Rom, la minoranza (odiata) - QdS

Rom, la minoranza (odiata)

Chiara Borzi

Rom, la minoranza (odiata)

martedì 14 Aprile 2015

Inattuati gli impegni assunti da Palermo e Catania. Sicilia tra le regioni che non hanno attivato il tavolo istituzionale. L’Associazione 21 luglio ha pubblicato il primo report sulla loro condizione in Italia

PALERMO – L’Associazione 21 luglio ha recentemente pubblicato il primo report sulla condizione dei rom e sinti Italia. è la stessa associazione a essere composta da rom e non rom, impegnata nella promozione dei diritti delle comunità RSC in Italia, principalmente attraverso la tutela dei diritti dell’infanzia e la lotta contro ogni forma di discriminazione e intolleranza.
Proprio discriminazione e intolleranza sono i sentimenti con cui queste comunità, da molti considerate come volontariamente non integrate con la popolazione, sono costrette a confrontarsi giornalmente in un contesto apparentemente ricco di diritti come quello italiano.
A livello regionale la Sicilia s’inserisce tra quelle regioni chiamate a confrontarsi con il fenomeno e la problematica dell’integrazione – così come accade in altre parti del Paese e nel Mezzoggiorno – ma secondo quel che è denunciato nel rapporto nessuno degli impegni assunti nelle città di Palermo e Catania è stato mantenuto.
Degli sgomberi – specialmente a Catania – si è parlato nel 2012 quando furono fatti evaquare dal campo sorto vicino al Cimitero circa 150 persone, tra cui molti bambini, abituati a vivere ormai in condizioni di vita pessime, in assenza di servizi igienico-sanitari e in coabitazione con i ratti. Ancora da Catania, ma stavolta attraverso la decisione presa dal Tar nel 2012, si discusse dopo l’azione di sgombero esercitata nei confronti di alcune famiglie ospitate nel campo nomadi di San Raineri a Messina. Lo smantellamente avvenne per operta del Comune, di cui era allora sindaco Giuseppe Buzzanca, e dell’Autorità portuale della città. Le associazioni che allora si mobilitarono per comporre il fronte di solidarietà ai Rom di Messina furono circa 13.
Per quanto l’opinione comune possa esser ormai assuefatta all’idea che rom, zingari e sinti compongano una parte rilevante della popolazione, i numeri che vengono restituiti dalla ricerca per l’Italia sono davvero bassi.
Queste etnie compongono lo 0,25% della popolazione residente nel nostro Paese e scopriamo così che i rom e i sinti “visibili” sono solo coloro che vivono il disagio abitativo: circa 180.000 persone costrette all’emarginazione.
A fine 2013 la Commissione Straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani del Senato ha evidenziato il forte ritardo nell’attuazione della Strategia italiana nel nostro Paese, che prevede un’azione interministeriale in collaborazione con le regioni italiane, le province e l’Anci. Obiettivo generale della Strategia rimane quello di “promuovere la parità di trattamento e l’inclusione economica e sociale della comunità rom, sinti e caminanti e assicurare un miglioramento duraturo e sostenibile delle loro condizioni di vita, renderne effettiva e permanente la responsabilizzazione e la partecipazione alla vita politica e sociale del Paese, nonché favorire il godimento dei diritti garantiti dalla Costituzione e dalle Convenzioni internazionali ratificate dall’Italia”.
A febbraio 2015, risultano attivi solamente 10 Tavoli regionali sui 20 previsti, cioè quelli di Umbria (1/2013), Toscana (2/2013), Emilia Romagna (7/2013), Molise (7/2013), Liguria (10/2013), Marche (10/2013), Piemonte (2/2014), Calabria (5/2014), Campania (5/2014), Lazio (2/2015).
 
Manca evidentemente la Sicilia. Un futuro d’integrazione parte anche dall’educazione delle future generazione, ecco perchè dal 2012 sono attivi – anche – progetti che battono il tasto sull’integrazione dei bambini Rom, Sinti e Caminanti. Il piano è promosso dal ministero del Lavoro e delle politiche sociali in collaborazione con il ministero dell’Istruzione, dell’Università e della ricerca. Il progetto si è svolto nelle città di Catania, Palermo, Reggio Calabria, Cagliari, Napoli, Bari, Roma, Firenze, Bologna, Venezia, Milano, Genova e Torino e le sue attività hanno coinvolto in totale 42 classi di 23 scuole.
L’unico personaggio istituzionale siciliano che, ultimamente, si è apertamente mosso a sostegno del discorso attivo sull’integrazione delle popolazioni RSC è stato Renato Accorinti. L’attuale sindaco di Messina è intervenuto lo scorso anno al Dipartimento di Architettura dell’Università Roma Tre, all’interno di un incontro organizzato proprio dall’Associazione 21 luglio, su tema di tutela dei diritti di rom e sinti.

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