Fuori i precari avanti i concorsi - QdS

Fuori i precari avanti i concorsi

Carlo Alberto Tregua

Fuori i precari avanti i concorsi

sabato 11 Aprile 2015

Diritto di competere per i disoccupati

La clamorosa sentenza della Corte Costituzionale 37/15, già illustrata nella nostra inchiesta pubblicata il 25 marzo, ha confermato in modo inequivocabile che nella Pubblica amministrazione, a qualunque livello, non si può entrare senza concorso.
L’effetto di tale sentenza, nel caso di specie, è stato quello di dichiarare illegittime tre leggi (L. 44/12, L.15/14 e L.192/14), con la conseguenza dell’immediata decadenza di circa 1.200 dirigenti e dipendenti dell’Agenzia delle Entrate, che dal giorno successivo alla pubblicazione sulla Guri non sono più potuti entrare nel posto di lavoro.
L’Agenzia delle Entrate sta tentando degli accorgimenti transitori, mediante affidamenti fiduciari agli ex dirigenti e dipendenti ma, più importante, ha immediatamente attivato i concorsi: finalmente la strada maestra.
Gli effetti della citata sentenza sono dirompenti perché non appena altre leggi nazionali e regionali arriveranno alla Consulta, saranno parimenti dichiarate illegittime e i dipendenti assunti senza concorso decaduti immediatamente.

Veroconsumo, associazione regionale di consumatori, sta preparando ricorso al Tribunale civile di Catania, rappresentando i legittimi interessi di qualche decina di disoccupati siciliani ai quali è stato impedito di partecipare a concorsi mai banditi per essere assunti da Regione e Comuni siciliani.
Da chi è stato impedito? Dalle stesse amministrazioni che hanno assunto con metodo clientelare tutti i privilegiati che, come titolo di merito,  avevano la raccomandazione.
Per tutti ricordiamo l’infornata che ha fatto il governo Lombardo di ben cinquemila dipendenti, ad inizio dell’anno 2011, in forza della circolare regionale n. 8/2010 sulla procedura di stabilizzazione ai sensi dell’art. 17 del decreto legge 78/2009 convertito in legge 102/09.
Veroconsumo chiederà al Tribunale di valutare se la citata legge nazionale e tutte le consorelle non abbiano violato l’articolo 97 della Costituzione, cioè le assunzioni senza concorso, e pertanto se non ritenga di rimettere tale legge al vaglio della Corte Costituzionale. Se così avverrà, la Consulta non potrà che confermare la propria precedente citata sentenza con le stesse conseguenze: illegittimità delle leggi e decadenza immediata degli assunti senza concorso.
 

Lo sconcio di Regione e Comuni, che in decenni hanno assunto dirigenti e dipendenti senza il passaggio obbligato del concorso, è finito, non solo perché non vi sono più risorse finanziarie, ma anche perché qualunque legge in violazione dell’articolo 97 sarebbe decapitata dalla Corte Costituzionale.
Questo fatto non è ancora passato nell’opinione pubblica. Colpevoli sono televisioni e giornali siciliani che non hanno trattato la circostanza nella dovuta maniera, spiegando come e perché le prevaricazioni di Regione e Comuni contro i siciliani, che non hanno avuto la possibilità di competere ad armi pari, siano ormai definitivamente cessate.
Deve essere a tutti chiaro che le prepotenze non si possono più accettare; che i politicanti senza mestiere non possono più fare assumere i loro portatori di voti; che il consenso popolare deve essere acquisito su idee e progetti di un’alta politica e non sul becero voto di scambio: tu mi dai il voto, io ti do un posto di lavoro.

La Sicilia si trova in questa drammatica situazione per il pessimo comportamento degli ultimi tre presidenti della Regione (Cuffaro, Lombardo e Crocetta), col tremendo risultato di aver perso 14 punti di Pil contro otto della media nazionale in questo settennio di crisi.
Una crisi che ha colpito duramente i siciliani, ma anche centinaia di migliaia di imprenditori, piccoli e medi, e artigiani: cioè le cosiddette partite Iva tanto vituperate, ma che sono il vero motore dell’economia.
L’avere immesso dirigenti e dipendenti non qualificati ha intasato la Pubblica amministrazione regionale e comunale aumentando ancor più l’enorme inefficienza che ha imperato in quest’ultimo ventennio
L’economia è bloccata, il Pil in decrescita, la disoccupazione in aumento. Urge invertire ad “U” i comportamenti dei vertici regionali e comunali in modo che siano basati su progetti immediatamente realizzabili, sulla totale utilizzazione dei fondi europei e sull’apertura di cantieri, nonché sulla capacità di attirare investimenti e turisti cui offrire servizi di qualità.

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