Bilancio interno Ars respinti i tagli del M5S - QdS

Bilancio interno Ars respinti i tagli del M5S

Raffaella Pessina

Bilancio interno Ars respinti i tagli del M5S

mercoledì 29 Aprile 2015

Sì dell’Aula al consuntivo 2013 da 156,6 mln e il preventivo 2015 da -16,8 mln. Ciancio: “Abolire pensioni deputati e ridurre stipendi a 6 mila €”

PALERMO – È ripartita ieri in un’Aula semi deserta la maratona per l’approvazione della manovra finanziaria a Palazzo dei Normanni che andrà esitata entro il 30 aprile, ultimo giorno utile per l’esercizio provvisorio. Nel pomeriggio Sala d’Ercole si è aperta alle 15 circa con l’approvazione del rendiconto 2013 e del bilancio di previsione del bilancio interno dell’Ars per il 2015. Per il 2013 la spesa complessiva è stata di 156 milioni 692 mila euro. Le minori uscite rispetto al 2012, ovvero i risparmi, sono stati di 8 milioni 712 mila euro. Per il 2015 la minore spesa complessiva è di 16 milioni 885 mila euro rispetto al precedente bilancio di previsione. La riduzione più consistente è per “emolumenti ai dipendenti di ruolo”. Da 36 milioni 850 mila euro la voce scende a 26 milioni 690 mila euro, anche in seguito all’adeguamento alla legge nazionale e al pensionamento di un elevato numero di impiegati con una retribuzione superiore al limite fissato.
Tutte le voci di spesa registrano una riduzione: Le indennità ai deputati e i rimborsi spese passano da 20 milioni 425 mila a 16 milioni 158mila euro. Gli oneri per il personale di segretaria, consulenze e auto di rappresentanza passa da 4 milioni 303 mila a 3 milioni 675 mila. Il contributo per gli ex deputati si riduce da 45.000 euro a 34 mila euro. I contributi ai gruppi parlamentari da 7 milioni 192 mila a 6 milioni 250 mila. Per prestazioni professionali esterne 200 mila euro contro le 350 mila del bilancio precedente.
Le spese per il cerimoniale e l’ attività istituzionale sono pari a  2 milioni e 522 mila mentre nell’anno precedente era prevista una spesa di 3 milioni 146 mila euro. Le decurtazioni riguardano anche le entrate del bilancio dell’Ars. Il totale complessivo delle risorse disponibili ammonta a 158 milioni 017 mila 543 euro. Rispetto al 2014 le nuove minori entrate sono pari a 2 milioni 860 mila euro. La dotazione ordinaria che grava sul bilancio regionale è di 146 milioni di euro. Le altre entrate ammontano complessivamente a 5 milioni 310 mila 463 euro, con un 14% in meno rispetto allo scorso anno. Sono costituite prevalentemente dai contributi ai fini di quiescenza a carico dei deputati e del personale.
Critica Gianina Ciancio del Movimento 5 Stelle che ha chiesto la abolizione del privilegio delle attuali pensioni dei deputati, che scatteranno dopo 4 anni e sei mesi di legislatura, a prescindere dal fatto che dopo quel periodo il deputato torni o meno a lavorare. Chiesta anche la riduzione degli stipendi dei deputati a 6 mila euro lordi. “Ma l’ufficio di presidenza ci ha fatto sapere che con quei soldi non è possibile svolgere attività parlamentare” ha commentato Ciancio. Anche il capogruppo di Forza Italia Marco Falcone ha criticato le spese dell’Ars giudicate troppo elevate.
Di rimando gli ha risposto in Aula Francesco Rinaldi, deputato questore rilevando che, tolte le spese obbligatorie, rimangono veramente pochi soldi e che sono necessari per gli interventi ordinari e straordinari per il Palazzo.
Dopo gli interventi l’Aula ha approvato rendiconto e previsione e la seduta è stata sospesa per 15 minuti.
Alla ripresa il Parlamento ha affrontato la manovra di bilancio. Questi erano i numeri: 1.100 circa gli emendamenti presentati da maggioranza e opposizione: 450 al bilancio e 650  alla finanziaria. Lunedì la discussione si era chiusa con la relazione dell’assessore all’economia Alessandro Baccei: “Abbiamo compiuto un miracolo” aveva detto. Ma le opposizioni avevano promesso battaglia: “Mi rincresce – ha detto ancora Falcone – deludere i pochi siciliani che ancora credono alle lusinghe dell’amministrazione Crocetta. L’assessore Baccei, nella stesura del bilancio, non ha infatti compiuto alcun miracolo, bensì ha trovato qualche furbo escamotage contabile che apparentemente crea la tenuta dei conti, ma che il prossimo anno si tradurrà in aumento del disavanzo per un ulteriore miliardo”.
“Il Bilancio 2015 poggia su entrate assolutamente incerte e aleatorie a cominciare dall’Irpef per finire con Iva e Irap – ha proseguito Falcone – Oltre 1 miliardo e 200 milioni che riteniamo non siano credibili. Purtroppo le varie incursioni del Governo nazionale ci hanno sottratto, nell’ultimo anno oltre 3 miliardi di euro e precisamente: 200 milioni per il decreto di 80 euro di detrazione sull’Irpef; 750 milioni a settembre con lo sblocca Italia le risorse per gli acquedotti, i depuratori e le reti fognarie; a dicembre con la legge di stabilità 1 miliardo e 300 milioni sui fondi Pac che dovevano servire per infrastrutture, sostegno imprese, efficientamento energetico, edilizia scolastica e formazione professionale; ancora 273 milioni per concorso finanza pubblica nazionale; infine 650 milioni per la maggiore compartecipazione sulla spesa sanitaria”. Intanto ieri pomeriggio è stato approvato dall’Ars l’emendamento al bilancio delle opposizioni a firma di Greco e Di Mauro (Pds – Mpa) che decurta la maggior parte dei fondi per la comunicazione istituzionale alla Regione siciliana. Da 400 mila euro i fondi a disposizione passano a 100 mila euro l’anno per tre anni.
L’Ars ieri ha approvato l’articolato del bilancio a legislazione vigente, poi il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, ha rinviato il voto finale e ha chiuso la seduta, aggiornando i lavori parlamentari a oggi alle 15 per l’esame della finanziaria. Chiudendo la seduta, Ardizzone ha convocato una riunione con i capigruppo.

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