Viadotto franato, almeno 3 mesi di disagi - QdS

Viadotto franato, almeno 3 mesi di disagi

Rosario Battiato

Viadotto franato, almeno 3 mesi di disagi

mercoledì 15 Aprile 2015

La stima del ministro Delrio: “L’opera sarà demolita interamente, presto soluzione tampone”. Istituita la commissione d’inchiesta. Chiesti sconti sul pedaggio via Messina, Gesap apre all’ipotesi Bianco del volo diretto Pa-Ct

PALERMO – Non sarà affatto semplice risolvere le conseguenze del cedimento dei due piloni del viadotto Himera, coinvolto da una frana staccata dalla collina adiacente. Ieri è giunta una ulteriore conferma ufficiale in seguito al sopralluogo effettuato dal ministro Graziano Delrio. In questo flusso costante di informazioni e smentite e accuse, si accavallano anche i piani alternativi e la ricerca di responsabilità precise.
Il ministro Delrio, in visita nei pressi dell’infrastruttura viaria assieme a tecnici, ingegneri e geologi di Anas e Protezione civile, ha illustrato quanto di peggio già si temeva. “La situazione è molto seria, molto grave, dobbiamo trovare una soluzione il prima possibile. Purtroppo sarà necessaria la demolizione di entrambe le carreggiate, non solo di una come forse speravamo all’inizio”. Adesso bisogna “trovare una soluzione al più presto – ha proseguito il ministro delle Infrastrutture – per evitare disagi all’economia siciliana già molto provata”. Delrio ha fornito rassicurazioni sulle risorse “perché è assolutamente indispensabile ripristinare questa opera”.
I lavori proseguiranno anche per accertare le responsabilità. Ci sta già pensando la Procura della Repubblica di Termini Imerese che ha aperto un’inchiesta. L’ipotesi di reato è disastro colposo, lo stesso per il quale si indaga sul cedimento a Capodanno della struttura di accesso al viadotto Scorciavacche sulla Palermo-Agrigento. Anche il governo non vuole essere da meno. Delrio ha, infatti, comunicato di aver firmato “il provvedimento per l’istituzione di una commissione d’inchiesta”.
Il prossimo appuntamento è previsto tra novanta giorni. Lo ha assicurato il ministro, scongiurando la possibilità che la Pa-Ct resti un’opera incompiuta. “Tre mesi” è il tempo stimato per l’attivazione della soluzione tampone, una bretella sulla provinciale 24 e la statale 120 con una deviazione poi collegata allo svincolo Scillato. “È la soluzione più semplice e più veloce, – ha spiegato – qui i tecnici di Anas sono molto tranquilli su questo perché parliamo di quasi tre Km di deviazione di cui 1 km e mezzo da sistemare”.
Tempi di attesa che potrebbero essere fatali per le attività produttive dell’Isola, che già scontano un ritardo infrastrutturale ben noto. “Chiediamo che Anas e Stato – ha scritto il segretario generale della Uil di Catania, Fortunato Parisi – rinuncino alle quote di loro competenza sui pedaggi autostradali della Messina-Palermo che costituisce per lavoratori, famiglie e aziende una delle poche soluzioni alternative praticabili nei collegamenti tra i due principali centri dell’isola”. Insomma, adesso servono gesti concreti che non siano soltanto le dimissione di Pietro Ciucci.
Intanto non si smonta la “pazza idea” del sindaco Enzo Bianco relativa all’istituzione di un volo tra i due maggiori centri dell’Isola. Ieri Fabio Giambrone, il presidente della Gesap, la società che gestisce l’aeroporto di Palermo, ha aperto via twitter all’ipotesi di un volo per collegare Palermo a Catania. Una proposta che sarebbe stata clamorosamente accolta anche dalla direzione della Ryanair, secondo quanto comunicato dall’ufficio stampa del gruppo low cost irlandese, che ha confermato un incontro per la fine di aprile.

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