la maggioranza deve certificare il fallimento di questi due anni, perchè per due anni si è discusso di lana caprina. Il presidente della prima Commissione si dimetta – ha aggiunto Falcone – il Pd ammetta le proprie colpe e certifichi il fallimento della maggioranza. Votate questa norma se avete i numeri per farlo e poi mettiamoci a lavorare veramente per il bene della Sicilia”.
 
Figuccia ha aggiunto che “Il presidente Crocetta ha esordito dicendo che le riforme si fanno assieme ed è ciò che è accaduto due anni fa in Commissione. Purtroppo questo auspicio si è infranto per delle ragioni che non addebito solo al Governo ma, per quanto riguarda la riforme delle Province, soprattutto al presidente della commissione. Il presidente, oggi assente (ieri per chi legge), ha mostrato un atteggiamento di piena arroganza con il quale, con l’appoggio del Pd, ha deciso di andare avanti su tutta la linea con una difesa d’ufficio di un testo che è stato bocciato, un cattivo scopiazzamento della norma Delrio, un testo senza nè testa nè piedi”.  
In merito alla bocciatura del ddl sulle province Crocetta si era espresso dicendo che “Le riforme istituzionali le fa tutto il Parlamento non solo la maggioranza. Ci si deve rassegnare a un fatto: le Province in Italia non esistono più e nemmeno in Sicilia. E comunque, per eliminarmi devono usare il bazooka”. “L’aver abrogato un articolo non ha compromesso la riforma – ha proseguito – ma chi si oppone alla riforma condanna le Province al commissariamento e mette a rischio i servizi e il lavori dei dipendenti. Trovo irresponsabile non affrontare la questione. Faccio un appello: con le riforme non si scherza”. Crocetta ieri in Aula ha ribadito di non porsi il problema delle dimissioni ed ha aggiunto concludendo “Io sono convinto che le elezioni le rivinco di nuovo. Abbiamo vinto alle amministrative, alle politiche, alle europee, non vedo perchè non dovremmo vincere alle regionali in Sicilia”.

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